[28/02/2012] News

Sahara Forest Project accordo tra Bellona Qafco e Yara per il "Deserto verde" in Qatar

Il Sahara Forest Project, l'iniziativa dell'Ong ambientalista-scientifica norvegese Bellona per coltivare nei climi aridi ha fatto quello che sembra un altro grosso passo avanti.
Il presidente di Bellona Frederic Hauge ha detto: «Siamo orgogliosi che il Sahara Forest Project abbia firmato un accordo con Yara International Asa e la compagnia di fertilizzanti qatariana Qafco per realizzare il primo impianto sperimentale in Qatar».

L'accordo definitivo sarà firmato in Norvegia dal primo ministro norvegese Jens Stoltenberg e dal premier del Qatar Sheikh Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani. Il Test plant sarà costruito su un'area di 10.000 m2 nello stabilimento della Qafco in Qatar e dovrebbe servire a dimostrare il potenziale dell'agricoltura nel deserto con il solo utilizzo di acqua salata e delle energie rinnovabili.

«L'impianto sarà pienamente operativo entro dicembre 2012 - spiega Bellona che ne detiene il 30% delle quote - e ospiterà una combinazione unica di serre d'acqua salata, energia solare a concentrazione e celle solari, stagni di coltivazione delle alghe e strutture per l'essiccazione del sale» Yara e Qafco coprire i costi del progetto stimati in 5,3 milioni di dollari. Haugue sorrolinea che «Bellona è stata a lungo uno difensore ed un incubatore del Sahara Forest Project. Questa è una fondazione e una società e siamo orgogliosi di essere stati coinvolti nel suo sviluppo».

Nel 2007, l'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) ha scritto nel suo assessment report che i Paesi ricchi devono sostenere l'80% dei tagli delle emissioni nei prossimi 40 anni e Bellona è partita da questo per proporre progetti visionari ma scientificamente fondati per affrontare le sfide del cambiamento climatico a livello globale, e l il suo rapporto "How to Combat Global Warming" è la risposta alle sollecitazioni degli scienziati climatici dell'Ipcc.

Il rapporto dell'associazione evidenzia che «Una parte della soluzione utilizza la biomassa che lega la CO2 nella fotosintesi e che può essere utilizzata come combustibile e per una varietà di altri scopi. Argomenti contro l'utilizzo delle soluzioni delle biomasse per il cambiamento climatico si sono concentrate intorno al fatto che la biomassa, fino ad ora, ha creato un conflitto diretto con la produzione alimentare. Il mais, per esempio, è cibo. La sua produzione pone pesanti pesi per i terreni coltivati e richiede l'accesso a grandi quantità di acqua dolce. Il Sahara Forest Project eviterà i problemi dell'utilizzo del suolo, sia in termini di quantità di terreno utilizzato sia perché il progetto è localizzato nel deserto, una zona che non è in conflitto con la produzione alimentare».

Ma la cosa sulla quale punta davvero il progetto per rendere verde il deserto è la coltivazione delle alghe, «E' una soluzione molto migliore per la produzione di biomassa - dice Bellona - La coltivazione delle alghe richiede molto meno spazio di terreno non coltivabile, ma cresce rapidamente e può essere coltivata direttamente nell'acqua salata o in serre ad acqua salata».

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