[10/05/2012] News

Qualcuno che declina la crescita (e crede ancora nell'Ue): Barroso

Per la Commissione Ue occorre puntare ad una crescita ĞInclusiva e ambientalmente sostenibileğ

Al di là dell'opinione che singolarmente si può avere e dare sull'operato di Juan Manuel Barroso, il presidente della Commissione ieri a Firenze ha fatto un discorso da vero europeista e tenuto la barra - almeno nelle parole - sulla sua idea, e quindi quella della Commissione, di sviluppo: « L'Europa ha mantenuto in questi anni la sua fetta di mercato mondiale e dovrà continuare in questa direzione, puntando a una crescita che sia inclusiva e ambientalmente sostenibile».

Finalmente, viene da dire, qualcuno che parlando di rigore, sviluppo e quindi crescita la declina sulla sostenibilità ambientale e sociale, e di questi tempi tocca accontentarsi. Anche perché un barlume di speranza si può cogliere anche in altre sue affermazioni che almeno nell'analisi spiegano la situazione dell'Unione - non buona va detto - indicando anche come uscirne: «Il problema è che molti politici che a Bruxelles votano in un modo, quando tornano in patria parlano in un altro, scaricando le colpe della crisi sull'Europa». Come riporta il Sole24Ore, per Barroso il nemico peggiore, «non è l'euroscetticismo, ma il pessimismo degli europeisti. Dobbiamo invece evitare atteggiamenti demagogici e rischi d'integralismo: insieme, con un'integrazione economica sempre più forte e magari pensando all'ipotesi di eleggere direttamente il presidente dell'Unione potremo tutelare gli interessi dei cittadini europei».

Che, in epoca di globalizzazione, vuol dire anche - o almeno dovrebbe - fare gli interessi dei cittadini del mondo. Un mondo che è tutto attaccato e che - come dimostra la crisi - può essere contagiato da ogni parte del globo, ma che può anche ritrovarsi e ridisegnare le sue prospettive per le stesse ragioni. Serve, lo diciamo ormai fino allo sfinimento, più Europa per frenare la deriva della finanza ormai drammaticamente egemone e assassina dell'economia reale. Serve un'Europa forte che abbia una politica industriale aperta sul futuro che non può non essere dentro un'idea di economia ecologica. Non si esce dalle crisi in atto (economico-finanziaria-sociale ed ecologica) senza questa prospettiva.

Di solo rigore si può morire, la spoon river degli imprenditori italiani ne è la drammatica fotografia, e pensare che si possa tornare indietro non è utopia, è distopia. Per questo e in questo contesto, appare quasi un'idea "geniale" quella di Monti che, come spiega sempre il Sole24Ore, vuole «tentare un'esenzione di almeno tre anni dal deficit nazionale (e anche dal fiscal compact) della quota nazionale di investimenti pubblici in settori strategici come agenda digitale, banda larga e progetti transfrontalieri di interconnessione elettrica». Solo riuscire a far partire il progetto di banda larga - nell'era dell'economia della conoscenza - sarebbe già un cambio di marcia per questo stanco e sempre più rassegnato Paese.

 

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