[23/03/2012] News

Direttiva acque: Italia richiamata dall'Ue

L'Italia rischia di trovarsi di fronte alla Corte di Giustizia europea per non aver recepito correttamente la disciplina sulla protezione delle acque. La Commissione europea, infatti - su raccomandazione del commissario per l'Ambiente, Janez Potočnik (Nella foto) - ha deciso di inviare un parere motivato al Belpaese, perché la  normativa nazionale risulta essere lacunosa.

Alla scadenza del termine di recepimento della direttiva (dicembre 2003), l'Italia non ha adottato le leggi per conformarsi ai requisiti della stessa. Nel frattempo l'Italia ha recepito la direttiva, ma un controllo di conformità effettuato dalla Commissione nel 2009 ha evidenziato diverse lacune e problemi di non conformità. Ciò ha indotto la stessa Commissione a inviare all'Italia prima una lettera di costituzione in mora (maggio 2010) e poi un parere motivato. Ciò perché le risposte fornite dall'Italia e i successivi emendamenti apportati alla legislazione nazionale, non hanno posto rimedio a tutti i problemi sollevati dalla Commissione.

L'Italia, infatti, secondo la Commissione non ha recepito correttamente una serie di articoli della direttiva quadro sulle acque, tra cui quelli relativi alla necessità di adottare una serie di misure per conseguire un "buono stato" dei bacini idrografici entro i termini previsti e conformarsi all'obbligo di mantenere un registro aggiornato delle aree protette.

La Commissione nutre perplessità sul recepimento da parte dell'Italia della parte relativa alla caratterizzazione delle acque superficiali e sotterranee e al monitoraggio del loro stato.

Per la Commissione non sono stati correttamente recepiti i requisiti relativi al monitoraggio dello scarico di quantitativi supplementari di acqua nei corpi idrici sotterranei e all'elaborazione di mappe con le caratteristiche per indicare i livelli chimici e i quantitativi di acqua di ciascun corpo idrico sotterraneo.

La direttiva quadro sulle acque - entrata in vigore nel 2000 - costituisce la base per la gestione e la protezione delle acque europee. Essa impone agli Stati membri di creare e mantenere "piani di gestione dei bacini idrografici" indicanti le modalità precise per conseguire entro un lasso di tempo concordato gli obiettivi ecologici, quantitativi e chimici fissati per i bacini idrografici.

La gestione dei sistemi acquatici non avviene sulla base dei confini politici o amministrativi, bensì delle unità geografiche e idrologiche dei bacini idrografici. Per ciascun bacino idrografico viene stabilito e aggiornato ogni sei anni un "piano di gestione del bacino idrografico".

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