[13/04/2012] News toscana

Giglio, allarme per una nave russa in panne

Dal seminario internazionale sull'isola 5 proposte per una navigazione sicura

Secondo quanto scrive "Giglio News" una nave merci russa è ferma da fuori Cala dell'Allume all'Isola del Giglio, «Il cargo trasporta grano ed era diretto ad Oristano. All'inizio si parlava di avaria ad una petroliera e la coincidenza con i 3 mesi esatti dal naufragio del Concordia ha fatto scattare subito l'allarme. Una motovedetta della Guardia Costiera insieme al rimorchiatore "Tito Neri V", di stanza nel porto isolano, si sono avvicinati per sincerarsi di eventuali problemi ma il Comando di bordo ha comunicato di essersi avvicinato all'isola solo per trovare riparo dal maltempo in avvicinamento».

L'Ansa scrive che «Il capitano dell'imbarcazione, a quanto riferito dall'amministrazione comunale, avrebbe detto agli uomini della capitaneria di non avere problemi». 

La presenza di navi alla fonda in caso di maltempo è abbastanza frequente nelle acque dell'Arcipelago Toscano, ma evidentemente  nelle isole ornai ogni accosto si trasforma in una specie di minaccia dopo il naufragio della Costa Concordia e la perdita dei fusti tossici da parte dell'eurocargoo Venezia della Grimaldi lines. La presenza della nave sottocosta al Giglio è comunque un monito per la conferenza internazionale, organizzato all'Isola del Giglio da Regione Toscana e Conferenza delle regioni marittime europee, con la collaborazione della Regione Bretagna, del Comune del Giglio, della Provincia di Grosseto e con il sostegno del Programma Operativo Italia-Francia Marittimo 2007-2013, che si conclude stasera sull'isola e dalla quale sono venute 5 proposte per una navigazione sicura: «1. Istituire una normativa europea per obbligare i porti a dotarsi di servizi per la raccolta dei rifiuti per la depurazione delle sostanze reflue. 2. Creare, per le navi di medio e grande cabotaggio e soprattutto per quelle che trasportano passeggeri o sostanze pericolose e inquinanti, un sistema efficiente di controllo e autorizzazione delle rotte simile a quello che vige per la navigazione aerea, riducendo la discrezionalità dei comandanti e delle società di navigazione, anche con l'uso di poteri sanzionatori. 3.  Realizzazione di un sistema di osservazione integrato fra radar, satelliti, strumenti remoti e sensori in loco a cominciare da tutte le aree marine di particolare pregio, e tra queste l'Arcipelago Toscano e l'alto Tirreno, per controllare le rotte delle navi e individuare gli sversamenti di inquinanti in mare, garantire la sicurezza e prevenire gli incidenti. 4. Costruire un sistema di governance fra tutte le autorità competenti, in cui informazioni tecniche e previsioni meteo-marine siano la base per  regolare e controllare le rotte e il traffico navale di passeggeri e merci (in particolare quelle pericolose). 5. Costituzione di un Fondo europeo dedicato agli investimenti necessari per elevare gli standard di sicurezza per il controllo delle rotte».

Come ci ha fatto giustamente notare il presidente onorario del Wwf Fulco Pratesi, inviando una mail alla nostra redazione, «In riferimento alla nave russa carica di grano diretta a Oristano, sarà bene ricordare il naufragio di un'altra nave carica di grano che naufragò anni fa nelle Bocche di Bonifacio con pesanti danni all'ambiente marino».

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, intervenuto nella prima sessione del secondo giorno di lavori del seminario sulla sicurezza in mare ha detto che al Giglio si terrà «Un appuntamento annuale per verificare i passi avanti compiuti e i problemi ancora aperti: è questo l'impegno preso. Un appuntamento che ripeteremo fino a quando non avremo ottenuto risultati. Siamo tenaci  e quindi dopo aver imboccato questa strada vogliamo proseguire, per raggiungere i necessari livelli di sicurezza e tutelare il nostro mare, la vita delle persone e dei lavoratori del mare, l'ambiente e anche le opportunità di sviluppo che ruotano interno al sistema marittimo. Ci ritroveremo ogni anno per fare il punto della situazione, aperti alle idee più avanzate, ai contributi di cittadini, associazioni, esperti. Lo consideriamo prima di tutto un dovere civico nei confronti delle famiglie delle vittime, dei lavoratori e dell'economia del mare e di tutta la società, non solo toscana». 

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