[12/04/2012] News

Fuga di gas nel Mare del Nord, per ora non ci sono danni ambientali. Preoccupa l’impatto del metano

Ieri il governo autonomo scozzese ha reso noti i risultati dei "Sensory taste testing" che hanno escluso che i pesci catturati vicino alla piattaforma gasiera offshore Elgin della Total siano contaminati da idrocarburi.

Il 6 e 7 aprile la nave da ricerca Alba na Mara ha raccolto pesci e campioni di sedimenti ai confini della zona di esclusione di 2 miglia istituita intorno alla piattaforma Total, evacuata il 25 marzo dopo la massiccia fuoriuscita di gas dai fondali del Mare del Nord. L'Alba na Mara ha raccolto i campioni di 7 specie di pesci (merluzzo bianco, eglefino, merlano, passera, sogliola, aringhe e sgombri), sia pelagici e demersali, utilizzando una rete a strascico. I campioni di acqua di mare sono stati prelevati da uno a dieci metri di profondità e quelli dei sedimenti sono stati raccolti utilizzando un "grab sampler". 

Sui pesci sono stati effettuati 210 singoli test che hanno escluso la laminazione da idrocarburi.

Il governo autonomo scozzese spiega che «La prima fase di analisi dei campioni di pesce ha coinvolto un gruppo speciale appositamente formato di sensory testers del Marine Scotland Science di Aberdeen, in Scozia, che è in grado di rilevare tracce di contaminazione da idrocarburi nei pesci. I test chimici completi  di tutti i campioni ambientali stanno continuando, con primi risultati attesi entro la fine di questa settimana».

Il segretario scozzese all'Ambiente, Richard Lochhead, ha assicurato che «Fino ad ora l'impatto ambientale di questa fuga di gas è stato minimo, tuttavia è importante che prendiamo delle precauzioni ed analizziamo tutti i dati disponibili. Pertanto è rassicurante che i test sensoriali dei campioni di pesci raccolti dall'Alba na Mara abbiano trovato contaminazioni da idrocarburi. Tutto il lavoro di analisi chimica - compresa l'acqua e campioni di sedimenti - è in corso e fornirà ulteriori chiarimenti su qualsiasi impatto. Marine Scotland Science ha le conoscenze, competenze ed esperienza necessarie per svolgere questo lavoro in modo efficace. Continueremo le nostre attività di monitoraggio per tutta la durata di questo incidente, in modo da poter valutare l'eventuale impatto sull'ambiente marino e, se necessario, rispondere».

Ma Bellona, la Ong scientifica-ambientalista norvegese-russa che sorveglia anche le attività estrattive nel  Mare del Nord, ricorda che «La perdita è composta principalmente da metano, che è 20 volte più dannoso per il clima dell'anidride carbonica». Il gas sta fuoriuscendo dalla piattaforma Elgin ad un ritmo di 200.000 m3 al giorno. Il presidente di Bellona, Frederic Hauge, si aspettava che i dati scozzesi sui danni ambientali fossero minimi:  «In definitiva, non  è una fuga di gas direttamente in mare, quindi non mi aspetto di vedere ingenti danni agli ecosistemi marini. L'area non è un sito particolarmente importante per la deposizione delle uova di pesce, né è un habitat importante per le oloturie. Si tratta di una situazione molto pericolosa, certo, ma in questo momento non è una catastrofe ambientale». Quel che preoccupa Bellona sono gli impatti climatici della fuoriuscita, se non sarà fermata.

La Total ha detto che sta lavorando ai piani per fermare la perdita: un team composto da tre rappresentanti della multinazionale e da ingegneri della Wild Well Control, un'impresa texana specializzata nello spegnimento di incendi causati da perdite di petrolio e gas, la settimana scorsa ha ispezionato l'area della perdita. La Wild Well Control propone di chiudere il pozzo con un'operazione chiamata "dynamic kill", una procedura che comporterebbe il pompaggio di fango pesante nel pozzo direttamente dalla piattaforma. Le attrezzature speciali per eseguire il dynamic kill sono arrivate il 6 aprile in Scozia, provenienti da Houston.

Se il dynamic kill  fallisse, sono state allertate due piattaforme di perforazione di Transocean, la Sedco 714 e la Rowan Gorillia V, per trivellare due pozzi di soccorso, un progetto di emergenza che richiederebbe almeno 6 mesi.

La Total sta cercando di tranquillizzare sia gli investitori che gli ambientalisti e assicura che il danno economico e ambientale della fuoriuscita sarà limitato. In una conferenza per analisti e giornalisti, il chief financial officer della Total, Patrick de La Chevardiere, ha chiesto di non fare similitudini tra la fuoriuscita della Elgin e il disastro del pozzo petrolifero di Macondo nel Golfo del Messico, quando affondò ed esplose la piattaformas Bp Deepwater Horizon: «Mentre ci rendiamo conto che i confronti con Macondo sono inevitabili, vorremmo chiarire che le situazioni sono molto diverse. Qui non è coinvolto il petrolio e quindi l'impatto attuale e i rischi per l'ambiente sono relativamente bassi. Nelle prossime settimane ci saranno voli in elicottero verso la piattaforma per effettuare i preparativi necessari e portare il materiale necessario prima che l'intervento possa cominciare».

Anche secondo George Hirasaki, un professore di ingegneria chimica della Rice University in Texas, che ha lavorato con l'industria petrolifera, «La fuoriuscita di Elgin è su scala minore. E' più una situazione molto pericolosa, piuttosto che un disastro, e potrebbero essere in grado di rimetterla sotto controllo con perdite minime».

Nella zona è arrivata anche una nave di Greenpeace per prelevare campioni di aria e acqua: renderà noti i risultati dei suoi test nei prossimi giorni, ma l'associazione ambientalista ritiene comunque che la fuoriuscita di gas possa causare danni all'ambiente ed alla fauna selvatica nella zona. Anche Greenpeace ha sottolineato che «La fuoriuscita di gas è principalmente metano, che è 20 volte più pericolosa per il clima della CO2».

 

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