[06/04/2012] News

L'Orso marsicano sull'orlo dell'estinzione? Ne restano solo 40 esemplari

Lipu, Pro Natura, Associazione per la tutela degli uccelli rapaci e dei loro ambienti (Altura) e Gruppo naturalistico Rosciolo (Gnr)  hanno incontrato il direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm), Dario Febbo, per discutere di quella che definiscono «La grave situazione in cui versa l'orso bruno marsicano ed in particolare dell'alta mortalità delle femmine per la maggior parte dovuta a cause legate alla presenza dell'uomo». 

Le quattro  associazioni sottolineano che «La situazione appare particolarmente critica visto che l'ultima stima della popolazione di orso bruno marsicano del 2008 consta di soli 40 individui di cui circa 10-12 femmine in età riproduttiva; di quest'ultime negli ultimi 5 anni 5 sono morte per cause varie, sia accidentali che illegali. Durante la conta delle femmine coi cuccioli effettuata lo scorso anno si è avuto il risultato più basso finora registrato dal 2006 che consiste di solo 3 piccoli del 2011 e 4 piccoli dell'anno precedente».

Secondo Paolo Ciucci dell'università La Sapienza di Roma «La causa di tale scarsa natalità è dovuta all'alta mortalità di femmine in età riproduttiva avvenuta a partire dal 2007 in gran parte legata all'attività umana. Ad oggi, appare evidente che né gli obiettivi quantitativi, ("aumento numerico del 25% dell'intera popolazione appenninica entro il 2020, ed una riduzione del 50% della mortalità da attività antropiche illegali rispetto alle stime del decennio precedente") né gli obiettivi strategici di conservazione, previsti oramai tre anni fa nel Patom (Piano d'Azione per la Tutela dell'Orso Marsicano), sono stati raggiunti o per lo meno affrontati in modo adeguato alla gravità e urgenza del caso. Anche gli obiettivi specifici con carattere di urgenza sono stati solo avviati solo parzialmente, come per il problema degli orsi confidenti e la gestione delle attività venatorie nelle aree di interesse per l'orso».

Lipu, Pro Natura, Altura e Gnr  sostengono che «La situazione è ancora più grave per quanto riguarda le azioni di gestione e conservazione previste dal Patom quasi tutte a priorità alta o molto alta, ma che sono ben lontane dall'essere almeno in parte realizzate come per l'istituzione delle aree contigue e l'identificazione delle aree di connessione, la gestione degli ambienti forestali, la riduzione dei conflitti con la zootecnia, il potenziamento del regime di tutela nelle aree critiche per la presenza dell'orso».

L'incontro con Febbo è servito ad affrontare alcune problematiche fondamentali per il futuro dell'orso bruno marsicano. Per le associazioni «Appare urgente chiarire la situazione del plantigrado dal punto di vista sanitario, vista la concreta possibilità di una diminuita efficacia delle difese immunitarie a causa della ridotta variabilità genetica e visto che già due individui sono morti negli ultimi anni a causa di agenti patogeni forse riconducibili a interazioni con il bestiame domestico».

Un altro grave problema è quello del veleno: «Fondamentale è che si analizzino e rimuovano le cause sociali dell'utilizzo del veleno - dicono le associazioni - come nel caso dei bocconi avvelenati, ad opera di bracconieri e nelle aree di raccolta dei tartufi in aree marginali del Pnalm quali il Frusinate e la Val Roveto, regolarmente frequentate dagli orsi».

Per quanto riguarda la morte di orsi causate da incidenti stradali e ad incuria, gli ambientalisti ricordano che «Questi hanno avuto un impatto particolarmente grave quando hanno interessato esemplari di sesso femminile, come nel caso della femmina, madre di tre cuccioli, uccisa nei pressi di Pescasseroli nel maggio 2011 e delle due orse (madre e figlia) morte in un vascone a Collelongo nel giugno 2010».

Febbo e i rappresentanti delle  4 associazioni hanno discusso anche delle possibili interazioni dell'orso con le attività venatorie nelle aree intorno al Pnalm e su come si pensa di affrontare il problema della caccia in battuta, nella Zona di protezione esterna del Parco e nelle altre aree sensibili, per la prossima stagione venatoria e per la possibile preapertura.

Per Lipu, Pro Natura, Altura e Gnr «Appare urgente arginare il fenomeno degli "orsi confidenti" visto che, essendo oramai in piena primavera, a breve alcuni orsi potrebbero cominciare a frequentare le prossimità dei centri abitati, alla ricerca di qualcosa da mangiare. Ancora non sembrano essere operativi i gruppi di intervento rapido del personale di vigilanza del Parco e del Corpo forestale». Anche per questo le associazioni  hanno contattato in questi giorni i ministeri dell'ambiente e della salute, il Cfs e le regioni Abruzzo, Lazio e Molise per chiedere «Risposte operative concrete allo scopo di arrivare rapidamente alla rimozione delle cause della mortalità dell'orso bruno marsicano».

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