[14/06/2012] News toscana

Prato, inquinanti negli scarichi industriali addio: ecco Purifast

Da Prato una risposta per purificare le acque inquinate degli scarichi industriali e civili. "L'operazione acque pulite", così si chiama, si sintetizza nella formula UF+US, ossia ultrafiltri più ozonizzazione. L'innovazione che lancia Prato e la Next Techology Tecnotessile (NTT) è all'avanguardia nella difesa dell'ambiente e delle risorse idriche, ma di cosa si tratta? Il sistema - spiegano i promotori in un comunicato - è frutto del progetto europeo Purifast, i cui risultati sono stati presentati oggi a Palazzo dell'Industria durante la conferenza internazionale conclusiva organizzata dall'istituzione che ha coordinato il consorzio italo-franco-tedesco, appunto la NTT, società di ricerca e servizi alle imprese fondata a Prato dal MIUR e partecipata dalle principali manifatture italiane del settore.

«Riciclare le acque reflue -  ha detto Enrico Venturini, responsabile dei servizi alle imprese di NTT e del progetto Purifast - è un problema mondiale. In Toscana riguarda in particolare il distretto tessile pratese, quello conciario a Santa Croce sull'Arno, del cartario a Lucca e delle aree minerarie, da Massa all'Amiata. Il solo fabbisogno industriale di Prato arriva a 10 milioni di metri cubi all'anno (4 quelli depurati e riutilizzati): spesso sono acque con residui tossici, che non ci possiamo permettere né di sprecare, né tanto meno di disperdere nell'ambiente. Adesso siamo in grado di proporre a istituzioni e imprese soluzioni di sicura efficacia».

Ideato da NTT, Purifast (acronimo di Advanced Purification Of Industrial And Mixed Wastewater By Combined Membrane Filtration And Sonochemical Technologies) è costato oltre tre anni di ricerche con un finanziamento di € 2,2 milioni della Commissione Europea nel contesto dell' programma Life + Envirenmental Policy and Governance 2007-A1.

Partner del consorzio l'Università di Firenze con i dipartimenti di Matematica e di Ingegneria Civile e Ambientale, le tedesche Inge e IWW (Rheinisch-Westfälisches Institut für Wasserforschung gemeinnützige), le italiane Lavo (Giussano, Monza), King Color (Novi di Modena) e GIDA, la società Gestione Impianti Depurazione Acque (costituita da Comune di Prato, Unione Industriali e Gruppo Consiag), una delle strutture dove il sistema ultrafiltrazione-ozonizzazione è stato sperimentato con successo sia sugli scarichi industriali che su quelli civili.

«All'inizio - ha spiegato Enrico Fatarella, ricercatore chimico di NTT e responsabile scientifico di Purifast - puntavamo su una combinazione di ultrasuoni e membrane capaci di ultrafiltrare l'acqua attraverso fori microscopici. Il successo dei test pilota non ha però dato analoghi risultati su scala industriale. Depurare scarichi ricchi di coloranti e sostanze chimiche presuppone infatti vari passaggi e gli ultrasuoni si sono rivelati troppo costosi in termini di energia necessaria. Preferibili quindi tecnologie più consolidate come l'ozonizzazione (un sistema in cui si sfrutta il potere ossidante dell'azoto per degradare composti organici) di pari efficacia ed economicamente vantaggiose».

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