[13/03/2012] News

L'insostenibile soluzione olandese... al posto di un documento di una commissione di esperti finito in un cassetto

Trasferire via nave i rifiuti in Olanda. E' una delle proposte dei comitati e di alcuni esponenti della Federazione del sinistra per risolvere le criticità della (non) gestione dei rifiuti a Roma. Con la discarica di Malagrotta al collasso (per la quale è già fissata una data di chiusura nel giugno 2012), una raccolta differenziata che non funziona e in assenza di una vera strategia, la scelta olandese non sarebbe una provocazione ma una sorta di "piano B" "in attesa che venga realizzato un livello accettabile di differenziata", ha affermato il consigliere regionale di Fds, Fabio Nobile.

La proposta, emersa ieri mattina a margine di alcune manifestazioni di cittadini della provincia di Roma, non è quella più sostenibile ambientalmente (come invece lo è invece il ciclo integrato). Non solo. Ancora una volta, dopo Napoli, torna alla ribalta l'idea di allontanare (anche fisicamente) il "problema".

Eppure, la vera soluzione è già segnata dalle normative, le stesse che una Commissione di esperti aveva tentato di far applicare attraverso uno studio consegnato, nel 2002, al sindaco di allora Valter Veltroni. Quella relazione, però, non passò mai alla discussione in Consiglio Comunale per alcune resistenze delle forze di centrosinistra (mai emerse pubblicamente) contro la quota di rifiuti prevista da destinare da recupero energetico.

In questi ultimi dieci anni di cose ne sono successe e sarebbe molto difficile ripercorrere tutta la vicenda. Non è impossibile, invece, andare a vedere cosa c'era scritto nel documento di indirizzo della Commissisione che mise nero su bianco obiettivi e strategie. La Commissione di esperti istituita con ordinanza del sindaco di Roma doveva individuare le "iniziative per assicurare la chiusura dell'intero ciclo dei rifiuti, per conseguire l'innalzamento della qualità ambientale della città, anche mediante azioni atte ad ottimizzare la gestione dei servizi" e "fornire una valutazione approfondita delle iniziative in grado di realizzare gli obiettivi, previsti dal D.Lgs. 22/97, di riduzione dello smaltimento finale e superamento del sistema di conferimento in discarica, in rapporto alle soluzioni ottimali sul piano della compatibilità ambientale".

Il primo passo, dopo la prevenzione, nel rispetto dell'approccio gerarchico, sarebbe stato dunque il potenziamento della differenziata e del recupero di materia fino al raggiungimento del 44.8%. L'operazione, non sarebbe stata semplice considerando che nel 2001, nel nostro Paese, la percentuale di differenziata era ferma al 16%. Il secondo step, prevedeva poi il recupero di energia (26,4%) e infine la discarica (24,3%).

Considerando che il miglioramento dei processi da una parte, e l'adeguamento (verso l'alto) degli obiettivi fissati dall'Ue dall'altra, avrebbero portato a una modifica delle percentuali, la Commissione incaricata di redigere lo studio aveva dato intanto una prima risposta. Una risposta coincidente con il  ciclo integrato dei rifiuti che non fu ascoltata. E la vicenda ha preso ha preso tutta un'altra strada.

Le cronache degli ultimi giorni raccontano a che punto siamo arrivati: sostituire la maxidiscarica romana di Malagrotta (la più grande d'Europa) con un sito nei pressi di Villa Adriana, manifestazioni e proteste dei residenti, vertici urgenti tra Regione, Provincia e ministero dell'Ambiente.

"Aumentano i costi di conferimento nella discarica di Malagrotta e l'ipotesi Corcolle - Riano si avvia al suo inevitabile fallimento. Alemanno, Polverini e Pecoraro sembrano avere fatto tutto il possibile affinchè la gestione dell'emergenza rifiuti nel Lazio si rivelasse un clamoroso disastro cui dovrà rimediare il Governo", ha dichiarato il senatore del Pd Francesco Ferrante.

"Le due ipotesi di Riano e Corcolle, sulle quali si è speso inutilmente tempo sebbene siano con assoluta evidenza impraticabili, vanno ora accantonati", ha aggiunto Ferrante. E ieri il ministro dell'Ambiente Corrado Clini si è dato dieci giorni di tempo per nuove valutazioni sui siti di Riano e di Corcolle affidate a una ''struttura tecnica'' guidata dal governo. Cabina di regia che riprenderà in mano anche le altre soluzioni proposte dalla Regione e a suo tempo scartate dal commissario di governo. Tra queste non ci sarà l'exit strategy olandese. La più insostenibile (ambientalmente) - anche in un contesto di emergenza - e la più lontana dalla realizzazione del ciclo integrato che la Commissione (e le normative) aveva individuato dieci anni fa. (cp)

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