[22/06/2012] News toscana

La Toscana perfezioni le sue risorse interne per valorizzarsi nella competizione internazionale

Come si ricorda in La situazione economica della Toscana. Consuntivo anno 2011, Previsioni 2012-2013 (studio Irpet-Uniocamere Toscana, visibile al link in fondo pagina), «Lo stop alla ripresa previsto per l'economia nazionale nel 2012 coinvolgerà anche il sistema economico toscano. Da sottolineare come il double dip del 2012 non fosse stato previsto in molti modelli macroeconometrici nelle releases effettuate nel corso dei primi sei mesi del 2011».

Inevitabilmente, l'asticella della speranza si sposta ora di qualche mese in avanti, aspettando il 2013 (e dando per certo che nel mentre il 2012 riserverà ancora una volta scenari poco piacevoli) con un'overdose di ottimismo.

A causa delle restrittive politiche fiscali portati avanti per la riduzione del deficit e del debito pubblico nazionale, si limita fortemente quando non si esclude la possibilità di rivitalizzare la domanda aggregata a traino dell'economia altrimenti ricavabile da politiche fiscali espansive in funzione anticiclica.

Tale modus operandi è la via scelta dai vertici politici italiani come europei, cosicché l'Italia, stringendo la cinghia, non può al contempo sperare che i suoi vicini continentali le tendano una mano a risollevare la sua economia incrementando la domanda estera di uno scarto significativo: ecco che lo sguardo si allarga ulteriormente agli scenari globali (in particolare legandosi alle sorti dei Paesi in via di sviluppo). Allargandosi troppo, però, ecco che aumenta di nuovo la probabilità di perdersi.

Il rapporto specifica infatti che «La crescita dovrebbe tornare positiva nel 2013, sia pure con un valore relativamente basso. Sarà comunque solo la domanda estera a determinare la dinamica del Pil».

Manca dunque anche solo la speranza di poter in qualche modo fare affidamento su forze interne, ma la ricerca di un deus ex machina che cali dall'alto rischia di fondarsi su speranze piuttosto alquanto traballanti, come quella della «stabilizzazione dei prezzi delle materie prime energetiche e non», che l'esperienza non dovrebbe suggerire.

L'incertezza politica ed economica, in particolare attorno a queste risorse strategiche, è altissima, gli appetiti della speculazione lo sono altrettanto, e la pratica ci ha abituato ad un'accentuata volatilità che mina la possibilità imprenditoriale di pianificare investimenti a medio-lungo periodo, e non solo in Toscana.

D'altra parte, proprio la dinamica regionale «conferma come l'evoluzione del sistema produttivo toscano si sia contraddistinta, in questi ultimi anni, per una dinamica più smooth rispetto al dato nazionale, quindi minore incidenza delle crisi ma anche minore capacità di agganciarsi alla ripresa e/o alle spinte positive provenienti dall'esterno».

Fatta salva l'importanza di una dinamicità su terreni internazionali (all'interno di un'economia sempre più globale), la Regione dovrà essere capace di valorizzare le risorse interne per rilanciarsi sulla strada di uno sviluppo sostenibile, allo stesso modo in cui è riuscita a farvi leva per smussare alcuni degli angoli più duri della crisi, come riporta il rapporto Irpet.

L'aumento della domanda interna come traino per l'intero motore economico, l'incremento del tasso di occupazione e l'attenuazione delle oscillazioni alle quali rimangono sottoposte le materie prime "energetiche e non" possono trovare parte della risposta necessaria nella valorizzazione delle risorse interne, da inglobare all'interno di un piano condiviso. Tutto questo fa parte dell'orizzonte della green economy, che non è solo installazione di pannelli fotovoltaici, ma la creazione di una filiera manifatturiera che possa supportare le suddette installazioni, ad esempio.

E lo stesso vale per lo sfruttamento dei cosiddetti giacimenti urbani, i materiali derivati dalle raccolte differenziate che possono essere riciclati all'interno di un'industria che calmieri la necessità d'importazione di materia vergine, dando lavoro direttamente ai cittadini del territorio alla quale si riferisce. Ciò presume innovazione tecnologica e la volontà di spingere su politiche appropriate che riorganizzino e ridistribuiscano il parco incentivi disponibile per giungere a questa evoluzione del tessuto imprenditoriale toscano: per presentarsi al meglio sul territorio internazionale, e godere di scenari più ampi senza esserne soffocata, la Toscana non può rinunciare a rafforzarsi dall'interno scegliendo di abbandonarsi alla speranza di papi stranieri. 

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