[01/06/2012] News

L'Efsa sminuisce i due studi sugli effetti dei neonicotinoidi sulle api pubblicati su "Science"

Due studi apparsi recentemente su Science ("Neonicotinoid pesticide reduces bumble bee colony growth and queen production" e "Neonicotinoid pesticide reduces bumble bee colony growth and queen production") dei quali ha scritto anche greenreport.it, hanno dimostrato che bassi livelli di pesticidi neonicotinoidi possono avere effetti rilevanti sulle colonie di api.

Dopo la pubblicazione di questi studi, la Commissione europea ha chiesto all'European food safety authority (Efsa) di confrontare l'esposizione effettiva delle api ai neonicotinoidi come conseguente all'utilizzo come prodotti fitosanitari nell'UE, con i livelli di esposizione utilizzati nella ricerca. All'Efsa è stato anche chiesto di determinare se i risultati siano applicabili ad altri neonicotinoidi utilizzati per il trattamento delle sementi.

Oggi in una dichiarazione pubblicata oggi l'Efsa conclude che per le api da miele «Le concentrazioni di pesticidi testate negli studi pubblicati sono più elevate dei più alti livelli di residui registrati e riscontrati nel nettare per quanto riguarda i neonicotinoidi tiametoxam, clothianidina e imidacloprid. Per i bombi, le dosi di imidacloprid sottoposte a test sono risultate nell'ambito dei livelli massimi di residui riscontrati nel polline e nel nettare». L'Autorità europea con sede a Parma sottolinea che, «Per raggiungere tali conclusioni, ha esaminato un terzo studio ("RFID tracking of sub-lethal effects of two neonicotinoid insecticides on the foraging behavior of Apis mellifera") ove si considerano gli effetti dell'imidacloprid e della clothianidina sulle api da miele».

Nello studio "Neonicotinoid pesticide reduces bumble bee colony growth and queen production" «Le api hanno assunto la quantità totale di sostanza attiva nell'arco di un periodo relativamente breve anziché in un periodo più lungo e più prossimo alle condizioni reali. A seconda delle proprietà della sostanza e di quanto velocemente la sostanza può essere metabolizzata dalle api, tale metodo di esposizione potrebbe risultare in effetti più gravi rispetto a quando le api bottinano in reali condizioni di campo. Inoltre non è certo in che misura l'esposizione all'imidacloprid in Whitehorn et al. sia rappresentativa delle condizioni sul campo, dal momento che i bombi dovrebbero bottinare per due settimane esclusivamente su raccolti trattati con imidacloprid per essere esposti nella stessa misura di cui si parla nello studio».

L'Efsa conferma la sua attitudine pro-pesticidi ma scrive alla fine che «Tuttavia, prima di trarre conclusioni ben precise sugli effetti comportamentali dei neonicotinoidi sulle api bottinatrici e le colonie di api sulla base delle dosi effettivamente assunte, occorrerebbe ripetere gli esperimenti effettuati negli studi con altri livelli di esposizione o in altre situazioni. Occorrerebbero inoltre ulteriori dati per poter valutare appieno l'applicabilità dei risultati delle nuove ricerche al trattamento delle sementi di altre coltivazioni e all'applicazione mediante irrorazione».

L'Agenzia assicura che continuerà a lavorare nel merito e informa di ha ricevuto recentemente «Un mandato dalla Commissione europea, simile a una richiesta ricevuta anche dalla competente autorità francese, a fornire un'analisi approfondita degli effetti delle sostanze attive neonicotinoidi thiamethoxam, clothianidina, imidacloprid, acetamiprid e thiacloprid. L'analisi, la cui pubblicazione è in programma a dicembre 2012, presterà particolare attenzione agli effetti acuti e cronici sulla sopravvivenza e lo sviluppo delle colonie di api, tenendo in considerazione gli effetti sulle loro larve, nonché sul loro comportamento. In tale contesto potrà essere eventualmente presa in considerazione una valutazione degli effetti delle dosi sub-letali sulla sopravvivenza e sul comportamento delle api».

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