[02/04/2012] News

Lester Brown «Le pił grandi minacce alla sicurezza mondiale non sono le guerre, ma le emergenze acqua, cibo e ambiente»

Anche se il programma nucleare iraniano, le minacce israeliane, la strage in Siria e le decine di vecchie nuove guerre in giro per il mondo aumentano la probabilità di un altro conflitto in Medio Oriente a in Africa, secondo Lester Brown, fondatore dell'Earth policy institute, la minaccia più grande per il futuro del pianeta è la potenziale crisi alimentare.

Intervenendo all'esclusiva conferenza Affordable World Security organizzata nei giorni scorsi a Washington, dalla Carey Foundation e dall'EastWest Institute, Brown ha detto: «Quando mi chiedono quali sono le minacce per la sicurezza oggi, l'aggressione straniera non è tra le prime cinque. I raccolti di cereali stanno cominciando ad arrivare al "glass ceiling" in molti Paesi nei quali gli agricoltori hanno già approfittato di ciò che la scienza ha da offrire per migliorare i rendimenti. Dato che sempre più Paesi hanno raggiunto il limite superiore della produttività, il raccolto mondiale di cereali inizierà a stabilizzarsi, anche se la domanda di prodotti alimentari continua ad aumentare, provocando un aumento dei prezzi. Ancora più preoccupante, è che il mercato alimentare globale è vulnerabile agli shock esterni, come la siccità prolungata. Non abbiamo terreni incolti, siamo "flat out", Non abbiamo stock. Stiamo vivendo raccolto raccolto. Il problema è: cosa succede se avremo un deficit importante nel mondo?. Un evento atmosferico estremo potrebbe far pendere la bilancia, Per esempio, in Russia l'ondata di caldo e siccità nel 2010 ha ridotto il raccolto di grano del Paese del 40% per cento, restringendo le forniture mondiali. Se una ondata di caldo che avvenisse nel Midwest americano dovesse avere un impatto simile sul raccolto molto più grande degli Stati Uniti, vremmo il caos sui mercati mondiali del grano. Ci sarebbero ripercussioni sui mercati finanziari, e sulla stabilità finanziaria nel mondo, che poggia sulla fiducia».

Brown ha sollevato anche un'altra questione: «Anche la carenza d'acqua sta aumentando la pressione sull'agricoltura. Metà della popolazione mondiale vive in Paesi che si basano in parte sul sovra-pompaggio delle falde acquifere per espandere la produzione. Questo è vero per la Cina gli Stati Uniti e l'India. Una volta che questi acquiferi si esauriranno e la velocità di pompaggio ridurrà il tasso al quale vengono riforniti dalla pioggia, il calo della produzione alimentare sarà drammatico. Questo scenario è già in atto in Arabia Saudita . I biocarburanti aggiungono altro stress sui mercati alimentari».

C'è anche una buona notizia: gli Stati Uniti stanno facendo qualche piccolo progresso sulla strada della sostenibilità. Le emissioni di CO2 sono in calo dal 2007 e Brown attribuisce la tendenza alla chiusura di oltre 100 centrali a carbone negli ultimi anni, alla diminuzione dell'utilizzo delle auto da parte dei giovani e al fatto che la generazione iperconsumista dei baby boomer sta iniziando ad andare in pensione, il che significa che utilizzare meno l'automobile. Anche le nuove auto Usa sono più efficienti e secondo Brown tra il 2010 e il 2025 il chilometraggio medio per gallone di benzina raddoppierà.

Il summit di Washington si è occupato di sicurezza internazionale e la politica estera e in particolare di quattro aspetti: Realtà finanziarie ed economiche della sicurezza: Bilancio della sicurezza: tagli di bilancio e conseguenze; Cina e America: il rapporto centrale per la sicurezza cooperativa; Nuove sfide per la sicurezza dell'uomo e la sicurezza sostenibile e, secondo presidente della conferenza, William R. Polk, «E' stato un incontro senza precedenti per riformulare priorità di sicurezza in un'epoca di interconnessione internazionale e rivendicazioni sulle risorse. Sicurezza significa più che le sole operazioni militari o la produttività economica. Con questa conferenza abbiamo riunito i leader per riesaminare tutti i fondamentali requisiti di sicurezza a lungo termine in questa nuova era. Non ci sono soluzioni rapide, non abbiamo risposte semplici, e le modalità tradizionali con le quali ci siamo organizzati per affrontare i pericoli sono insufficienti. Stiamo cercando di risolvere i problemi del XXI secolo con i mezzi del XX secolo».

Il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz ha detto che «sono necessarie scelte intelligenti sulle spese per la sicurezza per garantire la prosperità economica. Le guerre in Afghanistan e in Iraq hanno mostrato quanto possano essere costose piccole guerre. Gran parte della spesa per la difesa degli Usa è stata controproducente, dobbiamo concentrarci sul mantenimento della potenza economica». Il news national security correspondent della Cbs, David Martin ha ribadito: «Metà del denaro che spende il Dipartimento della difesa spende sarà sprecato. Il guaio è che nessuno può dirvi quale metà».

Il presidente dell' International panel on climate change (Ipcc) Rajendra K. Pachauri, ha sottolineato «La vulnerabilità delle popolazioni nei Paesi in via di sviluppo agli effetti del cambiamento climatico».
Rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva conto dell'accuratezza della scienza climatica, Pachauri ha detto: «L'Ipcc esamina tutte le critiche. Noi ci rendiamo conto che questo ha implicazioni importanti».

Ha chiuso i lavori, l'ex presidente del Costarica e Premio Nobel per la pace Óscar Arias Sánchez: «I nostri veri nemici di oggi sono il cambiamento climatico, la povertà, la disuguaglianza, la fame, le malattie, il degrado ambientale e l'analfabetismo, che possono creare pericoli in qualsiasi parte del mondo. Chiedo al mondo di praticare l'arte della pace, non l'arte della guerra».

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