[01/06/2012] News

Crisi ecologica come opportunità: ecco cosa l’Italia può fare

Ottava e ultima puntata dell'importante documento dei due storici ambientalisti in esclusiva per greenreport.it

Per quanto riguarda il nostro paese vanno ripensate e introdotte politiche di programmazione economica democratica, basate sul confronto con parti sociali e cittadini, per individuare e promuovere lo sviluppo della produzione nei settori che abbiamo indicato, che non stiamo qui a ripetere,  socialmente e ambientalmente innovativi e capaci di creare occupazione di qualità. Ma attenzione: non si tratta di un meccanismo da mettere in moto sulla base di semplici decisioni di vertice, senza impegnarsi subito nel creare la presa di coscienza e la partecipazione da parte dell'opinione pubblica. Alla quale si propone sì una promessa di occupazione, ma anche una prospettiva assai diversa di consumi.                                                           

Questo scenario richiede, cioè, una riconversione della società sulla base di una riconversione ecologica della società e dell'economia  inconcepibile e impraticabile senza cambiamenti del nostro stile di vita, tanti piccoli interventi tra loro connessi, in direzione della conversione ecologica, del recupero nella città di spazi relazionali, della compatibilità ambientale e della bellezza. Insomma, fuori di retorica e con il massimo della concretezza, all'ordine del giorno è il bene comune: è in questo quadro che può collocarsi l'azione decisa contro l'evasione fiscale e per la riforma della P.A. per ridarle efficienza, professionalità, per perseguire la lotta agli sprechi. Informazione e partecipazione sono i presupposti perché questa politica possa trovare consenso.                                                                                                                                   

Sono queste alcune delle condizioni che vanno premesse al difficile capitolo del finanziamento, proprio indicando il risanamento del debito, gli investimenti produttivi come risultanti innanzi tutto dalla lotta all'evasione fiscale. E poi, drastica riduzione delle spese militari e recupero delle risorse destinate a quelle grandi opere,  la cui validità non resiste all'indagine competente e motivata dall'interesse collettivo.

Sono queste le risorse da spostare, che si dovranno aggiungere alle entrate derivanti dalla fiscalità, ma alleggerendo gli oneri che oggi gravano sulle fasce sociali più deboli.  Se appare necessario pervenire ad una coerente ridefinizione dell'offerta, resta comunque necessario anche intervenire sul versante della domanda, mediante una migliore distribuzione del reddito. In un Paese in cui, secondo il dato di Bankitalia, il 10% più ricco del Paese possiede circa il 45% della ricchezza procedere ad una tassa patrimoniale dell'ordine dei 12-15 miliardi, come indicato dalla Cgil, appare incidere appena per qualche per-mille su tutta questa ricchezza. Tassa patrimoniale a carattere ordinario, da assumersi cioè come modifica fiscale strutturale.                                                                                                                          

Nel settore dell'energia andrà riproposta una forma di carbon tax, intesa come tassa neutrale: prevedere cioè uno sgravio del costo del lavoro corrispondente all'onere da gravare sull'impiego di energie da disincentivare: in tal modo, l'impegno perseguito dall'impresa sul versante energetico si tradurrà in concreto profitto.

8.Fine

Vai all'articolo precedente: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=16122

 

Torna all'archivio