[22/03/2012] News

Superstrada nel Serengeti: la Tanzania perde il primo round della battaglia legale

Il giornale kenyano Daily Nation scrive che la scorsa settimana l'East African Court of Justice (Eacj)  ha respinto l'appello del governo della Tanzania che voleva bloccare una causa contro la costruzione di un'autostrada attraverso il Serengeti National Park: «la Divisione d'Appello del tribunale regionale ha stabilito che l'Eacj ha piena giurisdizione a conoscere la causa, perché il parco fa parte dell'ecosistema transnazionale a cavallo tra Kenya e Tanzania». Leggendo la sentenza il giudice James Ogola ha spiegato che «le questioni pertinenti alla conservazione ambientale trasversali agli stati-nazione sono incluse nel trattato Eac (East Africa Community). Il tribunale ha giurisdizione sulle controversie ambientali che interessano direttamente l'ecosistema e toccano l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali, compresi gli ecosistemi terrestri».

La sentenza arriva dopo che il procuratore generale della Tanzania aveva contestato l'udienza di una causa contro il progetto di una superstrada asfaltata attraverso i confini settentrionali del parco del Serengeti, presentata nel dicembre 2010 dall'African network for animal welfare (Anaw), una Ong con sede a Nairobi. Secondo l'Anaw l'intenzione della Tanzania di costruire una superstrada che si biforcherebbe nella parte nord del Serengeti National Park metterebbe a rischio gli animali stanziali e quelli che migrano da e verso il grande parco africano  

La Tanzania sosteneva che, secondo l'articolo 27 del trattato Eac, la Corte Eacj non aveva giurisdizione sul caso perche si tratterebbe di "natura sovrana", che non rientrerebbe nei protocolli Eac. La Tanzania sosteneva anche che ogni controversia legale sul Serengeti National Park deve essere gestita dai suoi tribunali nazionali, dato che il parco è all'interno dei confini della Tanzania e viene gestito a livello locale.

Ma la Divisione d'appello dell'Eacj ha respinto le tesi della Tanzania dicendo che il giudice della Corte transnazionale non solo ha giurisdizione sul caso, ma anche perché le sei obiezioni presentate non erano appropriate, visto che il giudice è convinto di avere pieno mandato a interessarsi di una controversia che contrappone gruppi di interesse diversi in due Stati membri dell'Eac: Tanzania e Kenya.

Ne giugno 2011 si diffuse la notizia che il governo della Tanzania aveva abbandonato i piani di costruire la superstrada nel Serengeti, ma nel  giro di una settimana si è capito che era un bluff: il governo aveva solo detto che la strada non sarebbe stata asfaltata, ma gli ambientalisti dicono che un'arteria di quelle dimensioni dovrebbe essere inevitabilmente asfaltata, ampliata e recintata date la presenza di popolazioni animali ed umane consistenti e le pressioni commerciali che attirerà.

Gli scienziati dicono che il progetto stradale può nuocere gravemente ad una delle più grandi migrazioni di mammiferi del mondo, quella degli gnu. Secondo uno studio del 2.011 il branco di gnu del Serengeti, che conta attualmente oltre un milione di capi, potrebbe essere ridotto di un terzo con la costruzione della superstrada che taglierebbe in due un ecosistema che ospita popolazioni di molte specie delle pianure, incluse quelle dei grandi predatori. Inoltre, uno studio del governo della Tanzania che avrebbe dovuto rimanere riservato dice che entro il 2015 dalla nuova strada passeranno almeno 800 veicoli al giorno nel tratto di 50 km che attraverserebbe il Parco Nazionale. Entro il 2035, il numero di veicoli salirebbe a 3.000 al giorno, più di un milione all'anno. 

I progetti stradali della Tanzania hanno sollevato le preoccupazioni anche dell'Onu, della Banca mondiale e del governo tedesco che hanno cercato di trovare una soluzione, proponendo scelte diverse, come l'aggiramento degli ecosistemi più delicati e delle piste migratorie degli gnu. 

Dopo la sentenza l'Eacj registrar, John Ruhangisa, ha detto ai giornalisti che la causa principale sulla superstrada nel Serengeti potrebbe iniziare in qualsiasi momento: «il progetto della strada controversa non è più una questione sovrana, ma tocca la regione Eac. Questo è un problema regionale e rivela  agli attivisti ed agli esperti di conservazione  che possono riuscire a rivendicare le problematiche di abuso ambientale nella regione». 

 

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