[13/06/2012] News

Salvare l’orso marsicano è anche compito della Regione Abruzzo

Lipu, Altura e Rifondazione Comunista: «Situazione critica. L'orso è una priorità, forzi straordinari ora, non domani»

Con una conferenza stampa congiunta a Pescara, Rifondazione Comunista dell'Abruzzo, Lipu ed Altura, hanno richiamato l'attenzione sulla situazione dell'orso bruno marsicano (Ursus arctos), sottolineando che «E' una sottospecie presente al mondo solo in Appennino centrale; circa 40 individui, un numero critico di femmine riproduttive, alta mortalità spesso per cause imputabili all'uomo, bassa natalità: grande rischio di estinzione».

Il partito e le due associazioni ambientaliste chiedono che «Le istituzioni si prodighino con impegno e costanza ad attuare le strategie di conservazione già previste dal Patom ( Piano di azione per la tutela dell'orso marsicano) e dal Life Arctos. Più precisamente chiedono conto delle azioni relative a caccia, orsi confidenti, situazione sanitaria e causa di mortalità legate ad attività umane» e ricordano che «I referenti per queste azioni sono la Regione Abruzzo, il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) Corpo forestale dello Stato, il ministero dell'Ambiente e l' Ispra».

Il 14 marzo i consiglieri regionali Maurizio Acerbo (Prc) Antonio Saia (Comunisti Italiani) avevano presentato un'interpellanza alla Regione Abruzzo sulla grave situazione dell'orso marsicano, ma dicono di non aver ricevuto ancora nessuna risposta dalla giunta Regionale alla quale chiedevano di  relazionare sullo stato  del Patom e del Life Arctos.  L'attenzione sull'orso marsicano è aumentata dopo le morti di 5 orse adulte in 5 anni,  dovute soprattutto a cause antropiche che secondo Prc, Lipu ed Altura, contrastano con l'adesione della Regione al piano di tutela per questa specie.

Durante la conferenza stampa è stato chiesto conto alla Regione ed agli altri Enti interessati della situazione riguardante caccia, aree contigue, orsi confidenti, situazione sanitaria e cause di mortalità. Resta infatti ancora irrisolta la questione della caccia al cinghiale con il metodo della braccata, vietato nella Zona di protezione esterna del Parco. Alla fine dell'estate l'orso marsicano comincia a frequentare le aree esterne al Pnalm e inizia la cosiddetta attività "iperfagica", per assicurarsi una buona dose di riserve di grasso prima del letargo invernale. La braccata può essere pericolosa per l'orso sia per il disturbo diretto in un periodo cosi delicato, sia per la possibilità concreta di un incidente di caccia.

Secondo Rifondazione e le due associazioni «Sarebbe importante che le singole squadre di cacciatori venissero vincolate al territorio, nel senso che ogni squadra dovrebbe esercitare la caccia in un'area specifica preventivamente assegnata e che gli Atc (Ambiti  territoriali di caccia) periferici al Pnalm fossero assegnati ai soli cacciatori residenti impedendone l'utilizzo a quelli di altri Atc.Si auspica che il tema della caccia sia discusso e partecipato con le popolazioni locali». Secondo ambientalisti e Prc «E' questione molto complessa e sui cui pesano molti anni di totale inattività», per questo chiedono che «Attraverso il tavolo tecnico già costituito a livello istituzionale, si arrivi entro breve ad un accordo con il mondo venatorio» e che «La caccia alla braccata (non solo al cinghiale) venga regolamentata come previsto dal Patom verso forme di caccia meno impattanti o che vengano escluse dall'attività venatoria le aree più critiche in cui è verificata la costante presenza dell'orso marsicano.  E' inoltre di fondamentale importanza per l'orso che si definiscano e realizzino le aree contigue al Panalm così come previsto dalla Legge Quadro sui Parchi (L. 394/91) e che ci sia una maggiore tutela del territorio nelle aree di connessione (Corridoi ecologici) tra Aree Protette».

Per quanto riguarda gli orsi cosiddetti  "confidenti" «Già nelle scorse settimane diversi animali si alimentavano su cumuli di carote con il rischio che anche femmine con piccoli trasmettessero cosi un comportamento errato alla prole che si può tradurre in una situazione di potenziale pericolo per il futuro di questi individui. Dopo l'Ordinanza del presidente Rossi per vietare l'abbandono di carote e scarti alimentari i Comuni non hanno ancora deliberato in questo senso né nelle aree comunali interne al Pnalm, né sulle aree esterne». Le tre organizzazioni chiedono anche che «Le squadre di intervento rapido appositamente addestrate attualmente non ancora operative, lo diventino nel più breve tempo possibile attraverso l'approvazione di ministero dell'Ambiente e Ispra».

E' stato ricordato che «Per ciò che riguarda i problemi sanitari il progetto Life Arctos prevede due azioni: una riguarda  le pratiche di gestione del bestiame domestico in modo compatibile con la presenza dell'orso: responsabile per quest'azione è il Pnalm. Sono già state elaborate delle linee guida che devono essere messe in pratica. La seconda azione riguarda la gestione sanitaria del bestiame domestico: per quest'azione è stato creato un tavolo tecnico al ministero della salute responsabile per le azioni che dovrebbero coinvolgere le Asl abruzzesi è la Regione Abruzzo. Per entrambe le azioni Rifondazione Comunista Lipu e Altura chiedono al Pnalm e Regione Abruzzo a che punto sono i lavori.

Rispetto ad alcune morti di orsi legate all'attività umana, le due associazioni ambientaliste e Prc dicono: «Abbiamo saputo dal Pnalm che è stato messo in sicurezza il vascone dove nel 2010 due orse vennero ritrovate morte» e chiedono a Pnalm Cfs «Se sia stato portato a termine un censimento di tali vasconi e se questi siano stati messi in  sicurezza in maniera adeguata». Viene ricordato anche che «Nel maggio 2011 un'orsa è stata investita mortalmente sulla statale che collega Gioia dei Marsi a Pescasseroli, ad un anno di distanza non si è ancora fatto nulla di concreto per rendere più sicure le strade che l'orso può attraversare. Il problema è reale e urgente: lo testimoniano due recenti incidenti in Trentino in cui sono morti due orsi», quindi Rifondazione, Lipu e Altura «Chiedono che in tempi rapidissimi almeno vengano messe in pratica misure idonee per rendere sicure le strade».

 

 

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