[23/03/2012] News

Quando l'acqua finisce: i conflitti tribali climatici in Africa

L'avanguardia delle guerre del global warming

Per migliaia di anni i pastori nomadi hanno percorso le ostili e semi-aride pianure che si estendono sull'80% del Kenya e il 60% dell'Etiopia. I discendenti delle più antiche società tribali di  tutto il mondo sopravvivono grazie agli animali che allevano ed alle piane che coltivano, la loro vita è da sempre segnata  dalle migrazioni alla ricerca di acqua e pascoli. 

Questi pastori-guerrieri sono abituati ad adattarsi ad un ambiente in continua evoluzione, ma negli ultimi anni hanno dovuto affrontato sfide che non si ricordano a memoria d'uomo: le temperature nel Corno d'Africa sono aumentate e le risorse idriche si sono ridotte. Le tribù di pastori hanno dovuto spostarsi su territori più vasti in cerca di acqua e terra adatta sempre più scarse e contese. Questa  ricerca ha portato i gruppi tribali in Etiopia e in Kenya a conflitti sempre più numerosi e sanguinosi: nel mondo dell'iperconsumismo globalizzato le comunità pastorali si uccidono a vicenda in guerre primordiali per l'acqua e l'erba. 

Una storia tragica e sconosciuta del mondo del global warming raccontata da "When the Water Ends", un  video di 16 minuti  prodotto da Yale Environment 360 in collaborazione con MediaStorm, che ci porta dentro questo conflitto e nelle condizioni di siccità sempre più terribili dell'Africa orientale. 

Per  realizzare questo video, Evan Abramson, un fotografo e operatore video 32enne, ha trascorso due mesi vivendo tra le comunità di pastori. E' tornato con un racconto terribile che molti climatologi dicono sarà sempre più comune nel XXI  secolo ed oltre: la triste profezia di quello che rischia di succedere con il peggioramento della siccità in alcune parti dell'Africa, nel Medio Oriente e altrove, dove la scarsità di acqua e risorse metterà tribù contro tribù, nazione contro nazione. 

Gli scontri tra i pastori kenyani ed etiopi rappresentano l'avanguardia di quello che potrebbe succedere in gran parte del mondo, un'anteprima dei conflitti del cambiamento climatico. 

Ma la storia raccontata in "When the Water Ends" non parla solo di  cambiamento climatico, ci sono anche la  deforestazione e il degrado del territorio,  dovuto in gran parte alle pressioni antropiche. Lobal warming, sovrappopolamento, impoverimento dei suoli stanno esigendo un pesante costo dagli agricoltori impoveriti e i pastori nomadi che portano le loro greggi in territori che diventano sterili.

Il video si concentra su quattro gruppi di pastori dei quali a volte ha parlato anche greenreport.it: i turkana e i dassanech  in Kenia, i nyangatom e i mursi in Etiopia, che sono tra le oltre 20 tribù la cui vita e cultura dipendono dalle acque del fiume Omo che si immette nel lago Turkana. 

Negli ultimi 40 anni, la superficie del lago Turkana si è progressivamente ridotta a causa dell'evaporazione causata dall'aumentato delle temperature e per una riduzione costante del flusso dell'Omo causato, oltre che dalla diminuzione delle precipitazioni, anche da grandi dighe e dall'utilizzo dell'acqua per irrigare campi che spesso sono stati confiscati alle tribù per concederli a grandi imprese agro-alimentari straniere.

Il lago Turkana si è ritirato fino a non avere più una sponda nel territorio dell'Etiopia (dove sorgono le dighe e c'è maggiore landgrabbing) e i dassanech, ignorando i confini tra gli Stati, hanno seguito l'acqua, ma così hanno varcato i confini tribali, entrando in conflitto diretto con i turkana del Kenya. E' così che sono iniziati i raid transfrontalieri armati nei quali i guerrieri di entrambi i gruppi etnici si uccidono a vicenda, rubano il bestiame, incendiano le capanne, violentano le donne. 

La guerra tribale ha impoverito e lasciato senza mezzi di sussistenza tradizionali persone già poverissime che sopravvivono solo grazie agli aiuti alimentari delle organizzazioni umanitarie e dell'Onu. Il futuro per le tribù turkana del bacino dell'Omo sembra desolante e forse segnato: le temperature nella regione dal 1960 sono aumentate di circa 2 gradi Farenheit; le siccità si succedono con frequenze ed intensità mai viste, in aree che subivano periodi di siccità una volta ogni 10/11 anni, mentre siccità gravissime avvengono ormai ogni 2 anni.

Secondo gli scienziati l'aumento delle temperature potrebbe salire ancora da 2 a 5 gradi F entro il 2060, il che vorrebbe dire condizioni di siccità estesa in gran parte dell'Africa orientale. Inoltre, il governo etiope sta costruendo la diga Gibe III (appaltata ad una ditta italiana) sul corso superiore del fiume Omo, il più grande progetto idroelettrico nell'Africa sub-sahariana, che bloccherà l'acqua dei cicli di inondazioni annuali del fiume, sulla quale contano più di 500.000 persone  delle tribù etiopi e 300.000 in Kenya, una risorsa essenziale per l'agricoltura, il pascolo e la pesca. 

I pastori che parlano in "When the Water Ends" sono letteralmente schiacciati da forze della natura e scelte politiche sulle quali non hanno alcun controllo reale. Pur non essendo minimamente colpevoli delle emissioni di gas serra che causano il global warming potrebbero già essere tra le sue prime ed ignare vittime. "Sono davvero bastonato dalla fame - dice un anziano della tribù nyangatom - questa è carestia, qui la gente muore. Questo è accaduto perché i turkana e i keniani hanno iniziato a combattere con noi. Litighiamo per pascoli. Non c'è pace per tutti». 

E il global warming sta armando altre tribù e pastori in  una guerra primordiale per le risorse combattuta nudi con i kalashnikov, nel mondo della globalizzazione che li ignora, se non per spingerli a combattere ancora. 

 

 

Per vedere la versione integrale del video: 

http://intercontinentalcry.org/when-the-water-ends-africas-climate-conflicts

 

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