[12/06/2012] News toscana

Dati Arpat sulla qualità dell’aria in Toscana: segnalate criticità per il PM10, NO2 e O3

Arpat ha fornito i dati relativi allo stato della qualità dell'aria ambiente per l'anno 2011. Si basano sostanzialmente sulle misurazioni ottenute dalle 32 stazioni della rete regionale di rilevamento adottata a fine 2010 con la DGRT 1025/2010, che costituisce la rete di riferimento a livello regionale a partire dal 1° gennaio 2011. Queste informazioni  sono state integrate con quelle ottenute dalle stazioni delle reti locali rimaste attive in base a specifiche richieste degli Enti locali. I dati comunque sono stati validati da Arpat e inseriti nel Sistema informativo regionale ambientale (Sira).  

Il riferimento per la valutazione dei singoli parametri sono i valori limite fissati dalla Direttiva europea 2008/50/CE e recepiti in Italia con il D.Lgs155/2010. Nello specifico per le cosiddette polveri sottili PM10 il valore limite dell'indicatore relativo alla media annuale (limite di 40 μg/m3) è stato rispettato in tutte le zone e nell'agglomerato di Firenze, sia nelle stazioni di fondo che nelle stazioni di traffico. Non è stato rispettato il limite dei 35 superamenti per la media giornaliera di 50 μg/m3 in circa il 50% delle stazioni di rete regionale, con il maggior numero di superamenti concentrati presso le stazioni dell'agglomerato di Firenze, della zona di Prato Pistoia e della Zona del Valdarno pisano e Piana lucchese (vedi grafico 1).

Per quanto riguarda l'agglomerato fiorentino nel 2012 sono stati registrati solo 14 superamenti allo stazione "Fondo" di Scandicci (tra le stazioni Fondo di riferimento ha il numero di superamenti più elevato) per cui non sono scattati nemmeno i primi provvedimenti di limitazione del traffico e del riscaldamento, in base a quanto previsto dal protocollo della provincia. Questo dato senza dubbio segnala un miglioramento della qualità dell'aria rispetto allo scorso anno quando già a febbraio era scattato il primo livello di provvedimenti previsti dal protocollo a seguito dei 15 giorni di superamento del limite di 50 μg/m3; del resto però sono in molti a mettere in dubbio l'efficacia e significatività del posizionamento delle stazioni "Fondo" (in particolare Boboli e Bassi a Firenze) per segnalare la qualità dell'aria nell'agglomerato fiorentino. Da segnalare inoltre che nella stazione traffico di Via Ponte alle mosse all'11 giugno sono stati rilevati 42 superamenti.

Per il PM2,5  il valore limite (25 μg/m3) sulla media annuale viene generalmente rispettato sia nelle stazioni di fondo che nelle stazioni di traffico in tutto il territorio regionale per le stazioni monitorate. Per quanto attiene il biossido di azoto NO2 «per il primo anno si riscontra il rispetto del limite di 18 superamenti per la massima media oraria di 200 μg/m3 di NO2  in tutte le stazioni di rete regionale, comprese quelle di tipo traffico - spiegano da Arpat- tutte le 5 stazioni di tipo traffico attive nel corso del 2011 hanno comunque registrato il mancato rispetto dell'indicatore relativo alla media annuale (limite di 40 μg/m3) confermando la criticità di questo inquinante nelle stazioni di traffico» (vedi grafico 2).

Il  monossido di carbonio e il biossido di zolfo non rappresentano più un problema per la qualità dell'aria in Toscana, si continua infatti cautelativamente a rilevarne le concentrazioni solo in alcuni siti da traffico, dove comunque gli indicatori evidenziano che le soglie sono ampiamente rispettate. Giudizio diverso invece per l'ozono:  «si conferma la criticità rispetto al valore obiettivo per la protezione della salute umana (massimo 25 superamenti del valore di 120 μg/m3 relativo alla massima giornaliera su 8 ore, calcolata come media degli ultimi 3 anni) che non viene rispettato in più del 50% delle stazioni, in particolare nelle zone interne della Toscana- dichiarano da Arpat- il valore obiettivo per la protezione della vegetazione (AOT40 massimo 18000 μg/m3 calcolato da maggio a luglio come media degli ultimi 5 anni) non è rispettato in più del 50% delle stazioni, confermando la difficoltà di raggiungere anche questo obiettivo» (vedi grafico 3).

Considerato che l'ozono nella troposfera si forma a partire da composti organici volatili (COV)  e ossidi di azoto (NOx) in presenza di forte irradiazione solare, ciò significa che nell'aria sono presenti questi "precursori" inquinanti e che in particolare nelle aree urbane è necessario procedere alla realizzazione di interventi infrastrutturali per ridurre l'impatto di alcune fonti inquinanti come ad esempio quelle da traffico veicolare.

 

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