[12/03/2012] News

Nessuno “scontro sui dati” relativi alle acque dell’Isola del Giglio

 

In seguito alla pubblicazione del dossier di Greenpeace "Come sta il mare del Giglio ", qualche testata giornalistica ha letto una qualche forma di contrapposizione fra le rilevazioni svolte dall'associazione ambientalista ed il monitoraggio ambientale ufficiale condotto da ARPAT.

In realtà non è affatto così, basta leggere in modo attento sia il rapporto di Greenpeace che i dati costantemente diffusi dall'Agenzia.

Il rapporto evita di attribuire alle discrepanze su alcuni valori rilevati il significato di una sconfessione delle analisi ufficiali di ARPAT: Greenpeace è consapevole che tali differenze possono avere spiegazioni di carattere meramente tecnico-analitico e non inficiano la valutazione generale sulla qualità del mare al Giglio.

L'Agenzia così come l'Associazione ambientalista condividono pienamente l'intento di mettere a disposizione del pubblico i dati rilevati con la massima trasparenza e infatti Arpat cosi ha fatto da subito in accordo con le istituzioni.

In primo luogo va osservato che è difficile fare un confronto diretto fra i dati ARPAT e di Greenpeace in quanto riguardano campionamenti in punti diversi e, soprattutto, il dato di Greenpeace si riferisce ad un solo giorno mentre quelli di ARPAT si riferiscono ad una lunga serie storica iniziata il 17 gennaio.

Per quanto riguarda i risultati, sia ARPAT che Greenpeace hanno "generalmente verificato valori "normali" sui parametri chimici mentre non sono state "trovate anomalie nelle conte batteriche". In particolare i dati sono pienamente coerenti per quanto riguarda gli idrocarburi, uno dei parametri potenzialmente più preoccupanti, in quanto i risultati sono perfettamente sovrapponibili.

I valori in cui le analisi di ARPAT e di Greenpeace differiscono sono quelli riguardanti tensioattivi e azoto ammoniacale: la stessa Greenpeace, in proposito, afferma che "il diverso risultato potrebbe essere legato all'adozione di due protocolli di campionamento differenti".
Ad esempio attorno alla nave Greenpeace avrebbe prelevato da riva in un tratto di mare chiuso tra gli scogli e il relitto, dove ci aspettiamo un minor ricambio, mentre ARPAT preleva a largo, in prossimità della chiglia del relitto.

Da parte nostra, possiamo aggiungere che è molto probabile che le differenze nei risultati siano riconducibili ai metodi di analisi utilizzati. Su questo secondo aspetto ad esempio ARPAT ha potuto verificare, proprio per i parametri in questione, che non tutti metodi disponibili rispondono in modo adeguato a causa delle interferenze dovute alla salinità.
Da questo punto di vista la qualità dei metodi scelti e i numerosi riscontri incrociati svolti in questo periodo di monitoraggio ci confortano sulla affidabilità dei nostri risultati e ci consentono di escludere problemi significativi, come quelli paventati dalle analisi di Greenpeace per l'acqua al punto di prelievo al dissalatore.

In ogni caso è vero che gli unici valori anomali, ma non allarmanti, registrati dall'Agenzia durante tutto il monitoraggio hanno riguardato appunto alcuni tensioattivi, alcuni solventi e l'azoto organico, in particolare nell'ultimo periodo come è facile rilevare dal sito dell'Agenzia.

Detto questo, anche se fino ad oggi non sono stati rilevati fenomeni allarmanti di inquinamento del mare, è indubbio, come detto fin dal primo giorno, che rilasci di sostanze inquinanti, soprattutto a causa della decomposizione del materiale organico presente a bordo, ci sono e ci saranno, come indicano i risultati di analisi su campioni di acqua prelevati all'interno del relitto effettuati anche di recente. Tali graduali fuoriuscite, per ora limitate per la sostanziale immobilità della nave e del suo contenuto, si diluiscono e si diluiranno nei grandi volumi di acqua e in condizioni meteomarine di calma sono più percepibili.

In definitiva ARPAT concorda pienamente col giudizio di Greenpeace che "anche se la situazione, per ora, non sembra allarmante" dobbiamo tenere alta la guardia, e per questo l'Agenzia è mobilitata fin dal primo giorno con tutte le sue forze, analizzando acque, sedimenti, posidonia, animali marini secondo un piano di monitoraggio approvato dalla struttura Commissariale.

 

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