[07/03/2012] News toscana

Emergenza siccità: la provincia di Pisa ipotizza la razionalizzazione dell'acqua, anche per fini potabili

In vista dell'estate, il rischio siccità si fa sempre più concreto per la Toscana, a causa della pioggia caduta col contagocce durante l'anno da poco trascorso. Come greenreport.it ha già avuto modo di segnalare, la Regione ha ritenuto opportuno istituire il tavolo di coordinamento per far fronte a questa emergenza idrica.

Anche altri enti locali del territorio toscano, consci delle affatto rosee prospettive sul fronte idrico, mettendo anche in cantiere l'ipotesi del razionamento. L'assessore all'Ambiente della provincia di Pisa, Valter Picchi (foto), ha annunciato che ‹‹nei prossimi mesi, in coordinamento con gli uffici della Regione e delle Autorità di Bacino, seguiremo con particolare attenzione l'evoluzione dello stato delle falde. Se i loro livelli scenderanno al di sotto dei limiti di sostenibilità (definiti proprio dalle Autorità di Bacino), la Provincia, in base al proprio regolamento sugli usi delle acque pubbliche, potrà emettere ordinanze volte a sospenderne o ridurre i prelievi››.

Premesso che ai cittadini non sempre risulta immediatamente percepibile la riduzione della disponibilità idrica, in quanto la quasi totalità dei prelievi avviene da riserve sotterranee - le quali rispondo più lentamente alle variazioni dovute alle precipitazioni, rispetto ai corpi acquiferi superficiali - i prossimi mesi saranno cruciali per definire se le falde acquifere saranno o meno riapprovvigionate a sufficienza dalla precipitazioni. Il rischio è quello di sovrasfruttare le falde stesse, provocandone una diminuzione della capacità di accumulo.

Per questo è ‹‹doveroso adottare iniziative volte a razionalizzare le pratiche di utilizzo ed emungimento››, precisa Valter Picchi, mentre la Provincia assicura che, comunque, gli eventuali interventi in tal senso saranno modulati secondo le priorità stabilite dalla legge, dando precedenza all'uso potabile, quindi a quello agricolo e successivamente agli altri. D'altronde, se una specifica falda acquifera risulta sfruttata solo o in larga parte a fini potabili, potranno essere adottate restrizioni anche allo stesso uso potabile: sarebbe infatti del tutto inefficace imporre limitazioni a impieghi diversi, nel caso questi siano decisamente marginali.

 

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