[14/06/2012] News

L’Ue alla ricerca delle terre rare e dei minerali della Groenlandia

La Commissione europea intende intensificare la cooperazione con la semi-indipendente Groenlandia (che fa parte della Danimarca) «Per migliorare l'accesso dell'industria europea alle materie prime a un prezzo accessibile». Ieri, a Nuuk, il commissario Ue per l'industria Antonio Tajani e quello per la cooperazione allo sviluppo, Andris Piebalgs, e il primo ministro della Groenlandia Kuupik Kleist hanno firmato un'intesa che prevede infrastrutture e investimenti comuni e il potenziamento delle capacità di esplorazione e sfruttamento delle materie prime.  

Attualmente il 58% delle imprese di ricerca mineraria che operano in Groenlandia sono canadesi o australiane e solo il 15% viene da Danimarca, Germania, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, anche se delle quattro licenze di sfruttamento tre sono europee, le compagnie europee sono poco coinvolte nelle prospezioni minerarie in corso e possiedono licenze di esplorazione solo da pochi anni e quasi tutte sono in possesso di Gran Bretagna, Germania e Danimarca.

La Groenlandia e le Isole Faroe fanno parte del Regno di Danimarca ma con un'autonomia molto estesa che sfiora l'indipendenza. La Danimarca ha aderito all'Ue nel 1973, ma nel 1982, con un referendum, la Groenlandia ha deciso di lasciare l'Ue entro il 1985 e il trattato sulla Groenlandia del 1984 prevede accordi per permettere stretti e durevoli legami tra l'Ue e la Groenlandia, nel rispetto degli interessi reciproci e delle esigenze di sviluppo della Groenlandia che gode di un rapporto speciale con l'Unione europea per il suo status di Overseas Countries and Territories (Oct).

La Eu-Greenland partnership del 2006 prevede 6 aree prioritarie di cooperazione: risorse minerarie, energia, educazione e formazione, turismo e cultura, ricerca e sicurezza alimentare. La nuova partnership 2014-2020 è attualmente in discussione. I finanziamenti destinati a questa collaborazione sono concentrati sull'istruzione, settore scelto dalla Groenlandia come priorità per il sostegno finanziario dell'Ue.

La legge sull'autogoverno della Groenlandia è stata adottata dal Parlamento danese il 19 maggio 2009 ed è entrata in vigore il 21 giugno 2009 e stabilisce che al governo autonomo della Groenlandia spettino molte responsabilità in campo minerario, compreso il potere  legislativo ed esecutivo nel settore delle risorse minerarie. Nel 2011 la Groenlandia ha sottolineato l'importanza delle sue risorse minerarie con il Memorandum sulla "Greenland Government's Mineral Strategy" che comprende metalli e terre rare e che afferma che «L'obiettivo generale dell'Ufficio minerali e petrolio in materia di "sviluppo della conoscenza geologica" è quello di migliorare il livello di conoscenza specifica di interessanti ambienti geologici per occorrenze minerali in Groenlandia e per incoraggiare, attraverso il marketing, l'industria mineraria ad applicarsi per le licenze di esplorazione e sfruttamento in Groenlandia". La Groenlandia è interessata a rafforzare la sua base di conoscenze geologiche e ad incoraggiare l'interesse dell'industria mineraria ad investire nell'esplorazione in Groenlandia».

 Il governo della Groenlandia nel 2009 ha presentato una nuova strategia mineraria che ha reso l'enorme isola un'area di esplorazione attraente. L'industria europea è fortemente dipendente dalle importazioni di materie prime, essenziali per la produzione di molti beni dell'elettronica di consumo ma anche per le applicazioni high-tech e la green economy. In Groenlandia - che gode di un rapporto speciale con l'Ue data la sua unione con la Danimarca - ci sono grandi depositi di ferro, zinco, niobio, tantalio, elementi delle terre rare, rubini e molibdeno e probabilmente petrolio e gas che fanno della patria degli inuit un partner strategico a lungo termine per l'Europa.

In particolare, la Groenlandia ha un forte potenziale per 6 delle 14 materie prime (niobio, metalli del gruppo del platino, terre rare e tantalio) che la Commissione Ue ha individuato come "critiche" nel quadro della sua Raw Materials Strategy, con la quale nel 2010 ha individuato le materie prime essenziali in base a diversi fattori di rischio: «Se un materiale mostra una grande importanza per la catena del valore economico e una elevata vulnerabilità per possibili vincoli di approvvigionamento può essere considerato critico (se ad esempio si produce solo in pochi Paesi al mondo che non sempre sono caratterizzati da una grande stabilità politica ed economica, se è difficile da sostituire o se ha un basso tasso di riciclaggio».

La Groenlandia dal punto di vista geologico ha un elevato potenziale di depositi di Rare earth elements (Ree) e si stanno già esplorando alcuni grandi giacimenti. L'Ue ritiene che la Groenlandia possa diventare un fornitore di medie dimensioni di terre rare in un mercato mondiale dominato da grandi players  e nel quale dall'isola arriva il 3,44% dei Ree (circa 4,89 milioni di tonnellate) che potrebbero triplicare nei prossimi anni fino al 9,16% se avranno successo 5 progetti minerari. Intanto sono già nella fase di sfruttamento la miniera di oro ed argento di  Nalunaq (l'unica attualmente in produzione); la miniera di piombo e zinco di Maarmorilik (in produzione entro quest'anno); la miniera di molibdeno di Malmbjerg; la miniera di olivina di  Fiskefjord.

L'Ue si trova a far fronte all'accresciuto interesse delle multinazionali minerarie per la Groenlandia, che è e dimostrato dal numero esponenzialmente crescente di permessi di ricerca concessi dal governo della Groenlandia: 74 licenze esplorative, diverse in una fase avanzata, con la possibilità di trasformarsi in progetti di sfruttamento entro uno o cinque anni e con tre licenze di sfruttamento attese già nel 2012.

La Strategia materie prime adottata dall'Ue nel 2008 e ulteriormente rafforzata nel 2011, prevede «Un approccio coerente volto a garantire un accesso equo, sostenibile e senza distorsioni alle materie prime» e che si sostiene su tre pilastri che rappresentano tre diverse fonti di approvvigionamento: 1. Garantire la fornitura equa e sostenibile di materie prime provenienti dai mercati internazionali; 2. Favorire l'approvvigionamento sostenibile all'interno dell'Ue; 3. Incrementare l'efficienza delle risorse promovendo il riciclaggio. 

Il rilancio della cooperazione Ue-Groenlandia dovrebbe servire a diversificare l'economia della grande isola ed a rafforzare le relazioni industriali con l'Europa, «contribuendo  allo sviluppo economico della Groenlandia ed al sicuro approvvigionamento sostenibile di materie prime per l'industria europea come parte della diplomazia delle materie prime». 

La Lettera di Intenti propone quattro aree di cooperazione: Conoscenza geologica; Analisi delle infrastrutture e degli investimenti necessari in relazione allo sfruttamento delle risorse minerarie; Competence building; Problemi ambientali e sociali connessi agli impatti delle miniere.

Tajani ha detto al premier groenlandese Kleist che «I nostri stretti rapporti politici hanno reso possibile portare la nostra cooperazione sulle materie prime al livello successivo. Ora dovremmo essere in grado di portarci  rapidamente avanti per garantire un migliore accesso ai minerali per l'industria dell'Ue con la firma di ulteriori accordi su progetti concreti. Questa collaborazione offre una soluzione win-win per entrambe le parti. Per l'Europa questo significa che possiamo fare in modo che l'industria europea sarà in grado di continuare a giocare un ruolo di leader nelle nuove tecnologie e nell'innovazione».

«L'accordo di cooperazione sulle materie prime siglato ieri dal vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani e il primo ministro della Groenlandia rivela ancora una volta l'importanza dell'accessibilità alle risorse - commentano da ReMedia, consorzio per il riciclo dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) - Relazioni diplomatiche e accordi internazionali di esplorazione mineraria sono fondamentali per difendere la competitività dell'industria europea e italiana, in un momento storico come quello attuale, che vede l'introduzione di nuove barriere protezionistiche nel mercato di alcune materie prime, oltre a restrizioni al libero commercio in paesi importanti come Cina, India e Russia».

Nell'accordo la Groenlandia riconosce l'importanza di condizioni di concorrenza di accesso al mercato, eque per una cooperazione reciprocamente vantaggiosa. Nella sua Raw Materials Strategy la Commissione europea ha sottolineato il suo impegno ad affrontare gli ostacoli al commercio di materie prime e la recente denuncia contro la Cina davanti all'Organizzazione mondiale del commercio sulle terre rare «E' un esempio di come questo impegno viene messo in pratica - si legge in una nota Ue - Il fatto che la Groenlandia si iscriva volontariamente ai principi di libero scambio del commercio di materie prime è un passo importante in questa direzione e garantire l'approvvigionamento sostenibile di materie prime attraverso il dialogo è la strada da seguire».

Piebalgs ha concluso: «L'UE conferma il suo impegno a sostenere gli sforzi della Groenlandia per esplorare il pieno potenziale di un settore che può diventare una leva importante per la diversificazione dell'economia della Groenlandia. Questa comprensione reciproca è una testimonianza della maturità del nostro dialogo all'interno della partnership Ue-Groenlandia. Vogliamo promuovere lo sviluppo sostenibile della Groenlandia».

 

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