[18/06/2012] News toscana

Una nuova gestione ambientale tra inghippi e luoghi comuni

Il Giornale non ha perso l' occasione dinanzi ai modesti risultati che si profilano  a Rio per compiacersi del fallimento dello sviluppo sostenibile a cui - ne è sicuro - seguirà quello altrettanto fallimentare dell'economia "verde".

Del resto che le cose non vadano per il meglio lo si può capire facilmente guardando in casa nostra. Andrea Carandini su Il Sole 24 Ore, parlando della salvaguardia del nostro patrimonio ambientale, si chiede polemicamente se l'art. 9 sul paesaggio ci è servito e ci serve, visto che oggi nessuna regione dispone di un piano paesaggistico approvato. Effettivamente non è facile spiegare perche stato, regioni ed enti locali nonostante questo ancoraggio costituzionale non riescano a darsi una mossa.

Eppure, malgrado questa situazione tante volte denunciata, e non soltanto per quanto riguarda il paesaggio ma anche il suolo, la natura e così via, capita anche in Toscana di registrare nel dibattito sulla forza dei nostri territori singolari affermazioni del tipo "una visione meramente conservativa dei luoghi che spesso è nociva". E' tanto nuova che ha accompagnato puntualmente l'approvazione e l'entrata in vigore di tutte le più importanti e significative legge sull'ambiente da quella sul mare, e poi sul suolo e poi sui parchi.

Ossia tutte quelle leggi che hanno affidato al nostro sistema istituzionale una gestione non più meramente vincolistica-conservativa ma attiva, incentrata su nuove forme di pianificazione costiera, fluviale, di bacino, di parchi e aree protette. Quali sono stati gli eccessi "meramente" conservativi che ci hanno nociuto al punto di ridurre il nostro paesaggio e ambiente a mera cartolina? Non sarà vero il contrario, e cioè che oggi fatichiamo e siamo in palese affanno a tenere le briglie di una politica regionale che sappia efficacemente avvalersi di queste normative che pure abbiamo significativamente sperimentato, e non solo per quanto riguarda i parchi per far operare regione , province (finché ci saranno), comuni singoli e associati?

C'è eccesso conservativo al Giglio, all'Arcipelago Toscano, nel Santuario dei cetacei, sulle nostre coste e sul mare ma anche in aree paesaggistiche delicatissime o in Val di Cornia, alla Piana, sulle Apuane, in Lunigiana, sul Magra, sull'Arno?

Certo la legalità e il rispetto della legge, come ci ricorda Enrico Rossi quasi ogni giorno, sono l'indispensabile premessa di qualsiasi politica di governo regionale e locale, ma bastano? Bastano per decidere se a Baratti si deve costruire, se si devono fare certi porticcioli e così via.

E perché dopo tanti documenti e impegni prima e dopo il PIT non si riesce a discutere (non solo tra uffici) delle nuove norme sui parchi e non solo, così da evitare anche infortuni clamorosi come la legge sul piano energetico a cui i parchi dovrebbero conformare i loro piani?

Se questa dovesse essere la green economy meglio cambiare binario. Dinanzi a problemi di questa portata e delicatezza a me - forse nostalgico di altri tempi - fa una certa impressione vedere i sindaci toscani in questo momento impegnatissimi a decidere se Renzi deve fare il sindaco, il capo del governo o il ministro. Ecco un eccesso che sicuramente ci nuoce.

*Gruppo San Rossore

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