[17/04/2012] News

Gli oranghi ingegneri e l’evoluzione dei “nidi” degli esseri umani

Gli oranghi costruiscono ogni giorno nella foresta un nuovo "nido" sicuro e confortevole e devono farlo rapidamente ed efficacemente, utilizzando i rami e le frasche che trovano  intorno. Lo studio "Nest-building orangutans demonstrate engineering know-how to produce safe, comfortable beds" pubblicato su "Pnas" da un team di ricercatori britannici delle università di Birmingham, Liverpool e Londra,  analizza la progettazione meccanica e l'architettura dei nidi di orango per determinare il grado di sofisticazione tecnica utilizzata nella loro costruzione.

«Abbiamo misurato le dimensioni dell'intero nido e lo spessore dei rami utilizzati e registrati i modi in cui sono stati spezzati i rami.  Dai nidi sono stati raccolti campioni di pezzi e sottoposti a prove di flessione in tre punti per determinare le loro proprietà meccaniche. Abbiamo dimostrato che il centro del nido è più praticabile rispetto ai bordi, questo può aggiungere comfort e sicurezza alla struttura. Durante la costruzione gli oranghi utilizzano il fatto che i rami si rompono a metà, attraverso la frattura "greenstick", per tessere la struttura principale del nido. Scelgono i rami più spessi con maggiore rigidità e resistenza per costruire in questo modo la struttura principale. Poi spezzano i rami più sottili seguendo frattura greenstick con un movimento di torsione per lasciare la scorza attaccata. Questi risultati suggeriscono che gli oranghi presentano un grado di conoscenze tecniche e di scelta nella costruzione dei nidi». Inoltre, gli oranghi non scelgono a caso i loro alberi e sembrano evitare le specie più comuni.

I ricercatori hanno girato filmati di queste grandi scimmie nelle foreste di Sumatra e il loro studio dimostra che gli oranghi selezionano e intrecciano con cura grossi rami per l'intelaiatura del nido e rami sottili un realizzare un  materasso elastico. Roland Ennos, della facoltà di scienze della vita dell'università di Manchester, ha detto a Bbc Nature  che il comportamento degli oranghi dimostra «Un uso sofisticato degli strumenti e capacità di costruzione. Dimostrano un elevato  know-how ingegneristico nel modo in cui costruiscono i loro nidi. Spero che questo aiuti  a dimostrare come l'evoluzione dell'intelligenza possa essere guidata dalla necessità di affrontare  l'ambiente meccanico, piuttosto che l'ortodossia prevalente che è solo l'ambiente sociale che è importante».

Le scimmie riescono a prelevare un ramoscello da un albero in modo "pulito" e a spezzarlo a metà,  e sono in grado di piegare e tessere nidi di grandi dimensioni fatti di rami flessibili innestati su un'ossatura forte, dopo riempiono la "rete" di base con le fronde per realizzare un comodo letto. Gli oranghi possono anche realizzare "coperte" con  grandi fronde per coprirsi, o cuscini, possono intrecciare anche un "tetto" sopra le loro teste o addirittura creare un "nido a castello" secondario su quello principale.

Adam van Casteren, il PhD student dell'università di Machester che ha condotto la ricerca, ha trascorso un anno nel nord di Sumatra dopo uno studio sugli oranghi, e insieme a Julia Myatt del Royal veterinary college di Londra ha filmato gli oranghi che costruivano i loro nidi quotidiani, scoprendo che questi primati sono in grado di completare questo compito in meno di 5 o 6 minuti. Quando gli oranghi si svegliavano al mattino lasciavano i loro nidi, di solito costruiti tra i gli 11 e i 20 metri di altezza, ma Van Casteren si arrampicava fino a 30 metri sugli alberi per controllarli e misurarli, e dice che «Gli oranghi scelgono i rami in base alle loro proprietà strutturali. Un orango maschio può pesare fino a 80 kg, e nidificano molto in alto, per cui queste devono essere strutture forti.  Lo studio sui nostri cugini primati rivela la comprensione dell'origine della nostra visione rappresentativa del mondo. Invece di limitarsi a [vedere] un ramo, gli oranghi vedono anche il materiale da costruzione di un nido».

Richard Byrne dell'università di St Andrews, ha spiegato a Bbc Nature: «Il significato evolutivo della nidificazione delle grandi scimmie è stato trascurato dai ricercatori, perché non è stata considerato come un utilizzo avanzato di strumenti. I ricercatori hanno definito uno "strumento" come un oggetto indipendente utilizzato per risolvere qualche problema,  come un'estensione del corpo, ed i nidi fatti dalle scimmie non sono staccati:  i rami sono spezzati, ma ancora attaccati all'albero. Ma ci possono essere abilità cognitive della costruzione del nido che in realtà stanno alla base delle abilità che negli esseri umani - e, in misura molto più limitata, negli scimpanzé - hanno consentito la produzione di uno strumento sofisticato». 

Tutte le grandi scimmie, gorilla, scimpanzé e bonobo, fanno nidi come gli orangutan e, a differenza degli uccelli, fanno un nuovo nido ogni sera. Spesso costruiscono anche nidi durante il  giorno, forse per un pisolino dopo una scorpacciata, ma questi hanno una costruzione più "casuale" ed affrettata. I giovani oranghi spesso costruiscono nidi  per fare "pratica", apparentemente per affinare la loro tecnica costruttiva, ma per poi condividere il letto con la madre, fino ad un massimo di 8 anni, prima di trasferirsi in un nido tutto  loro.

Gli ominidi antenati dei moderni esseri umani non possono essere stati i primi ad uscire dagli alberi. I ricercatori di un team britannico-giapponese che studiano scimpanzé nelle montagne Nimba della Guinea hanno scoperto che i primati dormivano sia sul terreno che tra gli alberi, un comportamento che suggerisce che anche gli antichi ominidi facessero "nidi" per terra. Nel loro studio "Terrestrial nest-building by wild chimpanzees (Pan troglodytes): Implications for the tree-to-ground sleep transition in early hominins" pubblicato sul   Journal of Physical Anthropology, si sottolinea che «La costruzione del nido è universale nelle grandi scimmie e le  nidificazioni arboree negli  scimpanzé e nei  bonobo suggerisce che anche l'antenato comune di Pan e Homo facesse il nido negli alberi. E' stato ipotizzato che la costruzione del nido arboreo sia rimasto il modello prevalente fino a che non è emerso l'Homo erectus, un bipede completamente terrestre». 

I ricercatori in Guinea hanno studiato l'insolita usanza di scimpanzé (Pan troglodytes) che nidificano al suolo, che può rappresentare uno dei fattori che hanno influenzato la transizione albero-terra degli ominidi. Per far questo hanno utilizzato un nuovo approccio genetico per esaminare gli scimpanzé che nidificano al suolo a Seringbara sui Monti Nimba. Precedenti ricerche avevano ritrovato nidificazioni al suolo a Seringbara ma non erano ecologicamente determinate. 

Lo studio, attraverso l'analisi del Dna dei peli  raccolti dai nidi di terra e dai nidi sugli alberi che si trovavano nelle immediate vicinanze, ha indagato anche sulle possibili funzioni di "guardia" degli scimpanzé che nidificano al suolo, per capire anche se gli animali che nidificano al suolo fossero un gruppo con modalità di comportamento che non si verificano in altre comunità, ed hanno scoperto che «La nidificazione al suolo è  un comportamento maschile-parziale e i maschi che nidificano sul terreno costruiscono nidi più elaborati ("notte") rispetto ai nidi semplici ("giorno")».  

L'ipotesi  dei nidi per "guardiani" invece si è rivelata sbagliata, visto che i nidi sugli alberi legati agli individui a terra sono stati costruiti o da madre legate per via materna ai maschi o forse dagli stessi individui. Inoltre «La nidificazione al suolo era molto diffusa e probabilmente abituale in due comunità». Per questo, secondo il team britannico-giapponese, «La costruzione di nidi  terrestri potrebbe essere già avvenuta in antichi ominidi adattati alla vita arborea, prima della comparsa di H. erectus».

 

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