[26/03/2012] News

La Commissione Ue propone regole pił severe sulla demolizione delle navi

Oggi la Commissione europea ha proposto nuove regole «Per garantire che le navi europee siano riciclate soltanto in impianti sicuri per i lavoratori e compatibili con l'ambiente». Ogni anno oltre mille grandi vecchie navi mercantili, come petroliere e portacontainer, vengono avviate al riciclaggio per recuperare i rottami metallici; «Tuttavia - denuncia la Commissione - molte navi europee finiscono su spiagge sabbiose dell'Asia meridionale, in impianti non conformi agli standard nella maggior parte dei quali mancano le misure di tutela ambientale e di sicurezza necessarie per gestire i materiali pericolosi presenti nelle navi a fine vita, tra cui amianto, policlorobifenili (Pcb), stagno tributile e morchie. Ne conseguono sia tassi elevati di infortuni e rischi sanitari per i lavoratori sia un inquinamento ambientale diffuso».

Nel 2009 più del 90% delle navi europee è stato demolito al di fuori dell'Ocse, in "impianti" di riciclaggio navale spesso non conformi agli standard e dove le condizioni di lavoro e per l'ambiente sono terribili. Il numero di navi a fine vita europee con bandiere degli Stati Ue rappresenta ben il 17% del tonnellaggio mondiale: «Migliorare le pratiche di demolizione navale nel mondo costituisce quindi una priorità per l'Unione - spiega una nota della Commissione - La nuove regole, che assumeranno la forma di regolamento, propongono, per le grandi navi mercantili per la navigazione marittima battenti bandiera degli Stati membri dell'Ue, un sistema di controllo, certificazione e autorizzazione che ne abbraccerà l'intero ciclo di vita, dalla costruzione all'esercizio fino al riciclaggio».

Il 19 novembre 2008 la Commissione, «Estremamente preoccupata per gli effetti negativi del riciclaggio navale sulla salute e sull'ambiente, ha adottato la strategia dell'Unione europea per una migliore demolizione delle navi» che proponeva una serie di misure «Volte a migliorare il riciclaggio in tempi il più possibile brevi, senza aspettare l'entrata in vigore della convenzione di Hong Kong.
Il sistema parte infatti dalla Convenzione di Hong Kong per un riciclaggio delle navi sicuro e compatibile con l'ambiente adottata nel 2009, alla quale la proposta avanzata oggi «Intende dare attuazione rapidamente senza attenderne la ratifica e l'entrata in vigore, processo che richiederà vari anni. Per accelerare l'entrata in vigore formale della convenzione di Hong Kong, oggi la Commissione ha presentato anche una proposta di decisione che impone agli Stati membri di ratificare la convenzione».

Per entrare in vigore la convenzione di Hong Kong deve essere ratificata da almeno 15 grandi Stati di bandiera e di riciclaggio, che rappresentino almeno il 40% della flotta mondiale e una percentuale significativa (almeno il 50%) della capacità di riciclaggio disponibile su scala mondiale.
Il riciclaggio delle navi è attualmente disciplinato dal regolamento relativo alle spedizioni di rifiuti, che vieta l'esportazione di rifiuti pericolosi verso paesi extra Ocse. Ma la normativa vigente, che non è intesa specificamente alle navi, è spesso elusa, a causa della carenza di capacità di riciclaggio adeguata nei Paesi Ocse, ma anche della difficoltà a individuare sia il momento in cui la nave si trasforma in rifiuto sia il Paese esportatore della nave. La nuova proposta mira a colmare le lacune della normativa e a consentire, a condizioni rigorose, il riciclaggio delle navi battenti bandiere dell'UE in paesi extra Ocse.

Il commissario Ue all'ambiente, Janez Potočnik, che ha presentato il regolamento insieme al commissario ai trasporti Siim Kallas, ha sottolineato che «Sebbene il settore del riciclaggio navale abbia migliorato le sue pratiche, molti impianti continuano a funzionare in condizioni di pericolo e potenziale danno. Scopo della proposta è garantire che le navi europee vecchie siano riciclate nel rispetto della salute dei lavoratori e dell'ambiente. Si tratta di un incitamento chiaro a investire con urgenza nel miglioramento degli impianti di riciclaggio» .

Secondo il nuovo sistema «Le navi europee dovranno istituire un inventario dei materiali pericolosi presenti a bordo e chiedere un certificato di inventario. Prima dell'ingresso della nave nell'impianto di riciclaggio, si dovranno ridurre i quantitativi di tali materiali, anche nei residui di carico, oli combustibili, ecc. Per poter essere inseriti nell'elenco degli impianti autorizzati a livello mondiale, gli impianti di riciclaggio delle navi dovranno soddisfare una serie di requisiti ambientali e di sicurezza. Il riciclaggio delle navi europee sarà permesso soltanto negli impianti inclusi nell'elenco. Alcuni di tali requisiti sono più rigorosi di quelli previsti dalla convenzione di Hong Kong: lo scopo è assicurare una migliore tracciabilità delle navi europee e garantire che i rifiuti derivanti dalla demolizione - e gli eventuali materiali pericolosi presenti a bordo - siano gestiti in modo compatibile con l'ambiente. Per garantire il rispetto delle regole la proposta impone agli armatori di notificare alle autorità nazionali l'intenzione di avviare una nave al riciclaggio. Mettendo a confronto l'elenco delle navi per le quali hanno rilasciato un certificato di inventario con l'elenco delle navi riciclate in impianti autorizzati, le autorità potranno individuare più facilmente le operazioni di riciclaggio illegale. Anche le sanzioni previste dal regolamento saranno più specifiche e precise».

La proposta della Commissione sarà discussa dal Parlamento e dal Consiglio europei.

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