[27/04/2012] News

In attesa della sentenza della Corte di giustizia europea, sugli Ogm si riaccende il dibattito

Le conclusioni (comunque non vincolanti per la Corte) dell'avvocato Yves Bot hanno suscitato grande scalpore nel mondo dell'agricoltura ed in quello degli ambientalisti. Come riportato ieri da greenreport.it (vedi link in fondo), l'avvocato generale della Corte di Giustizia europea ha espresso parere contrario alla posizione del Ministero italiano delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) nella gestione della normativa relativa alla presenza di Ogm su suolo italiano.

Non si è fatta attendere la replica dell'Aiab (Associazione italiana per l'agricoltura biologica): «Prendiamo atto con apprensione delle conclusioni dell'avvocato generale della Corte di Giustizia europea, Yves Bot, rispetto alla causa che oppone la Pioneer al Mipaaf - argomenta Alessandro Triantafyllidis, presidente nazionale Aiab. Bot ha infatti affermato  che le varietà Ogm autorizzate da Bruxelles non possono essere bloccate in Italia, (né negli altri Stati membri) né da procedure di autorizzazioni nazionali, né in attesa che vengano varate le norme della coesistenza. Poiché in genere la Corte accoglie le conclusioni dell'avvocato generale, la valutazione espressa oggi da  Yves Bot  fa suonare un campanello dall'arme per il biologico e per la sovranità alimentare del Vecchio continente».

Più cauta, ma comunque vigile, la posizione del ministro delle Politiche agricole e alimentari, Mario Catania, che giudica il dossier «spinoso perché nella nostra realtà gli Ogm sono ritenuti dalla grande maggioranza degli operatori, delle organizzazioni, un elemento da non inserire nel contesto produttivo. Credo che la soluzione sia la proposta di regolamento che si sta discutendo in questo momento a Bruxelles e che consente maggior flessibilità agli Stati membri per decidere. Aspettiamo il giudizio della Corte di giustizia europea in quanto, se la posizione dell'Avvocato generale è importante non è ancora la sentenza, poi tireremo le conclusioni».

A cosa porterebbero però tali conclusioni, se dovessero adagiarsi - come sembra prevedibile - sulla linea espressa da Yves Bot? «Se venisse effettivamente confermato l'orientamento dell'avvocato generale - spiega Triantafyllidis - si aprirebbero nuovi pericolosi spazi per semina in campo aperto di Ogm, anche in contrasto con la volontà dei singoli Stati membri. Oltre a un problema di legittimità democratica, il pronunciamento, se confermato, metterebbe in serio pericolo il biologico europeo visto che, come hanno dimostrato molti casi di contaminazione, la coesistenza in campo aperto tra agricoltura Ogm da una parte, e agricoltura convenzionale e biologica dall'altra, non è possibile».

Il terreno della legittimità democratica delle scelte diventa di nuovo caldo, dunque, anche in tema di Ogm; se l'introduzione degli organismi geneticamente modificati è generalmente osteggiata dal pubblico italiano, questa avversione si trova a scontarsi sia con le dinamiche del mercato internazionale delle derrate agricole - pressato da esigenze demografiche tanto quanto dalla speculazione finanziaria sulle commodity alimentari - che dagli interessi delle grandi multinazionali protagoniste nell'universo forse nascosto, ma determinante, delle sementi e dei diritti che vi si accampano sopra. Ed al di là della discussione sulla qualità del prodotto e sulle sue ripercussioni sulla salute, anche dopo questo nuova fiammata non si intravedono da parte nostra argomenti veramente importanti per far cambiare la nostra opinione che è negativa nei confronti degli Ogm. Più di tutto fatto i risultati ottenuti dove questi sono stati introdotti: non vi è traccia di miglioramento del raccolto, né della produzione, né delle condizioni dei lavoratori, che anzi sono spesso peggiorate.

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