[08/06/2012] News

Oceana lancia l’allarme sulla "deforestazione" dei mari del Vecchio Continente

Si celebra oggi la Giornata mondiale degli Oceani, e nell'occasione l'associazione internazionale per la conservazione marina, Oceana, lancia l'allarme su un aspetto particolare e talvolta dimenticato, che riguarda in particolare l'Europa: la perdita ed il degrado dei "boschi marini", tra gli ecosistemi più produttivi del pianeta (un ettaro di macroalghe o fanerogame marine può arrivare a generare più di 18.000 euro annuali di benefici economici, 8 volte più di un bosco tropicale). I cambiamenti climatici, l'inquinamento, l'attracco di imbarcazioni, l'uso di determinate tecniche di pesca, il sovrasfruttamento delle risorse marine, le specie invasive, l'urbanizzazione costiera, sono le cause principali che hanno contribuito al drastico declino dei sistemi vegetali marini che si è verificato negli ultimi decenni.

I paesi del sud dell'Europa sono quelli che maggiormente  rischiano di perdere i loro "boschi marini", dato che molte delle specie più importanti si trovano proprio qui, in corrispondenza del loro limite meridionale di distribuzione e qualsiasi cambiamento nel loro ambiente può essere devastante. Ogni anno si perdono migliaia di ettari di questi ecosistemi, una distruzione che passa inosservata e che pregiudica centinaia di specie. Per questo motivo, Oceana chiede agli Stati Membri dell'UE l'applicazione di misure urgenti per arrestare questa tendenza.

«Se la perdita di biomassa ‘forestale' che si sta verificando nei mari, avvenisse con la stessa velocità sulla terra, sarebbe uno scandalo e il tema diventerebbe prioritario in tutte le agende e nei dibattiti politici- ha dichiarato Ricardo Aguilar, direttore Ricerche di Oceana Europa- prati di fanerogame, boschi di kelp, manti di fucales, fondi di coralligeno o letti di rodoliti hanno la stessa importanza, o probabilmente maggiore, di un querceto, di un rovereto, di boschi radi di sugheri e querce, di un bosco di betulle o di faggi, di pinete che coprono il territorio Europeo, anche se la maggior parte dei cittadini non sa neppure che esistono». Numerose sono le "deforestazioni" segnalate da Oceana in tutta Europa. Come quella dei kelp del Golfo de Vizcaya, (alghe con un'altezza  superiore a 4 metri), delle Cystoseira del Mediterraneo (alghe brune a forma di piccoli abeti), o dei prati di Zostera dell'Atlantico, praterie marine con oltre un migliaio di specie che vivono assieme, alghe rosse, brune e verdi che costituiscono l'habitat e il rifugio di specie di particolare interesse per la pesca,e proteggono la costa contro l'impeto delle correnti. Inoltre le fanerogame marine, piante con fiori e frutti che formano estese praterie, stanno diminuendo ad un ritmo del 3-5% annuo e la maggior parte potrebbe scomparire in meno di un secolo.

I "boschi marini", ricorda Oceana, sono una difesa colossale contro l'erosione costiera, che costa all'Europa circa 90.000 milioni di euro all'anno. Tuttavia, la UE dedica scarse risorse alla protezione di questi habitat, pur sapendo che ogni euro investito nella conservazione marina e costiera produce, come minimo, un beneficio pari a 10 e 15 euro. Gli ecosistemi marini apportano inoltre all'Europa degli utili netti di oltre 20.000 milioni di euro. «Siamo diventati tutti degli incendiari dei boschi marini, ma sono i politici che forniscono i fiammiferi ai piromani e distolgono lo sguardo quando si iniziano a scorgere le fiamme. È urgente che la UE avvii un piano per frenare la deforestazione marina e che i governi includano questi habitat tra le loro priorità di conservazione»  ha concluso Aguilar.

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