[18/06/2012] News

Consumo e produzione sostenibile: «Con tecnologie ad hoc -20% impatto sulle risorse naturali»

Una roadmap internazionale come quella dei semiconduttori per superare problemi finora insolubili?

Terminato a Rio de Janeiro il primo Forum mondiale degli istituti di ricerca che si occupano di consumo e produzione sostenibili, ed al quale hanno partecipato anche giornalisti e riviste scientifiche. Il Global research forum on sustainable consumption and production ha discusso dei risultati consolidati e della futura ricerca e spera di riuscire a creare nuove partnership di ricerca per contribuire ad affrontare le difficili problematiche riguardanti il consumo di risorse e la produzione di beni.  

Philip Vergragt, professore emerito di tecnologia alla all'università olandese di Delft, che ha presieduto una sessione del Forum on science, technology and innovation for sustainable development in preparazione di "Rio+20'", la Conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile, ha sottolineato su SciDev:  «C'è ancora da studiare molta circa scienza, tecnologia e innovazione sulla produzione e il consumo sostenibili.  Abbiamo bisogno di mettere insieme ciò che conosciamo in termini di ricerca. La ricerca è frammentata tra diverse discipline e diversi network. Stiamo solo iniziando a scalfire la superficie  di quella che è la natura sistemica del problema. Sono necessarie molte ricerche. Tra i settori prioritari figurano i nuovi materiali e i flussi di materia, come i materiali sono fatti, usati e gettati via, i sistemi energetici e la gestione dei rifiuti».

Il Forum si è tenuto a soli pochi giorni dalla pubblicazione di un  rapporto del United Nations environment programme (Unep) che dice che «Il consumo non sostenibile sta portando il pianeta verso una distruzione ambientale senza precedenti». Secondo il direttore esecutivo dell'Unep, Achim Steiner, «Se prevarranno gli attuali modelli di produzione e consumo di risorse naturali... i governi presiederanno livelli senza precedenti di danni e degrado».

Il Global research forum on sustainable consumption si è occupato anche di: ricerca delle scienze sociali per studiare gli atteggiamenti verso il cambiamento dei modelli di consumo; drivers dei modelli della società dei consumi; valori collegati ai comportamenti ed agli  stili di vita che a loro volta incidono sui  modelli di consumo. Secondo Ashok Khosla, direttore di Development  Alternatives, una Ong Indiana, e co-presidente dell'International resource panel dell'Onu, «Le tecnologie sono  in grado di ridurre l'impatto dell'uomo sulle risorse naturali di un quinto, rispetto ai livelli attuali. Questo include l'uso condiviso di risorse sottoutilizzate, quali i trasporti pubblici o le lavatrici, e l'aumento della durata dei prodotti. Il consumo può essere ulteriormente ridotto di un fattore 10 se gli interventi tecnologici fossero  combinati con i cambiamenti negli atteggiamenti e comportamenti».

L'esempio portato è quello della International technology roadmap for semiconductors (Itrs) che ha contribuito a favorire lo sviluppo rapidissimo nel settore dei semiconduttori e  che,  se  applicata alla scienza e alla tecnologia per lo sviluppo sostenibile, permetterebbero di superare problemi ritenuti intrattabili.

L'Itrs è stata sviluppata nei primi anni '90 come cooperazione mondiale tra le industrie dei semiconduttori e da allora si è sistematicamente avvalsa di percorsi di ricerca comuni per individuare i potenziali colli di bottiglia tecnologici e poter affrontarli con largo anticipo. Le previsioni  della roadmap hanno contribuito allo sviluppo di investimenti e business plan  a lungo termine e, quando sono emerse le nuove tecnologie, ha consentito l'avvio di imprese redditizie.

L'International union of materials research societies (Iurms) propone di sviluppare una roadmap simile per affrontare e superare gli ostacoli che impediscono un  vero sviluppo sostenibile.  Intervenendo al Forum on science, technology and innovation for sustainable development di  Rio de Janeiro, John Baglin, ricercatore all'Ibm  Almaden research center e  president della membership commission dell'Iurms,  ha spiegato che «Sarebbe un modo sistematico per bypassare molte delle questioni in fase di stallo nello sviluppo sostenibile. Gli scienziati dei materiali integrano una vasta gamma di ricerche provenienti da diversi campi, come la fisica, la chimica, ingegneria e bioingegneria. Grazie a questo, siamo meglio preparati di molti per preparare una roadmap che richiede una collaborazione interdisciplinare.

L'Itrs  ha goduto di un alto livello di fiducia sia da parte sia dell'industria che degli investitori, perché è stata vista come prioritaria la valutazione della tecnologia rispetto alle considerazioni commerciali. In un contesto di sostenibilità, una roadmap potrebbe produrre un calendario per la pianificazione, lo sviluppo e il finanziamento  della tecnologia ed individuare le priorità di ricerca, al fine di sviluppare prodotti che sarebbero pronti per soddisfare le esigenze che si presenteranno. Obiettivi promettenti per l'approccio roadmap comprendono la produzione sostenibile di energia elettrica e  la scienza e la tecnologia avanzate per la depurazione e la desalinizzazione di grandi quantità di acqua, per le quali, nel corso dei prossimi decenni, bisogna mettere a punto un importante mercato. Lo stesso approccio potrebbe essere utilizzato per affrontare le questioni relative all'attuazione degli obiettivi dello sviluppo sostenibile».

Baglin, che sta lavorando per istituire un consorzio di esperti e stakeholders che possa sviluppare la roadmap nei prossimi 5 anni, ha fatto notare che «Un processo"roadmap" potrebbe anche comportare l'istruzione universale per la scienza e la tecnologia, che è del tutto manchevole in molti Paesi, e che potrebbe avere un impatto positivo sulla governance, la  tecnologia e l'economia».

E' d'accordo Roberto Faria, presidente della Materials research society del Brasile, «E' impressionante - afferma. Ma i Paesi avrebbero ancora bisogno di una buona governance  per poter utilizzare la roadmap  per lo sviluppo sostenibile in modo efficace».

Guillermo Solórzano, della Pontificia università cattolica di Rio de Janeiro, ha detto a SciDev: «La roadmap  è un'idea promettente, soprattutto per il suo potenziale di sviluppo di tecnologie che interessano popolazioni di grandi dimensioni, come la desalinizzazione. L'approccio potrebbe essere utilizzato anche per affrontare le grandi sfide in campo minerario, come la fine dell'utilizzo del mercurio nelle miniere».

 

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