[12/06/2012] News

Vi ricordate i referendum del 12 giugno 2011 su acqua e nucleare? Quando la politica non capisce la società

Esattamente un anno fa l'Italia respingeva il tentativo di far rientrare il nostro Paese nell'incubo del nucleare che si era ripresentato a Fukushima e chiedeva che l'acqua (e i servizi essenziali) fossero gestiti dal pubblico. Quel grande è inatteso movimento di popolo e persone che portò, con strumenti e approcci diversi da quelli della politica tradizionale, ad abbattere facilmente il muro del quorum che in molti davano per invalicabile (e che in troppi si adoperarono per renderlo tale) si è rivelato così "alieno" per la politica italiane, per i suoi esangui e sparpagliati partiti e per governanti populisti ma ostili alle decisioni popolari, da essere presto dimenticata, dopo il goffo tentativo di appropriarsi di un clamoroso successo delle associazioni e della società civile.

La politica, compresa la sinistra sembrò quasi spaventata dal nuovo protagonismo di una importante fetta della società, non seppe interpretare il segnale forte della fine del berlusconismo, sprecò un'altra (l'ennesima) occasione di dialogare e capire un vasto movimento sociale e cominciò a catalogare come "anti-politica" tutto quello che era alieno e non riducibile ad un mercato politico già in crisi. E' probabile che da questa drammatica incomprensione, da questa paura della "rivoluzione" dal basso, da questa irriducibile smania di ricondurre tutto alla "normalità" di un agite politico che non si sostanzia più di militanza e di un'agire di massa, che sia nata la protesta contro la politica tradizionale che ha portato al grillismo ed alla vittoria di tantissimi outsider alle primarie e poi alle elezioni comunali.

Come ricorda oggi il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza «Nonostante l'osteggiamento del governo e il boicottaggio sistematico di gran parte dei media tradizionali, un anno fa in Italia succedeva una cosa bellissima: 27 milioni di persone di diverso orientamento politico e culturale si sono recate alle urne per esprimere democraticamente la loro volontà rispetto a due temi fondamentali: l'acqua e il nucleare. A 12 mesi di distanza, ci fa piacere ricordare questo evento, con la consapevolezza che pure quel risultato così eclatante, che ha liberato l'Italia dall'atomo e rilanciato l'acqua bene pubblico, non ha determinato una scelta univoca e lungimirante della politica delle risorse ambientali nel nostro Paese. Sull'acqua sono ancora troppo insistenti i tentativi di privatizzazione. Mentre il Governo sta osteggiando lo sviluppo delle fonti rinnovabili con l'introduzione di norme complesse, regole incerte, continue ipotesi di revoca degli incentivi, che confondono lo scenario e scoraggiano gli investimenti. Al successo del referendum sul nucleare, un anno fa, contribuì in modo significativo, il terribile incidente alla centrale nucleare di Fukushima che sembrò decretare lo stop alla costruzione di nuove centrali in quasi tutto il mondo. Vorrei quindi esprimere oggi la nostra solidarietà alle vittime di quel drammatico incidente e a tutto il popolo giapponese, oggi di nuovo minacciato dall'ipotesi di riattivazione di due delle centrali chiuse a seguito del disastro nucleare».

Anche Greenpeace fa una ricostruzione della campagna referendaria di un anno fa, ricordando i suoi blitz e le sue azioni che punteggiarono le difficili settimane di una campagna che sembrava svolgersi nel vuoto pneumatico dei media tradizionali: «Una sfida impari, comunque, sia per la sproporzione dei mezzi in campo (basti pensare al budget del Forum Nucleare Italiano, finanziato dalle principali aziende energetiche, Enel in testa) sia per il silenzio dei media più importanti. Alla vigilia del Referendum, il laboratorio di media analysis Vidierre scriveva sul Venerdì di Repubblica: "Dall'inizio dell'anno al 31 maggio, nei sette principali tg nazionali si è parlato del quesito referendario sul nucleare solo in 81 notizie: 11 volte al Tg1, 15 al Tg2, 28 al Tg3, 3 al Tg4, 7 al Tg5, una sola volta a Studio Aperto e 16 al Tg La7. Il quesito sull'energia atomica ha però trovato altri spazi di visibilità: Greenpeace ha calato uno striscione allo stadio Olimpico di Roma per la finale di Coppa Italia, totalizzando 77 secondi d'inquadratura in diretta davanti a 8.083229 spettatori, cui si sommano le riprese nei Tg e nei programmi dì approfondimento"».

Secondo gli ambientalisti il successo è venuto da nuove strategie comunicative: «Il Web contro il silenzio dei telegiornali, l'azione allo Stadio Olimpico per parlare a tutti gli italiani, la storia dei "pazzi", prima nella casa poi nel bidone sul Pincio a Roma, per ricordare che Fukushima non era stato un "semplice" incidente. Sono queste le armi che ha usato Greenpeace per contribuire alla vittoria del Referendum contro il nucleare del 12-13 giugno 2011, del quale ricorre in questi giorni l'anniversario. Campagna che ha appena ricevuto un prestigioso riconoscimento, con la medaglia di bronzo agli Adci Awards 2012 ricevuto dall'agenzia Silverback per la comunicazione integrata de "I pazzi siete voi"».

L'esposizione di uno striscione di 400 m2  durante la finale di Coppa Italia, il 29 maggio, è stato il culmine di una campagna che ha mescolato blitz tradizionali alla mobilitazione sul Web. «Ed è qui che entrata in gioco la campagna "I pazzi siete voi", un vero e proprio caso di "guerrilla story" - spiega Greenpeace - L'iniziativa è partita da sette ragazzi che hanno deciso di vivere per un mese chiusi un una casa bunker rispettando il protocollo di radioprotezione in caso di incidente nucleare. Alcuni di essi, poi, usciti dalla casa sono andati a rinchiudersi in un grande bidone di "scorie nucleari" che per due settimane ha dominato Roma dalla Terrazza del Pincio.  La campagna ha avuto successo. Assieme alle azioni di sostegno organizzate da Greenpeace, ha fatto parlare i mass media attivando contemporaneamente il popolo del Web e il pubblico più vasto. Il sito internet ha ospitato circa 400mila visitatori, raccolto 62mila firme e 2mila commenti. I media hanno risposto con 1.178 lanci web, 222 articoli stampa, 118 servizi radio e 127 servizi Tv: complessivamente quasi 1.700 uscite tra aprile e giugno 2011».

Forse quel che resta della politica avrebbe avuto davvero molto da imparare dal "caso" referendum e dalle nuove strategie comunicative di successo (e  inclusive) che hanno abbattuto il muro di gomma del NO.  

 

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