[13/04/2012] News

L'altra faccia dell'America religiosa: il movimento interconfessionale contro i cambiamenti climatici

L'immagine che abbiamo spesso in Italia della religiosità statunitense è quella che danno i candidati repubblicani alle presidenziali, fatta del cupo cattolicesimo del ritirato Santorum o dell'improbabile fede mormone del ricchissimo Romney che sfiderà Obama per salire sulla poltrona del più potente uomo del mondo, avanguardie di un integralismo religioso cristiano negazionista del cambiamento climatico e dell'evoluzione delle specie che si incarna nella Vandea evangelica della "Bible Belt", l'America repubblicana profonda, venata di razzismo e fondamentalismo.

Fortunatamente c'è un'altra faccia dell'America religiosa che non fa notizia me che è molto attiva, come quella che ha lanciato un appello per azioni interconfessionali sui cambiamenti climatici dal 21 al 27 aprile, in occasione dell'Earth Week 2012. «Come persone di fede e di spiritualità - si legge nel documento preparatorio per le iniziative nella capitale Washington e in tutti gli Usa - siamo profondamente preoccupati per gli effetti del cambiamento climatico che devastano il nostro pianeta e siamo obbligati dalle nostre tradizioni e dalla nostra coscienza collettiva ad agire insieme per questa sfida profondamente morale. Pertanto, chiediamo azioni interreligiose in tutto gli Stati Uniti durante la settimana del 21-27 aprile per risvegliare negli eletti della nostra nazione, così come in tutti i leader civili e del business e nelle famiglie, la necessità urgente di un intervento immediato ed efficace per affrontare l'emergenza climatica».

Su Huffpost Green, Bill McKibben, autore di libri come "The End of Nature" e "Deep Economy" ricorda che nell'agosto 2011 decine di esponenti religiosi furono arrestati davanti alla Casa Bianca mentre protestavano contro l'oleodotto Keystone XL e che proprio da molte di queste persone è nata Interfaith actions on climate change: «E' molto importante che una voce interconfessionale, cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, baha'i, indù e nativi americani, si stia attivando in questo modo. Una voce spirituale è urgente per sottolineare il fatto che il global warming sta già causando angoscia e mortalità nella nostra nazione e all'estero e che molto altro ancora accadrà in futuro senza un intervento rapido».

La coalizione Interfaith moral action on climate change chiede per prima cosa «Ai nostri leader di varare politiche che riducano drasticamente gli sprechi di energia e spostino significativamente le nostre forniture energetiche da petrolio, carbone e gas naturale a vento, solare, geotermico ed altre fonti rinnovabili . Dobbiamo equamente eliminare gradualmente tutte le sovvenzioni ai combustibili fossili. Invitiamo inoltre i nostri leader a varare politiche per aiutare la gente, qui e all'estero, a preparasi ed a sostenere i terribili impatti del cambiamento climatico che sono già in atto e che cresceranno molto e peggioreranno negli anni a venire».

L'appello ricorda quanto detto da Martin Luther King di apprezzare «L'urgenza appassionata dell'adesso» e il suo avvertimento che «In questo enigmatico svolgersi della vita e della storia c'è anche l'essere troppo tardi». c'è una cosa come essere troppo tardi».

L'invito rivolto agli americani è quello di «Praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio (Michea 6:8). Dobbiamo far avanzare una visione più luminosa per il nostro futuro umano nella comunità della creazione, mentre cerchiamo di impegnarci per una serie di principi morali chiari e largamente diffusi. Primo, è moralmente sbagliato causare ingiustificatamente la sofferenza umana e la morte. Il cambiamento climatico indotto dall'uomo è correlato con tempeste, inondazioni, siccità, cattivi raccolti, malattie e carenza di 'acqua e cibo, così come ai danni associati ai sistemi politici, economici, sociali ed ecologici. Tali disgregazioni compromettono la sicurezza umana e stanno già danneggiando e uccidendo la gente qui e all'estero. I maggiori impatti stanno avvenendo sulle persone a basso reddito, le comunità di colore, i popoli indigeni e altri che hanno contribuito poco al cambiamento climatico. Abbiamo l'obbligo morale di ridurre rapidamente il nostro inquinamento da carbonio per minimizzare questi effetti sproporzionati. Il secondo principio è quello di onorare il nostro obbligo morale per l'equità e la giustizia. Il passaggio ad un'economia sostenibile, l'efficienza energetica e le rinnovabili possono creare milioni di posti di lavoro buoni e sani e sostenere le famiglie e le comunità. Dobbiamo garantire che questo cambiamento sia una "giusta transizione" che protegga i più vulnerabili tra noi e prepari tutti noi agli impatti dei cambiamenti climatici. Si dovrebbero diffondere gli investimenti nelle soluzioni e nei benefici di nuovi approcci equi, attivare intere industrie per apportare le modifiche necessarie, fornire risorse adeguate per i lavoratori e le comunità colpite da questo passaggio e garantire che tutti gli americani abbiano una voce democratica nel modo in cui tali decisioni vengono realizzate. Il terzo principio morale è quello di proteggere la Terra, che è la fonte di tutta la vita . Praticamente tutte le tradizioni religiose e spirituali del mondo proclamano che abbiamo l'obbligo morale di essere buoni amministratori della Terra e di tutte le sue creature e processi. Disgregare il clima, che è la pietra angolare di tutta la vita, e sprecare la straordinaria abbondanza di vita, diversità e bellezza del pianeta è un fallimento morale di primo ordine. Ma La nostra capacità di conversione e perdono suscita la speranza in un futuro in cui possiamo recuperare dagli errori del nostro passato, riparare il danno che abbiamo fatto e avviarsi nell'atto di guarire la Terra. Possiamo contare sulla guida delle nostre tradizioni e sugli insegnamenti spirituali per trovare la forza di agire con coraggio e convinzione per creare un futuro migliore, più sicuro e sostenibile per tutti noi, i nostri bambini e tutte le generazioni future».

Il 24 aprile ci sarà a Washington una giornata di mobilitazione che inizierà con una veglia all'alba al Martin Luther King, Jr. Memorial sul fiume Potomac. Poi d si terrà una funzione multi-religiosa alla Chiesa Presbiteriana, seguita da una processione lungo Pennsylvania Avenue fino a Capitol Hill dove, davanti al Congresso, sarà innalzato un grande cartello con una "F" che sta per "failure" (fallimento) collettivo dei parlamentari Usa «Nel servire e proteggere il popolo americano, tutti i popoli, e la Madre Terra dai pericoli del cambiamento climatico».

ll movimento interreligioso e ambientalista è partito dalla "Dichiarazione Interconfessionale sui Cambiamenti Climatici" nella quale si legge: «Prendersi cura e rispettare la Vita sono elementi di dottrina centrali per ogni Fede sulla Terra. Eppure oggi mettiamo a repentaglio la vita sulla Terra con emissioni pericolosamente elevate di gas serra. Questi gas destabilizzano l'equilibrio climatico globale, fanno salire la temperatura del pianeta, inacidiscono gli oceani ed espongono l'umanità e tutte le creature viventi a rischi inaccettabili. La straordinaria delicatezza dell'equilibrio della Natura sta diventando via via più evidente, mentre le azioni umane impongono cambiamenti sempre più ampi, pericolosi e potenzialmente irreversibili all'unico indivisibile che è la Creazione, composto dall'atmosfera, dagli oceani e dalla vita. Oggi le nostre fedi si raccolgono unite nella richiesta di prendersi cura della Terra e così proteggere i poveri e coloro che soffrono.
Alla luce dei principi e delle tradizioni delle nostre fedi, ma anche della compassione, della saggezza e della leadership che l'umanità nel suo complesso ha saputo finora esprimere, oggi sono indispensabili azioni forti sul clima. Riconosciamo la scienza che si occupa dei cambiamenti climatici, e chiediamo ai leader globali di adottare obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra forti, vincolanti e basati sulle evidenze scientifiche, affinché siano evitati i pericoli di una crisi climatica. Chiediamo con urgenza alle nazioni della Terra di adoperarsi per coloro che soffriranno delle conseguenze dei cambiamenti climatici come alluvioni, allagamenti, siccità e rialzo del livello del mare, aiutandoli con equità ad adattarsi, sopravvivere e prosperare. Riconosciamo che i cambiamenti climatici non sono solo un problema economico o tecnico, ma
rappresentano nella sostanza un tema morale, spirituale e culturale. Ci impegniamo di conseguenza a uno sforzo congiunto per insegnare e guidare i nostri fedeli. Dobbiamo imparare a vivere tutti insieme in armonia con i limiti del nostro pianeta. Riconosciamo che sebbene i cambiamenti climatici siano una grande sfida, essi ci offrono anche opportunità straordinarie. Moderare i cambiamenti climatici può stimolare le economie in una direzione sostenibile, proteggere il nostro pianeta, migliorare la condizione dei meno abbienti e unire genti minacciate da un comune pericolo verso una causa comune. Assistere comunità e specie a rischio a sopravvivere e adattarsi ai cambiamenti climatici risponde ai nostri aneliti di saggezza e misericordia ed ai più alti valori etici e morali dell'umanità. Ci impegniamo all'azione: a cambiare abitudini, scelte, il modo in cui guardiamo al mondo; per imparare e insegnare alle nostre famiglie, amici e fedeli; per conservare le limitate risorse del nostro pianeta Terra e a preservare le condizioni climatiche dalle quali dipende la vita. Con questo spirito chiediamo ai nostri leader, a coloro che condividono la nostra fede e a tutti i Popoli della Terra, di riconoscere l'evidenza del pericolo comune che siamo portati ad affrontare e accettare l'urgenza e la responsabilità di prendere decisioni immediate e importanti, nonché l'opportunità di cambiare».

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