[21/05/2012] News

Il 60% dei senegalesi non ha accesso all'energia: l'alternativa è soprattutto l'eolico

Secondo il giornale senegalese  Sud Quoitidien, «L'accesso all'energia resta ancora un lusso  nel nostro Paese. Il 60% dei senegalesi non  ha accesso all'energia, mentre le fonti di energie rinnovabili sono a buon mercato».  Per questo la cooperazione francese, insieme al ministero dell'educazione del Senegal,  grazie al progetto Africa express per le energie rinnovabili, beneficerà di quattro progetti da realizzare a Dakar, Saint Louis, Ziguinchor e Tambacounda. 

Secondo Maman Woré Faye, segretario generale  del club scientifico del liceo di Thiaroye, che nei giorni scorso ha presentato una ricerca sulle rinnovabili in Senegal e il progetto di Africa express, «In Senegal si trova il 95% dei materiali utilizzati per la filiera dell'energia eolica. Però  non sono sfruttati perché la gente non è sensibilizzata. Spetta alla nostra giovane generazione formata nella materia di operare per cambiare la situazione portando l'informazione al grande pubblico, per diminuire la dipendenza dal petrolio».

Jeremy Debreu, un consulente esperto di sviluppo sostenibile, ha spiegato che «Il Senegal beneficerà, con il sostegno di Électricité de France (Edf), della tedesca Schneider Electric e del Programma della Nazioni Unite per l'ambiente (Unep) di quattro progetti di energie rinnovabili. Nel quadro di Africa express, ci sono 4 progetti che si è ritenuto di studiare in Senegal. Diversi si situano a Dakar con un progetto della filiera eolica che si situa nell'università di Dakar, che è molto interessante perché si tratta di una filiera locale di produzione e gestione eolica». Questo progetto sarà esteso a Saint-Louis con l'energia solare per fornire energia ai pastori di Ndioum che producono latte. «Ci sono anche dei progetti in regioni come Namarèle nella zona di  Saint-Louis verso Ndioum, che è  un villaggio pastorale dove sono stati installati dei serbatoi ad energia solare per stoccare la production del latte del bestiame - sottolinea  Debreu - Questo progetto, che costa 16 milioni di franchi  Cfa,  genererà un'attività creatrice di entrate molto importanti perché permetterà di valorizzare il latte prodotto dalle mucche e di poter rendere finalmente redditizio questo finanziamento. C'è bisogno sia di una volontà politica forte per permettere l'accesso all'energia ai più sfavoriti, degli sforzi per strutture come dighe, centrali solari, ecc, così come degli sforzi per il rafforzamento della rete e la creazione di reti decentralizzate». Ma Debreu crede soprattutto che «Le energie rinnovabili, soprattutto l'energia eolica, siano un mezzo per sviluppare l'Africa, visto il potenziale energetico straripante. L'idea è quella di promuovere dei progetti africani e di cambiare lo sguardo che abbiamo in Africa perché spesso la visione dell'Africa è quella di un continente in cattiva salute mentre sul piano energetico c'è un potenziale che è gigantesco».

Gli esperti di Africa express  nell'ultimo week-end  sono stati in Casamance, la regione meridionale senegalese scossa dalla ribellione indipendentista, per studiare degli eco-villaggi  e questa settimana saranno a Tambacounda dove visiteranno gli eco-villaggi già realizzati dalla multinazionale francese Schneider Electic.

Debreu, riferendosi  a questo diffuse dinamismo locale, evidenzia: «Sentiamo che ci sono persone già formate, una presa di  coscienza che è generale e dei progetti che si sviluppano sempre di più. Rimangono certi limiti, soprattutto nella gestione dei rifiuti. Lo abbiamo visto in Mauritania ed anche in Senegal è più o meno così. Sul ritrattamento dell'acqua, penso che in Africa  sia un impegno colossale per  i prossimi decenni». 

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