[15/03/2012] News toscana

Fusti tossici a Gorgona, marted́ vertice in Capitaneria

"La società Atlantica di navigazione, armatrice del cargo Venezia, che sta predisponendo un piano di recupero dei materiali rinvenuti ed un nuovo piano di recupero dei materiali ancora dispersi, ha chiesto un incontro con il Direttore Marittimo della Toscana, Ilarione Dell'Anna, che si terrà il giorno 20 marzo".

Lo ha fatto sapere, ieri sera, la Guardia costiera con una nota stampa inviato appena due ore dopo quella del comune di Livorno con il quale l'assessore all'Ambiente Mauro Grassi chiedeva, con una lettera alla Capitaneria, di intimare alla Grimaldi "un piano di recupero e un nuovo piano di ricerca teso a individuare i fusti che non sono stati ancora identificati, con l'auspicio che le operazioni si concludano in tempi rapidissimi".

L'incrocio di comunicati (e la risposta al Comune) è avvenuto al termine di un vertice in Prefettura al quale hanno partecipato sia l'amministrazione comunale che la Capitaneria. Nel corso della riunione "sono stati affrontati i temi della campagna di ricerca e campionamento, eseguita dall'unità per specializzata Minerva Uno, che ha rinvenuto due semirimorchi, 96 fusti e 18 sacchetti contenenti il materiale caduto in mare dalla nave Venezia il 17 dicembre 2011", si legge nel comunicato della Capitaneria.

"Le operazioni a bordo della Minerva Uno sono state seguite direttamente dal personale della Guardia Costiera e da ricercatori Arpat e Ispra. Sono in corso le analisi sui materiali prelevati (sedimento di fondale marino e colonna d'acqua) nella zona di rinvenimento dei bidoni. Dall'incontro odierno è emersa la necessità di continuare il monitoraggio sia dell'ambiente che degli organismi marini, nel medio - lungo periodo, con frequenza e periodicità da stabilirsi in brevissimo, che includa anche l'analisi delle specie più elementari della catena alimentare ittica. I 96 bidoni ritrovati, sono solo una parte del carico disperso".

All'appello, secondo il ministro dell'Ambiente Corrado Clini che in una recente audizione alla Camera ha ripercorso quanto avvenuto, mancano altri 102 fusti (in totale, secondo il ministro dell'Ambiente 224, dei quali solo 26 sono arrivati nel porto di Genova). Con il loro contenuto di ossidi di nichel, vanadio e molibdeno esausto (ciascun fusto contiene circa 170/180 Kg di materiale racchiuso in sacchi di plastica) il pericolo è ancora molto concreto e l'individuazione dei bidoni è solo la prima parte di una vicenda ancora lontana dall'essere conclusa.

Sempre secondo quanto riferito da Clini, infatti, "una prima analisi del pescato, come risulta dal parere dell'Istituto Superiore di Sanità non ha rilevato una presenza significativa degli inquinanti dispersi ma ciò può, però, essere dovuto al limitato periodo di permanenza in acqua degli stessi". E a quasi tre mesi dalla giorno dell'incidente, non ci sono ancora certezze sul recupero, la "fase due" dell'emergenza. La compagnia armatoriale, nonostante le lettere inviate prima dalla della Guardia Costiera, e poi ieri, dal comune di Livorno, non ha infatti ancora fornito un piano di intervento. Lo dovrebbe fare martedì in Capitaneria. Nell'incontro si dovrebbero conoscere anche i tempi dell'operazione.

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