[12/04/2012] News toscana

Dopo le prime attesissime (ma non risolutive) piogge, oltre all'acqua si perde anche la corretta informazione

La pioggia invocata da tutti, anche attraverso le preghiere, finalmente è arrivata in Toscana. In alcune zone, vedi le Alpi Apuane e precisamente ad Orto di donna sono caduti in 24 ore 90mm di pioggia, quantitativo che andrà a rimpinguare le riserve in uno dei bacini comunque meno critici. Ma nel resto della Regione sono caduti al suolo solo pochi millimetri di pioggia, come evidenziato dai dati della stazioni Lamma, che servono senza dubbio all'agricoltura, a mitigare l'arsura ma non certo a scongiurare ad oggi il rischio siccità, come invece è già apparso in alcuni (poco informati) organi di informazione. La Regione Toscana la scorsa settimana ha proclamato lo stato di emergenza, non dopo una giornata di sole, ma dopo mesi di penuria di piogge sapendo pure che i vari bacini avevano livelli di criticità diversa.

Il bacino dell'Arno è tra quelli più critici.  «La quantità delle precipitazioni negli ultimi 12 mesi è la seconda più bassa nell'ultimo secolo e le piogge negli ultimi 4 mesi risultano inferiori del 50% rispetto al dato del 2011 e in alcune zone addirittura del 70%»  ha dichiarato il presidente di Publiacqua Erasmo d'Angelis.

Bilancino attualmente ha un volume utilizzabile di soli 26 milioni di m3 (sui 69 di massimo invaso), e i 3 centimetri in più (come livello idrometrico di invaso) acquisiti con le piogge degli ultimi giorni non sono da buttar via ma non spostano di un millimetro le considerazioni che venivano fatte la scorsa settimana. Anche perché per l'area centrale del bacino dell'Arno si è parlato di possibili razionamenti solo ad estate inoltrata. Trarre giudizi definitivi oggi che sanciscono la fine dell'emergenza ci pare un po' affrettato. Le percezioni sono poi personali e cambiano da luogo a luogo e da persona a persona mentre quello che fa fede sono i numeri: statistiche e modelli ci dicono che da ora a giugno, ad esempio, la probabilità di riempimento di Bilancino è inferiore al 20 per cento anche se piovesse come nella media del periodo, e il Lamma ci informa che comunque non si avranno grandi benefici per le falde il che significa che sul territorio (dove più, dove meno) problemi di approvvigionamento si verificheranno comunque.

Ardito poi, come spesso si legge, è il legame causa-effetto tra perdite della rete idropotabile e siccità. Il problema delle falle nella rete esiste e va limitato e per questo è necessario migliorare le pratiche gestionali (es ridurre la pressione nelle ore non di punta, quelle notturne), quelle di controllo e ci vogliono risorse economiche per sostituire tubazioni vetuste. Ma le cosiddette perdite in senso lato sono di vario tipo. Senza entrare in eccessivi tecnicismi (sarebbero da considerare anche le "perdite specifiche" cioè i volumi rapportati alla lunghezza della rete), per quanto riguarda il nostro paese (dati Istat) una percentuale, circa il 10%, di acqua persa è attinente al tratto di adduzione (tra il punto di prelievo e l'impianto di trattamento) e circa un 27% di acqua perduta rappresenta la differenza tra acqua immessa in rete e acqua fatturata all'utenza.

Questo 27% è costituito da "perdite reali" e da "perdite apparenti" (prelievi abusivi, errori degli strumenti di misura e di contabilizzazione). Se le perdite apparenti rappresentano circa il 3%-5%  quelle reali sono mediamente intorno al 23%. Questa è acqua trattata, di qualità, per la quale sono stati impiegate risorse economiche (energia soprattutto) e quindi deve essere consegnata in una percentuale più elevata possibile. Mediamente in letteratura è considerato un livello sostenibile, una percentuale di perdite reali intono al 10%.

Ma dal punto di vista ambientale il discorso può essere diverso ed è quindi necessario fare un'analisi di contesto. L'acqua persa infatti può tornare in falda o in un corso d'acqua e ritornare in ciclo, e se questo avviene in un territorio ristretto (distanze ridotte tra punto di prelievo e ritorno nell'ambiente) non si hanno disequilibri in termini di bilancio idrico. Ecco perché il legame causa-effetto tra perdite e carenza idrica va effettuato con prudenza, rimanendo questo comunque uno dei problemi per un gestione sostenibile dell'acqua a livello urbano.   

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