[14/05/2012] News

Il solare termodinamico d'Egitto è "made in Italy"

Via al test dell'impianto per produrre energia e dissalare l'acqua

L'Egyptian academy of scientific research and technology (Asrt) ha annunciato l'avvio del progetto pilota Concentrated solar power  (Csp)  a Burj Al Arab, una zona desertica vicina ad Alessandria d'Egitto, per testare le unità in grado di produrre elettricità e contemporaneamente desalinizzare l'acqua. I test delle unità Mats di Burj Al Arab servono anche a capire se e come possono essere alimentate utilizzando sia energia solare che energie rinnovabili come biomassa e biogas. L'impianto pilota ha lo scopo di produrre un MW  di energia elettrica e 250 metri cubi di acqua dissalata al giorno.

Il presidente dell'Asrt, Maged Al-Sherbiny,  ha detto che «Le unità Mats potrebbero essere utilizzate per sfruttare l'energia solare concentrata mediante impianti di dimensioni piccole e medie, per soddisfare le esigenze locali di energia, calore e acqua desalinizzata. Asrt è il titolare del contratto principale per il progetto, con altri partner provenienti da Italia, Germania, Francia e Regno Unito. Un accordo per ospitare il progetto è stato firmato con la City of scientific research and technological applications (Csrta), di stanza nel  territorio di Burj Al Arab. il progetto dimostrativo Mats sarà effettuato su scala industriale, e l'Egitto in futuro potrebbe essere in grado di esportare questa tecnologia ad altri Paesi africani. Infine, le unità possono anche essere incorporate nei piani nazionali per l'esportazione di energia elettrica dal Nord Africa verso l'Europa. La tecnologia dovrebbe essere testata in una zona dove i livelli di radiazione solare sono  alla pari con i Paesi mediterranei. Le unità Mats si basano sulla innovativa tecnologia Csp sviluppata in Italia».

Essam Khamis, a capo della Csrta, ha spiegato a SciDev.Net che  «Questo progetto pilota è anche una stazione di ricerca in quanto comprende un istituto di ricerca specializzato nel quale saranno formati i  ricercatori egiziani».

Si tratta del progetto Multipurpose applications by thermodynamic solar (Mats), coordinato, dalla nostra Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), finanziato dalla Commissione Europea con circa 12,5 milioni di euro, e che l'Enea aveva presentato in un Kick-off meeting il 25 luglio 2011 e che «Prevede lo sviluppo di un impianto solare termodinamico in Egitto». Al Mats partecipano le industrie italiane Tecnimont KT, Ronda HT, Archimede Solar Energy e le egiziane  Orascom e Delft Environment,oltre a partner internazionali di ricerca: il francese Cea, il tedesco Ise del centro Fraunhofer e gli egiziani Asrt e Nrea, e l'università britannica di Cranfield.

L'Enea spiega che «Il progetto Mats prevede lo sviluppo e la dimostrazione di nuove applicazioni della tecnologia del solare termodinamico dell'Enea, per la produzione di energia su scala medio-piccola. All'interno del Campus universitario della "Città della Scienza e Tecnologia" di Borg-el-Arab, vicino Alessandria d'Egitto, sarà realizzato un sistema co-generativo in grado di soddisfare il fabbisogno di elettricità, riscaldamento e raffrescamento (domestico e industriale), oltre alla possibilità di dissalazione dell'acqua marina, utilizzando l'energia solare integrata con altre fonti energetiche localmente disponibili (ad esempio biomassa, biogas, combustibile da rifiuto, ecc.)». 

Il progetto Mats si sviluppa nell'arco di 42 mesi e per un valore complessivo di circa 22 milioni di euro, e si articola in tre fasi: «Nella prima, ogni singolo componente dell'impianto viene sviluppato mediante sperimentazione e modellazione numerica; nella seconda si provvederà alla costruzione dell'impianto completo all'interno del Campus universitario della Città della Scienza e Tecnologia di Borg-el-Arab, vicino Alessandria d'Egitto. L'ultima fase del progetto sarà dedicata alla dimostrazione sperimentale dell'impianto, che avrà la capacità di co-generare 1 MW di energia elettrica e 4 MW di energia termica per alimentare apparecchiature di climatizzazione di edifici e un dissalatore da 250 metri cubi al giorno».

La tecnologia di riferimento sviluppata dall'Enea, già utilizzata nell'impianto Archimede dell'Enel a Priolo Gargallo (Sr), prevede l'utilizzo di sali fusi alla temperatura massima di 550°C, quale fluido di processo, e di un sistema di accumulo termico che permette di distribuire energia anche in assenza di fonte solare. Inoltre, l'integrazione dell'impianto solare con generatori alimentati a combustibili alternativi (preferenzialmente biomasse) rende l'intero sistema ancora più flessibile, garantendo una maggiore  continuità nella produzione di energia.

Il Mats sperimenta nuovi componenti e processi produttivi per ridurre i costi e aumentare l'efficienza della tecnologia Enea, compreso un nuovo sistema di generazione di vapore integrato con un solo serbatoio di accumulo. «Ulteriori innovazioni - spiega l'Enea - riguarderanno il tubo ricevitore, realizzato da Archimende solar enegy, una delle imprese italiane che partecipano al progetto, le tubazioni di raccolta dei sali fusi e altri dispositivi che permetteranno all'impianto di operare anche in completa autonomia, cioè staccato dalla rete elettrica nazionale. Il progetto Mats  è il chiaro esempio di come i risultati della ricerca possono essere trasferiti con immediatezza ed efficacia all'industria.  Oggi l'industria nazionale è ai massimi livelli di eccellenza ed è in grado di competere sul mercato internazionale con le soluzioni tecnologiche più avanzate nel campo del solare termodinamico».

Khaled M. Fekry, capo del settore ricerca e sviluppo della National renewable energy authority dell'Egitto ha sottolineato che «Uno dei più grandi vantaggi della tecnologia Mats è il suo relativo basso costo e l'alta efficienza. Inoltre - ha detto a SciDev.Net - i componenti del Mats sono fatti in Egitto ed esamineremo se le altre parti importate possano essere fabbricate in Egitto».

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