[31/05/2012] News

Uranio impoverito in Sardegna: riconversione di Salto di Quirra e chiusura poligoni militari

ĞRipensare il ruolo e la funzione strategica di un sistema progettato ed attuato oltre 50 anni fağ

Nella tarda serata del 30 maggio la Commissione Parlamentare sull'uranio impoverito ha approvato la relazione del senatore Pd Scanu su Salto di Quirra: il poligono, già al centro dell'inchiesta della Procura di Lanusei per le morti sospette di militari e pastori, verrà riconvertito in un polo di ricerca anche per nuovi sistemi d'arma. E' probabile che nei prossimi 5 anni venano chiusi anche Capo Frasca e Capo Teulada.

Legambiente sottolinea che «La Commissione, con questo documento, attesta in maniera ufficiale il quadro allarmante sulla situazione ambientale e sanitaria del Poligono di Quirra che Legambiente, insieme ad altre associazioni, denuncia da anni».

Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente Sardegna, spiega che «Le decisioni della Commissione in merito alla richiesta dell'immediata e radicale bonifica dell'area, di moratoria delle esercitazioni militari e dell'avvio di un processo di riqualificazione dell'intera area attualmente soggetta a servitù militare, prevedendo anche un suo ridimensionamento e destinando le aree non più soggette a vincolo ad usi civili,  sono molto importanti e positive ed accolgono appieno le nostre richieste».

Il Presidente nazionale del Cigno Verde, Vittorio Cogliati Dezza, definisce «Giusta e opportuna anche l'indicazione della commissione di ripensare il ruolo e la funzione strategica di un sistema progettato ed attuato oltre cinquant'anni fa e di procedere al ridimensionamento delle servitù militari in Sardegna, anche mediante la progressiva riduzione dei Poligoni di Capo Frasca e di Capo Teulada».

Per quanto riguarda il Salto di Quirra, la Commissione chiede senza mezzi termini di «Procedere al definitivo divieto di tutte le attività suscettibili di produrre grave pregiudizio alla salute e all'ambiente» e intanto di avviare subito una bonifica radicale, «Coerentemente con le indicazioni sulla criticità della condizione ambientale, delle zone emerse dai progetti di caratterizzazione condotti e dall'indagine della Procura della Repubblica di Lanusei».

Bisogna inoltre terminare le indagini epidemiologiche e «Riqualificare l'intera area attualmente soggetta a servitù militare, pervenendo anche ad una suo ridimensionamento e destinando le aree non più soggette a vincolo ad usi civili o di tipo duale, con particolare riferimento allo sviluppo di attività attinenti alla protezione civile, alla ricerca scientifica e tecnologica in settori innovativi, ivi compresa l'elettronica, alla sperimentazione di aerei UAV, alla ricerca per il miglioramento delle condizioni di sicurezza dei militari impegnati nelle missioni internazionali, alla tutela delle iniziative imprenditoriali e delle competenze tecniche e professionali sviluppati nei territori interessati».

Per gli altri poligoni militari occorre «Ripensare il ruolo e la funzione strategica di un sistema progettato ed attuato oltre 50 anni fa, in un contesto geopolitico del tutto diverso da quello attuale, e, alla luce della generale esigenza di snellimento e razionalizzazione degli apparati pubblici, procedere al ridimensionamento delle servitù militari in Sardegna, anche mediante la progressiva riduzione dei Poligoni di Capo Frasca e di Capo Teulada e la concentrazione di tutte le attività sostenibili nel Poligono Interforze di Salto di Quirra"»

Inoltre la relazione Scanu impegna governo e parlamento ad «Individuare, nell'ambito dello Stato maggiore della Difesa ed eventualmente degli Stati Maggiori di Arma, le funzioni preposte alla programmazione, al coordinamento ed all'attuazione delle bonifiche dei poligoni di tiro in tutta Italia, procedendo ad una ricognizione a carattere nazionale sulla situazione ambientale delle aree dove sono insediate tali installazioni, anche utilizzando il modello offerto dal progetto di caratterizzazione ambientale di Salto di Quirra» e ad «Assicurare, anche attraverso il coordinamento con le altre amministrazioni, con le Regioni e con gli enti locali, il pieno mantenimento dei livelli occupazionali presenti nelle aree e nelle zone limitrofe ai poligoni interessati a forme di riconversione o di ristrutturazione».

 

Torna all'archivio