[06/03/2012] News

Ilva di Taranto: sarà rivista la procedura di Autorizzazione integrata ambientale

Le perizie elaborate dagli esperti nominati dal Gip del Tribunale di Taranto nell'ambito dell'incidente probatorio relativo all'inchiesta a carico dei dirigenti dell'Ilva, hanno permesso alla Procura di dichiarare come evidente la connessione tra inquinamento emesso dagli impianti industriali e i decessi per tumore che si sono verificate nell'area.

Secondo i tre periti, un oncologo e due epidemiologi (di cui uno esperto anche di igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro) «l'esposizione continuata agli inquinanti dell'atmosfera emessi dall'impianto siderurgico ha causato e causa nella popolazione fenomeni degenerativi di apparati diversi dell'organismo umano che si traducono in eventi di malattia e di morte».

Secondo gli esperti sarebbero 174 i decessi riconducibili direttamente all'inquinamento prodotto dallo stabilimento nei sette anni presi in esame, ed in particolare alle concentrazioni elevate di polveri sottili. In base a questo quadro, riportato in forma sintetica, sono state formulate le accuse dei pubblici ministeri, che, come è possibile immaginare, sono piuttosto pesanti: disastro colposo e doloso, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose e inquinamento atmosferico.

Ovviamente il collegio di difesa ha avanzato le sue obiezioni, dubbi e tesi opposte che saranno valutate nel corso del processo. Quanto avvenuto la scorsa settimana ha però già portato qualche conseguenza sul piano decisionale. Il 14 marzo a Bari il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, si incontreranno per discutere il riesame della procedura Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per il polo siderurgico di Taranto, che era stata rilasciata nel luglio scorso.

«Alla luce dei fatti processuali che sono stati richiesti dal comune di Taranto perché si giungesse ad un incidente probatorio, abbiamo un fatto nuovo rappresentato da due perizie, una chimica e una epidemiologica- ha dichiarato Vendola- Le due perizie sollevano questioni nuove che vanno affrontate, innanzitutto, nella sede dell'autorizzazione integrata ambientale. Infatti ho reiterato la richiesta al ministro Clini di convocare subito la conferenza di servizi per fare le valutazioni opportune alla luce di quegli elementi nuovi che i periti ci offrono».

Poi il presidente della Regione ha aggiunto che Taranto, dopo decenni di inquinamento, ha bisogno di una legge speciale in cui lo Stato si faccia carico sia del ciclo delle bonifiche che dei risarcimenti. «Noi abbiamo bisogno che il Governo ci consenta subito di sbloccare le risorse e i progetti per cominciare la grande, vera opera economica e sociale di cui la città ha bisogno: la bonifica».

La notizia della riapertura della procedura di Autorizzazione integrata ambientale per l'Ilva di Taranto è stata accolta con favore da Legambiente «Quella di Clini è un'ottima decisione che eravamo tornati a sollecitare con una lettera indirizzata al ministro nei giorni scorsi, alla luce dei risultati delle perizie tecniche effettuate sulle emissioni prodotte dagli impianti e sui rischi che ne derivano per la salute - ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani - L'Aia approvata dal precedente ministro dell'Ambiente, infatti, non è assolutamente adeguata agli impatti sanitari e ambientali di uno degli impianti siderurgici più grandi d'Europa. La procedura va riaperta per renderla più rigorosa».

Sicuramente giusto, ma a nostro avviso si deve andare oltre. Considerato che questo paese non può rinunciare alle sue industrie e che a Taranto lo sviluppo industriale non è stato sostenibile, la domanda da porre è se il polo siderurgico oggi, possa essere inserito in un percorso di riqualificazione in cui deve essere effettuata un'analisi sui costi "effettivi" del sistema. Cioè devono essere valutate le esternalità ambientali, sanitarie e sociali e verificato se l'azienda è in grado di impegnarsi in un percorso di innovazione che riduca i consumi di materia ed energia e porti "sotto soglia" gli impatti ambientali fino a renderli ininfluenti sulla salute dei cittadini.

Al di la di quelli che saranno i percorsi giudiziari, spetta alle istituzioni rispondere ai quesiti e verificare se la "sintesi" tra sviluppo industriale e tutela dell'ambiente in questo caso esiste.

 

Torna all'archivio