[05/06/2012] News

Rinnovabili, l’Ue boccia i decreti italiani. Ecodem: «Il governo non vada a sbattere»

Realacci: «Critiche sacrosante». Cogliati Dezza: «Rivedere subito impianto decreto»

I servizi della Commissione europea hanno inviato una lettera di richiamo al Ministero dello Sviluppo economico italiano nella quale si critica pesantemente il decreto sulle rinnovabili.

Secondo i senatori ecodem Francesco Ferrante e Roberto Della Seta è «Clamorosa, ma del tutto logica e condivisibile, la lettera di richiamo all'Italia con cui la Ue critica severamente il nuovo decreto del Ministero dello Sviluppo economico che riforma il sistema di incentivi per le energie rinnovabili. E' una netta bocciatura, che non può che indurre il Governo a rivedere drasticamente l'impianto del decreto, a partire dal meccanismo dei "registri".

L'Esecutivo comunitario in una missiva dei servizi del commissario all'Energia, Guenter Oettinger, punta il dito verso le stesse criticità che erano state sollevate dal  Parlamento italiano, dalle associazioni ambientaliste e da quelle rappresentative del settore delle rinnovabili, nonché dalle stesse Regioni che sono attualmente impegnate nel confronto col governo in sede di conferenza unificata.

L'Europa critica giustamente il meccanismo dei registri, con l'introduzione del quale anche per i piccoli impianti si rischia di affossare un intero settore industriale. Ci sono poi anche altri aspetti da correggere, ad esempio la necessità di reintrodurre l'incentivo per la bonifica dell'amianto, una misura che ha consentito di bonificare 12 milioni di metri quadrati circa di tetti, che ospitano ora 1100 megawatt di energia elettrica pulita. Di fronte all'ennesima bocciatura del decreto il Governo prenda definitivamente coscienza delle necessità di non andare a sbattere, e avvii con le Regioni il necessario lavoro di modifica per sfrondare il decreto da una dannosissima burocrazia». 

«Per stare in Europa, non si possono affossare le energie pulite - afferma poi Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, intervenendo sul tema - L'invito di Bruxelles a rivedere da capo a fondo il nuovo decreto sulle energie rinnovabili è un chiaro avvertimento sulla necessità di non sacrificare le fonti rinnovabili e i meccanismi che le incentivano.

Per un governo che ha fatto dell'appartenenza all'Europa il punto dirimente delle sue politiche e che molto ha investito per restituire all'Italia la dignità internazionale che merita, il monito della Ue rappresenta una vera e propria bocciatura su un terreno, quello delle politiche energetiche per contrastare i cambiamenti climatici e della semplificazione, che da anni rappresenta un cavallo di battaglia per l'Unione. Occorre rivedere subito l'impianto del decreto per dare una prospettiva di sviluppo a lungo termine alle fonti pulite e tagliare le emissioni di CO2, per dare certezza a un settore economico che è tra i pochissimi, già da anni, in controtendenza rispetto alla crisi economica».

Anche secondo Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, «Il richiamo che arriva all'Italia dalla Commissione europea sul decreto rinnovabili è sacrosanto. Ora si cambi accogliendo le richieste che vengono anche dalle Regioni per migliorare il provvedimento che così come è rischia di bloccare il settore con inutili e vessatori appesantimenti burocratici. E' complicato parlare di crescita e rilancio del Paese e poi affossare uno dei settori più promettenti della green economy, quello che può concretamente rappresentare una via per il futuro della nostra economia».

 

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