[05/03/2012] News

Tonno Mareblu 100% sostenibile entro il 2016

Greenpeace: «merito della nostra campagna "Tonno in Trappola"»

Oggi in redazione è arrivato un comunicato di Mareblu che annuncia una svolta per la terza marca nel mercato italiano delle conserve ittiche: «solo metodi di pesca sostenibili entro il 2016, la prima lattina di tonno pescato a canna per il mercato italiano entro il 2012 e un'etichetta sulla confezione più completa e trasparente sono i nuovi obiettivi fissati dal marchio italiano del gruppo MW Brands come ulteriore contributo per la salvaguardia della risorsa tonno e della biodiversità degli oceani». MW Brands è di proprietà della più grande compagnia al mondo di prodotti ittici, la Thai Union

Ecco le aree di intervento su cui si è concentrato lo studio per la definizione degli standard su cui l'azienda, dopo averne verificato fattibilità tecnica e industriale, si impegna pubblicamente: 1. Metodo di pesca 2. Catture accessorie 3. Tonno "pulito" per il mercato italiano 3. Trasparenza 5. Salvaguardia delle varietà a rischio e supporto alle riserve marine.

Adolfo Valsecchi, amministratore delegato di  MwBrands e presidente di Mareblu, ha spiegato: «è nostra ferma intenzione - spiega - vendere tonno pescato soltanto con metodi di pesca sostenibili entro il 2016, portare la prima lattina di tonno pescato a canna per il mercato italiano entro quest'anno e porre sulle confezioni prodotte a partire da oggi, quindi a scaffale nell'arco di 6-12 mesi, un'etichetta ancora più completa e trasparente, con il nome comune e il nome scientifico della varietà di pesce utilizzata, oltre alla specifica area di provenienza e corrispondere codice FAO, per un approccio ancora più corretto verso il consumatore. Non si tratta di misure lanciate come spot ma di punti chiave di un percorso intrapreso ormai da anni da Mareblu e dal gruppo MwBrands che oggi siamo nelle condizioni di poter ufficializzare dopo le dovute verifiche tecnico-scientifiche. Al di là dell'aspetto etico-ambientale, che per altro condividiamo, dalla sopravvivenza della risorsa tonno dipende la nostra industria e non sarebbe sensato trascurare i problemi ad essa collegati».

Entro la fine del 2016 il 100% del tonno Mareblu sarà pescato solo con pescherecci da "Pole&Line" (la tradizionale pesca con canna) o con reti a circuizione senza uso di sistemi di aggregazione per pesci (Fishing Aggregating Devices o Fads) ovvero reti a circuizione su banchi "liberi" (free school). «Inoltre - dice l'azienda - considerato che i precedenti metodi di pesca sostenibile realisticamente richiederanno una graduale e progressiva messa a punto che non permetterà il totale ed immediato abbandono delle attuali tecniche, Mareblu comprerà preferenzialmente, a partire dal 2013, da navi che siano monitorate dalla presenza costante a bordo di Osservatori scientifici qualificati e che trattengano il 100% delle catture accessorie, in modo da poterne misurare il quantitativo e verificarne la composizione. Tali operazioni di controllo saranno da effettuarsi "a terra" alla presenza delle Autorità competenti».

Mareblu assicura di essere partita «dal dato fornito da Greenpeace secondo cui le catture accessorie ammontano al 10% (ad esempio nel recente rapporto "I segreti del tonno"); Mareblu si impegna a ridurle entro il 2013 al 5% e entro il 2014 al 3%.Entro il 2012 Mareblu porterà sul mercato Italiano un nuovo prodotto sostenibile, il tonno Skipjack pole and line. Mareblu inoltre limiterà il più possibile il proprio margine su questo nuovo prodotto in modo da agevolarne l'accettazione da parte delle distribuzione e favorirne la conoscenza e il consumo. Parallelamente offrirà la possibilità di produrre lo stesso prodotto anche a marchio del distributore. Mareblu cercherà nello stesso tempo di incrementare la quota percentuale di tonno Skipjack all'interno dei propri prodotti, ad esempio sviluppando la marca Seychelles (di proprietà MwBrands) e se necessario nuovi formati e ricette».

Inoltre l'etichettatura Mareblu, riportata sulla confezione esterna e quindi consultabile prima dell'acquisto, «avrà il massimo livello di trasparenza per il consumatore. In aggiunta a quanto previsto per legge, riporterà le seguenti indicazioni: nome scientifico della specie (es. Thunnus Albacares); nome comune della specie (es. tonno pinne gialle); zona geografica di pesca e codice dell'area Fao (es. Oceano Indiano, Area FAO 51); metodo di pesca (es. reti a circuizione)». Mareblu conferma anche «l'esclusione dell'utilizzo del tonno obeso (Bigeye o thunnus obesus) per i propri prodotti e conferma il suo incondizionato supporto in favore delle Riserve marine esistenti e di qualsiasi altra Riserva che la comunità scientifica internazionale ritenesse in futuro di raccomandare. In particolare Mareblu conferma il suo supporto alla creazione di una riserva marina nei Pacific Commons, e si impegna a non utilizzare nei propri prodotti tonno pescato in tali aree».

Greenpeace esulta e dice che è tutto merito della sua campagna "Tonno in Trappola" se Mareblu  ha annunciato oggi la svolta: «si tratta di un passo molto importante. - dice Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace. Mareblu è il primo marchio italiano a impegnarsi chiaramente nell'eliminare l'uso di reti a circuizione con Fad, un metodo di pesca distruttivo che non solo cattura numerose specie in pericolo ma anche esemplari giovani di tonno aggravando la crisi degli stock. È ora che anche gli altri leader del mercato italiano del tonno in scatola prendano lo stesso impegno. Mareblu si è inoltre impegnata ad appoggiare la creazione di riserve marine nelle zone d'alto mare del Pacifico, a incrementare nei propri prodotti la quota percentuale di tonnetto striato (unica specie al momento non in crisi), a non utilizzare il tonno obeso (specie vulnerabile secondo l'Iucn). Il primo prodotto Mareblu sostenibile, tonnetto striato pescato con canna, dovrebbe essere disponibile ai consumatori italiani già entro l'anno».

Greenpeace spiega che «la maggior parte del tonno pescato nel mondo è catturato da reti a circuizione con "sistemi di aggregazione per pesci" (Fad). I Fad sono oggetti galleggianti utilizzati per concentrare i tonni e, purtroppo, nelle reti finiscono anche molte altre specie come squali, mante e tartarughe, ed esemplari giovani di tonno. Si stima che, per ogni nove chilogrammi di tonni catturati, si pesca un chilogrammo di altri animali "indesiderati". Le catture accessorie della pesca su Fad potrebbero superare le 182 mila tonnellate all'anno. Abbandonare tali metodi, come Mareblu si è impegnato a fare, ridurrebbe del 90 per cento queste catture accessorie. Adesso Mareblu deve dimostrare che il suo impegno è reale, alle parole devono seguire i fatti! La strada per arrivare al 2016 è ancora lunga, la compagnia dovrà aumentare anno dopo anno la quantità di prodotti sostenibili certificati sul mercato italiano fino a raggiungere il proprio obbiettivo». 

 

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