[20/06/2012] News

Blitz di Legambiente in Val di Susa: «Meno tir, più sicurezza»

Il trucco del tunnel autostradale del Frejus

Oggi, con un blitz all'imbocco del tunnel autostradale del Frejus gli attivisti di Legambiente hanno
srotolato  uno striscione con la scritta "Meno tir, più sicurezza", per denunciare le contraddizioni
legate al raddoppio del tunnel autostradale in Val Susa.

Il progetto della "seconda canna"
del Frejus nasce una dozzina d'anni fa dopo l'incidente avvenuto al traforo del Monte Bianco, da cui è
scaturita una ricognizione sulla sicurezza di tutte le gallerie stradali e autostradali. Ben presto
Legambiente denunciò però come dietro al progetto di "tunnel di servizio" del Frejus, rischiava di
celarsi un raddoppio autostradale vero e proprio. Se n'è avuta conferma nelle settimane scorse dalle
parole di Gianni Luciani, amministratore delegato della Sitaf (società che gestisce l'autostrada
valsusina) e di Mario Virano, presidente dell'Osservatorio per la Torino-Lione che hanno prospettato
un'imminente richiesta di deroga al Consiglio superiore dei lavori pubblici affinché il secondo tunnel,
una volta realizzato, possa essere utilizzato per il transito di auto e tir.

Fabio Dovana,
presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, spiega il  perché del blitz: «Per un decennio ci
hanno voluto far credere che la seconda canna del Frejus servisse a mettere in sicurezza la prima,
ora gettano la maschera e svelano che si tratta di un vero e proprio raddoppio del
tunnel autostradale. Una mossa vergognosa che conferma ancora una volta come la politica dei
trasporti alpini italiana mira ad incentivare unicamente il trasporto inquinante su gomma anziché
quello su rotaia. Per ottenere più sicurezza non serve nuovo cemento autostradale, ne l'alta velocità
ferroviaria con la Tav, ma una drastica riduzione del numero di tir in transito attraverso una vera
politica di spostamento delle merci lungo la linea ferroviaria esistente. Al di là di parole rituali a
favore del trasferimento di spostamenti dalla gomma al ferro, in Piemonte si continua
deliberatamente nella direzione opposta. Da questa settimana, senza precedenti simili in altre
regioni d'Italia, sono state tagliate 12 linee ferroviarie e soppresse le corse festive e prefestive su
altre 14 linee. Altro che sicurezza! L'effetto combinato del taglio dei treni e del potenziamento della
rete autostradale operato dalla Giunta Cota restituirà alla nostra regione maggior traffico su strada e
un conseguente aumento dell'inquinamento atmosferico e degli incidenti stradali».

Vanda
Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente, conclude: «Anziché affossare il trasporto
pubblico occorre adottare politiche fiscali e tariffarie che disincentivino il trasporto su gomma. E'
indispensabile impostare una politica di trasferimento che, analogamente a quanto avvenuto in
Svizzera, riorienti quote crescenti di traffico dalla gomma al ferro, come peraltro indicato
dal Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi. Se davvero è questo l'obiettivo che tutti
condividono, il Parlamento ratifichi subito il trattato che per ben dieci anni è rimasto ostaggio dalle
lobby dell'autotrasporto».

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