[05/04/2012] News

L’Ucraina punta sullo shale gas: «Potremmo rinunciare al gas russo entro il 2030»

Interessata anche l’Eni

Oggi il ministro degli Esteri ucraino Konstantin Grichtchenko ha scritto direttamente su Twitter che «Secondo i calcoli della Shell, l'Ucraina sarà in grado di rinunciare alle importazioni di gas entro il 2030». La multinazionale energetica pensa di iniziare già quest'anno le prospezioni e la produzione di gas da fonti non tradizionali (cioè il gas da scisti) nella regione orientale ucraina di Kharkov. Grichtchenko, che si è recentemente incontrato con rappresentanti della Shell, non ha però fornito alcuna notizia sui risultati dei colloqui.

Il governo di Kiev ha recentemente annunciato l'intenzione di ridurre le importazioni di gas russo, accusando Mosca di praticare prezzi ingiusti in base ad un accordo capestro firmato nel 2009, e di aumentare la sua produzione interna. Eni, Chevron, ExxonMobil, Shell e altre multinazionali energetiche si sono dette immediatamente pronte ad investire nella produzione di gas da fonti non tradizionali in Ucraina, puntando tutto sullo shale gas (e quindi sul fraking, l'inquinante fatturazione idraulica.) in un Paese ricco di falde acquifere .

A marzo il ministro dell'Energia ucraino Yuri Boiko ha esaminato con il Commissario europeo all'energia Günther Oettinger la possibilità di sfruttare congiuntamente  i depositi ucraini. Il primo ministro ucraino Nikolai Azarov ha incontrato il suo omologo polacco Donald Tusk per informarlo  dei progetti ucraini per liberarsi della schiavitù energetica russa, ed ha spiegato che intanto i negoziati con l'Ue si baseranno sulla proposta di utilizzare insieme all'Europa gli stoccaggi sotterranei di gas per accumulare gas durante l'anno e compensare l'eccedenza di consumo durante i periodi di punta».

 

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