[03/04/2012] News

Le navi da crociera della Carnival distruggono la barriera corallina dell’Honduras

Una compagnia crocieristica statunitense sta distruggendo la barriera corallina delle Islas de la Bahía, in Honduras, che fa parte del Sistema arrecifal mesoamericano. A denunciarlo è Clarissa Vega (nella foto), direttrice dell'Instituto de derecho ambiental honduras (Iamho), che ha spiegato: «La distruzione della barriera corallina  mesoamericana, la seconda più importante del mondo dopo quella dell'Australia, la sta attuando la compagnia Mahogany By Cruise, socia della Carnival Cruise, a capitale statunitense». La Carnival  è la proprietaria anche della Costa Crociere, e quindi della Concordia naufragata all'isola del Giglio. 

La Vega ha detto che il ministero delle risorse naturali dell'Honduras ha concesso alla Mahogany By Cruise «un permesso per dragare 1.700 metri di barriera corallina a Roatán, Islas de la Bahía, che è un dipartimento insulare dell'Honduras nel Caribe, e la citata impresa ha dragato 12.000 metri». La controllata della Carnival  starebbe costruendo canali e moli sulla barriera corallina senza permesso, rimuovendo enormi quantità di coralli. «Questo sgombro avrà forti ripercussioni sulla rigenerazione della barriera corallina, che è molto lenta - dice allarmata la direttrice dell'Iamho - e non si stanno  prendendo misure di mitigazione da parte del ministero dell'Ambiente».

Le barriere più in pericolo sono quelle delle isole di Roatán e Trujillo, ma l'operazione rappresenta un pericolo per i 144,9 km2 di barriere coralline honduregne, delle quali sono protetti totalmente solo 13,9 km2, mentre il resto viene gestito con "programas de atención parciales" che lasciano spazio all'arbitrio del governo. Eppure, come scrive il giornale di Tegucigalpa  "El Heraldo", «le barriere coralline, orgoglio ecologico nazionale, sono a rischio di sparire per la costruzione di moli per attraccare navi turistiche».

I gruppi ambientalisti denunciano il fatto che la Secretaría de recursos naturales y ambiente (Serna) ha esteso un altro permesso per il dragaggio di 12.088 m2 di barriera corallina nell'Islas de la Bahía: «La Serna emesso licenze di dragaggio delle barriere di corallo nella zona de Dixon Cole, che è dove si sta costruendo un molo per facilitare l'accesso delle crociere», sottolinea la Vega, che denuncia gravi infrazioni amministrative: «E' un danno enorme che si sta commettendo contro  un sistema protetto, in un parco nazionale marino.  Si stanno davvero concedendo permessi al di fuori della legge. Per questo gli ambientalisti hanno denunciato il viceministro della Serna, Jonathan Laínez, che ha firmato i permessi e presentato un'altra denuncia davanti al Tribunal Superior de Cuentas per danneggiamento di risorse naturali.

«E' nelle mani del governo prendere la decisione di fermare questi dragaggi, sulla base della legalità della giustizia e dell'interesse nazionale - ha spiegato la Vega -  In questo senso, spero che la  Serna rifletta e recuperi altri moli esistenti per far arrivare i turisti in queste zone, senza danneggiare le barriere coralline».

Nel 1997 l'Honduras ha firmato, insieme a Messico, Belize e Guatemala, la Declaración de Tulum, che prevede la salvaguardia delle risorse naturali delle coste caraibiche, ma la  giornalista ambientalista  Dolores Valenzuela dice che «Non c'è coscienza né amore per la natura, l'unica cosa che interessa sono i soldi».  Infatti in Honduras i conflitti ambientali sono in  crescita: gli ambientalisti e le comunità locali di Amarateca, nel Distrito Central, hanno denunciato la realizzazione irregolare di 22 "piani di gestione" che prevedono un forte disboscamento nel bacino del Río del Hombre, concessi all'Instituto de conservación forestal, che erano stati bloccati proprio grazie ad una forte protesta e che ora sembrano essere stati nuovamente concessi alla chetichella. Dany Meza, portavoce della comunità di Amarateca,ha detto che l'abbattimento degli alberi «Comporterà  che si danneggi il rifornimento dell'acqua della capitale e di 21 comunità di questa zona. Impugneremo queste licenze».

 

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