[04/05/2012] News

Socotra, la ricerca scientifica italiana svela i gioielli della biodiversità delle "altre Galapagos"

I bistrattati e malpagati ricercatori italiani si stanno rendendo protagonisti di numerose scoperte che fanno il giro delle pubblicazioni scientifiche di tutto il mondo ma che stentano a trovare spazio sulla stampa del nostro Paese.

E' il caso di quello che sta succedendo nel remoto arcipelago yemenita di Socotra, tra l'Africa e la penisola araba, dove un team di ricercatori italiani sta rivelando tutta la ricchezza di uno scrigno pieno di insolita e rara biodiversità. Il ritrovamento dell'ultimo gioiello di Socotra lo ha rivelato direttamente sul forum online "Naturae Foto" Fabio Pupin, un fotografo e erpetologo del Museo di storia naturale dell' Università di Pavia e del Museo Tridentino di scienze naturali, che ha scattato a Socotra foto davvero fantastiche:

«Ho dovuto aspettare parecchio a mostrarla in giro, ma pochi giorni fa è stata pubblicata la descrizione, così ho il piacere di presentarvi la Trachylepis cristinae - in questa foto (che pubblichiamo tratta da Mongbay.com, ndr) l'olotipo in tutta la sua tigrata fierezza -, uno scinco endemico dell'isola di Abd Al Kuri, nell'arcipelago di Socotra, Yemen. In effetti sono passati solo due anni...solo... Fantastica scoperta che ci ha perdipiù permesso di stabilire che tutte le specie dell'isola - lunga all'incirca una 30ina di km e larga nel punto massimo non più di 5 km - sono presenti solo lì, mentre in tutte le altre isole c'è una fauna a parte. Non male per delle isole che quanto a ricchezza potrebbero tranquillamente rivaleggiare con le Galapagos, a dire il vero sotto certi punti di vista sono decisamente più interessanti, ma non hanno avuto la fortuna di essere visitate da zio Charles...».

Il team di diverse università e musei italiani, composto anche da Edoardo Razzetti, Roberto Sindaco, Francesco Pella, Ugo Ziliani, Elisa riservato, Dasniele Pellitteri Rosa, Luca Butikofer, Caterina Carugati, Eleonora Boncompagni, Mauro Fasol, Cristina Grieco, al quale collaborano Ahmed Saeed Suleiman e Badar Adar Awadh AlL-Aseily della Socotra Branch del'Environment protection agency dello Yemen, nel 20011 aveva già pubblicato su "Zootaxa" la ricerca "Annotated checklist and distribution of the Socotran Archipelago Herpetofauna (Reptilia)" che metteva in evidenza la grande biodiversità di un arcipelago semi-sconosciuto ma che, biologicamente parlando, è tra i più meravigliosi del mondo: oltre un terzo delle piante di Socotra è endemico, e sono endemiche addirittura il 90% delle specie di rettili ed è studiandole che i ricercatori italiani hanno scoperto la nuova specie scinchi dell'isola di Abd al Kuri, un frammento di terra eggermente più piccolo di Staten Island a New York. Non a caso le quattro isole che formano l'arcipelago di Socotra vengono chiamate dai biologi le "altre Galapagos", vere e proprie zattere tra la Somalia e lo Yemen dove l'evoluzione continua a sbizzarrirsi e stupire gli incantati osservatori umani.

Pupin spiega su Mongbay che il team di ricerca dopo aver studiato l'isola maggiore, Socotra, nel 2010 ha avuto finalmente avuto la possibilità di organizzare un breve viaggio nelle isole minori dell'Arcipelago «Che sono difficilmente raggiungibili a causa del mare mosso per la maggior parte dell'anno e per l'attività dei pirati nell'area prospiciente la Somalia». I ricercatori sono riuscito a passare un giorno e una notte in ciascuna delle tre isole, Samha, Darsa e Abd Al Kuri e in quest'ultima isola Cristina Grieco, dello studio naturalistico Platypus di Milano, ha trovato un grosso scinco sotto un cespuglio. «Lo abbiamo catturato per l'identificazione e le misurazioni - spiega Pupin - e abbiamo subito capito che lo scinco si distingueva nettamente da tutti gli altri che avevamo incontrato prima sulle isole. Tuttavia, abbiamo dovuto tenere a bada le emozioni fino a quando non abbiamo correttamente confrontato le sue caratteristiche morfologiche con le altre specie di scinchi e i risultati molecolari non hanno definitivamente confermato i nostri sospetti».

I ricercatori italiani descrivono su "Zoologica Scripta" la nuova specie, battezzata Mabuya di Cristina (Trachylepis cristinae) in onore della scopritrice, e il ritrovamento dello scinco porta a 5 le specie di rettili che in tutto il mondo vivono solo nella piccola isola di Abd al Kuri. Pupin sottolinea che «Come probabilmente è accaduto spesso in altre parti del mondo, gli scinchi potrebbe aver raggiunto l'arcipelago portati dai tronchi o da altra vegetazione galleggiante. Rettili come scinchi e gechi hanno dimostrato di essere dispersori incredibilmente buoni, e sono anche noti per aver attraversato l'oceano Atlantico».

Lo studio italo-yemenita ipotizza che gli scinchi nel genere Trachylepis siano arrivati nell'Arcipelago di Socotra in due diverse ondate migratorie: circa 10 milioni di anni fa hanno colonizzato tre isole (Socotra, Darsa e Samha), per poi evolversi nelle specie oggi conosciute come la Mabuya Socotra (Trachylepis socotrana), la seconda migrazione è arrivata 7 milioni di anni più tardi nell'isoletta di Abd al Kuri Island e ora ha avuto il suo legittimo riconoscimento scientifico come Mabuya di Cristina.

Ma l'erpetofauna di Socotra è solo una delle meraviglie di un arcipelago e di paesaggi che gli alberi sangue di drago (Dracaena cinnabari) a forma di fungo sembrano far appartenere ad un altro pianeta o ad un racconto di fantasy. «Queste sono alcune delle più antiche isole del mondo. Milioni di anni di isolamento dai vicini continenti hanno messo la flora e la fauna delle isole in una situazione da manuale per sopravvivere ed evolversi a modo loro - dice Pupin che è evidentemente stregato da questo aspro arcipelago - Questo è motivo per cui le isole sono abitate da un numero così impressionante di endemismi E' piuttosto una regola generale trovare peculiarità sulle isole, ma ciò che rende l'arcipelago di Socotra così sorprendente è il valore dei suoi endemismi: considerando solo i rettili, sono quasi tutti endemici, (ad eccezione di quelli che si ritiene abbiano raggiunto le isole grazie a noi) con lignaggi e generi antichi, tra cui specie più chiaramente adattate ad habitat differenti».

Nell'arcipelago di Socotra vivono anche circa 145 specie di uccelli, 10 delle quali endemiche, e circa 100 specie di lumaca terrestri, 95 delle quali endemiche. Gli unici mammiferi autoctoni sono i pipistrelli. Anche per questo Socotra e le sue isole minori sono patrimonio mondiale naturale dell'umanità dell'Unesco dal 2008. L'arcipelago yemenita è importante anche perché, a differenza di altre isole, la sua biodiversità non è stato spazzata via dalle estinzioni e nel XIX secolo non dovrebbe aver perso nessuna delle sue specie endemiche di uccelli, rettili o molluschi, anche se nelle 4 isole vivono 50.000 persone, la maggior parte nella sola Socotra.

Ma questo paradiso naturale, in gran parte protetto, potrebbe presto vedere i suoi gioielli viventi scomparire uno ad uno se la biodiversità di Socotra continuerà ad essere gestita male. Anche in queste isole remote cominciano a comparire le minacce comuni ormai in quasi tutte le isole del pianeta: perdita di habitat, sovrappopolazione, specie invasive, cambiamenti climatici e il recentemente improvviso aumento del turismo alla ricerca di luoghi incontaminati e singolari.

«Pur essendo di beneficio all'economia locale - sottolinea Mongbay - il turismo mal regolamentato può richiedere un pedaggio pesante agli stessi ecosistemi locali che i visitatori vanno a vedere. Nel 2010, oltre 3.000 turisti hanno visitato Socotra Island. Inoltre, i recenti sconvolgimenti nello Yemen hanno reso incerto il futuro dell'isola». Lo Yemen è stato sconvolto ed ulteriormente impoverito dalla sua lunga e sanguinosa primavera araba ed è uscito dai massacri del regime e dalle violente proteste di massa solo con l'elezione del nuovo presidente del Paese del candidato unico Rabbuh Abd Al-Mansur Hadi, l'ex vicepresidente del dittatore Abdullah Saleh, la situazione rimane tesa e i gruppi che chiedono che lo Yemen meridionale (del quale faceva parte Socotra) ritorni indipendente continuano la loro attività politica ed armata.

Anche secondo Pupin «Attualmente principale preoccupazione del conservazioni è l'instabilità politica nello Yemen ed i risultati che avrà sulla conservazione della biodiversità delle isole negli anni a venire. Ormai, quasi qualsiasi progetto nelle isole che coinvolga personale occidentale è stato bloccato e nessuno sa come si evolverà la situazione. Quel che speriamo è che il ritrovamento senza fine di nuove specie, il nostro scinco è solo una delle molte nuove scoperte di fauna e flora delle isole, mantenga l'attenzione dell'opinione pubblica e dei decision-makers su questo paradiso della biodiversità».

Intanto, i ricercatori italiani devono semplicemente aspettare di vedere se e come il nuovo governo dello Yemen intenda valorizzare queste sue meravigliose isole "aliene" e la loro splendida e rara vita.

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