[12/03/2012] News

Al via il Forum mondiale dell’acqua di Marsiglia, presentato il rapporto Unesco sulle risorse idriche

Oggi a Marsiglia, dove si è aperto il 6° Forum mondiale dell'acqua, è stato presentato il rapporto "La gestione dell'acqua in condizioni d'incertezza e di rischio", elaborato dalle Nazioni Unite sullo Sviluppo delle risorse idriche mondiali (WWDR4), il prodotto principale realizzato dal Programma di valutazione delle risorse idriche mondiali (WWAP), ospitato dall'Unesco. L'analisi, molto approfondita, ci riporta però a dati in parte conosciuti. La domanda di acqua proveniente dai settori agricolo, energetico, industriale e dal consumo umano è in aumento in tutto il mondo, ed in parallelo aumenta la richiesta globale di cibo (entro il 2050 aumenterà del 70%). Sono le grandi aree urbane a soffrire di più, dove nel 2050 saranno presenti 6,3 miliardi di persone dai 3,4 miliardi del 2009.

«Esiste già una buona parte di popolazioni urbane non servite e si stima che il numero di persone in città che non hanno accesso all'acqua potabile e a servizi igienici sia cresciuto del 20% da quando sono stati stabiliti gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio», è spiegato nel rapporto. La disponibilità della risorsa potrebbe ulteriormente diminuire in molte zone a causa dei cambiamenti climatici. Questa condizione può acuire le disparità economiche tra alcuni paesi, nonché tra settori o regioni all'interno di un paese, con le criticità maggiori che ricadranno sui più poveri.

Tra il 1990 e il 2000, in diversi paesi in via di sviluppo le catastrofi naturali hanno causato danni tra il 2 e il 15% del loro Pil annuo - è riportato nel rapporto. Si prevede che, entro il 2030, l'Asia meridionale e l'Africa meridionale saranno le regioni più vulnerabili per la scarsità di cibo connessa ai cambiamenti climatici. E' previsto anche un aumento di stress idrico in Europa centrale e meridionale e, dal 2070, il numero di persone colpite salirà da 28 a 44 milioni. «Il costo dell'adattamento alle conseguenze di un aumento di 2 °C della temperatura media globale potrebbe variare da 70 miliardi di dollari a 100 miliardi di dollari l'anno tra il 2020 e il 2050. Di questi costi, tra 13,7 miliardi di dollari (scenario con clima più secco) e 19,2 miliardi dollari (scenario con clima umido) saranno legati al settore idrico, prevalentemente attraverso l'approvvigionamento e la gestione delle inondazioni».

Riserve idriche sotterranee in riduzione, acqua sempre più deteriorata dall'inquinamento che danneggia la salute dell'uomo e degli ecosistemi. Si stima che oltre l'80% delle acque reflue nel mondo non sia raccolto o trattato, e gli insediamenti urbani sono la principale fonte d'inquinamento point-source. «L'acqua è alla base di tutti gli aspetti dello sviluppo: è l'unico mezzo che collega vari settori e attraverso il quale è possibile affrontare congiuntamente le grandi crisi globali - hanno dichiarato dall'Unesco - ed è l'elemento chiave per la "crescita verde" (green growth) e per la realizzazione di economie più ecologiche.

Il nesso  ‘acqua-cibo-energia' illustra le scelte difficili, i rischi e le incertezze cui devono far fronte oggi i responsabili politici. Una sfida importante sarà l'integrazione delle complesse interconnessioni nelle strategie di risposta, che tengano conto dei vari scambi e degli interessi delle differenti parti interessate».

 

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