[03/05/2012] News

Fao: ĞI prezzi alimentari diminuiscono ma restano altiğ. Cresce la produzione di carne

Previsti un aumento degli stock e una forte domanda

Secondo il "Fao Food Outlook", un'analisi di mercato globale  pubblicata semestralmente, «Il livello dei prezzi alimentari mondiali, misurato dall'Indice Fao dei Prezzi Alimentari, è sceso di tre punti, pari all'1.4%, tra marzo ed aprile 2012, ma sembra essersi stabilizzato al valore relativamente alto di 214 punti. Si è trattato della prima diminuzione dopo tre mesi consecutivi di aumenti, e sebbene l'indice sia notevolmente sceso rispetto al record di 235 punti registrato ad Aprile 2011, è ancora ben al di sopra dei valori inferiori ai 200 punti che si registravano prima della crisi alimentare del 2008».

Il rapporto Fao sottolinea che «Le previsioni per la seconda metà del 2012 e per l'inizio 2013 indicano un generale miglioramento nell'offerta alimentare ed una domanda stabilmente sostenuta. Di conseguenza, la fattura delle importazioni globali alimentari nel 2012 potrebbe diminuire fino al livello di 1.24 miliardi di dollari, leggermente inferiore rispetto al livello record di 1.29 miliardi di dollari dell'anno scorso». 

Le previsioni per la produzione di cereali indicano «Una modesta espansione nel 2012 verso un nuovo record di 2 371 milioni di tonnellate, rispetto ai 2 344 milioni di tonnellate del 2011». La produzione di grano però dovrebbe diminuire del 3,6% rispetto al 2011, raggiungendo i 675 milioni di tonnellate, con il calo maggiore previsto in Ucraina, seguita da Kazakistan, Cina, Marocco ed Unione Europea. «La diminuzione attesa nella produzione coincide con previsioni di leggero calo anche per il consumo totale di grano per la stagione commerciale 2012/2013 - dice la Fao - La minor produzione di grano è controbilanciata dal livello record della produzione dei grani secondari, prevista pari a 1 207 milioni di tonnellate nel 2012, rispetto ai 1.164 milioni di tonnellate del 2011, che era stato anch'esso un livello record. Ma l'aumento, previsto a seguito di una forte espansione delle semine negli Stati Uniti, sembra insufficiente ad allentare l'attuale ristrettezza del mercato, per via del livello estremamente basso degli stock iniziali, con conseguente continua pressione sui prezzi».

Invece quest'anno dovrebbe crescere  dell'1.7% la produzione di riso, fino a 488 milioni di tonnellate, «Ma la domanda di importazioni stagnante e il riaffacciarsi dell'India come maggiore esportatore contribuiscono a mantenere i prezzi moderati  - spirega l'agenzioa alimentare dell'Onu - La produzione mondiale di riso quest'anno è  prevista superare la domanda per l'ottavo anno consecutivo». 

Dopo due stagioni produttive relativamente buone, nel 2011/2012 il mercato dei semi oleosi e dei prodotti derivati dovrebbe vedere una diminuzione: «La produzione globale di semi oleosi non sarà sufficiente a soddisfare la crescente domanda di tali prodotti e dei pasti in generale. La produzione mondiale di semi di soia è prevista diminuire di quasi il 10%, uno dei peggiori crolli annuali mai registrati. Con gli altri semi oleosi a compensare solo in parte tale crollo, la produzione totale di tali prodotti dovrebbe scendere del 4% rispetto alla scorsa stagione, toccando il minimo degli ultimi tre anni. I prezzi internazionali dei semi oleosi e dei prodotti derivati, che erano aumentati bruscamente da Gennaio a questa parte, rimarranno dunque presumibilmente stabili».

Per quanto riguarda lo zucchero, la produzione globale 2011/2012 aumenterà del 4,6%, oltre 8 milioni di tonnellate, rispetto al 2010/11, arrivando a toccare quasi i 173 milioni di tonnellate: «Per il secondo anno consecutivo la produzione è prevista superare la domanda, con un surplus stimato attorno ai 5.4 milioni di tonnellate, che dovrebbe aiutare a ricostituire gli attuali livelli piuttosto bassi degli stock. L'aumento della produzione di zucchero è attribuito alla notevole espansione delle aree coltivate e dell'impiego di input, favorita dagli alti prezzi dello zucchero a livello globale e dalle migliori condizioni meteorologiche. Il calo della produzione previsto in Brasile, il maggior produttore a livello mondiale, dovrebbe essere controbilanciato da un aumento della produzione negli altri principali Paesi produttori, tra cui Tailandia e India».

La produzione mondiale di carne, invece, dovrebbe crescere di quasi il 2%, soprattutto grazie agli al pollame ed ai suini, raggiungendo i 302 milioni di tonnellate. La maggior parte dell' aumento dovrebbe aversi nei paesi in via di sviluppo, e questo è un dato da tenere molto in considerazione visti gli impatti del consumo della carne sull'ambiente.

Il "Fao Food Outlook" sostiene che «L'attuale competizione sui mercati è prevista intensificarsi nel corso 2012, poiché la crescita della produzione in alcuni paesi importatori chiave rallenterà l'espansione del commercio globale di carne. Questo, unito ai bassi livelli produttivi dei paesi esportatori sviluppati, sta provocando un trasferimento delle quote di mercato verso i Paesi in via di sviluppo, in particolare Brasile e India».

Anche la produzione mondiale di crescerà del 2.7% fino a 750 milioni di tonnellate: «Il grosso dell'aumento dovrebbe aversi in Asia, ma aumenti produttivi sono previsti in quasi tutte le regioni. Il commercio mondiale di prodotti caseari dovrebbe continuare a crescere nel corso del 2012. La domanda resterà stabile, con le importazioni previste raggiungere i 52.7 milioni di tonnellate di equivalenti del latte. L'Asia continuerà ad essere il mercato principale, seguita da Nord Africa, Medio Oriente e America Latina e Caraibica».

«Nonostante qualche resistenza dei consumatori nei mercati più tradizionali del SudEuropa», cresce la domanda di pesce e prodotti ittici, insieme alla produzione ittica globale ed ai prezzi e la Fao conclude che «La produzione totale è prevista crescere nel 2012 del 2.1%, fino a un livello di 157.3 milioni di tonnellate, grazie ad un aumento del 5.8% nella pesca da allevamento che più che compensa un leggero calo nella pesca da cattura, dovuto alle limitazioni alla caccia imposte su alcune piccole specie oceaniche del Pacifico».

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