[24/02/2012] News

È una “nuova” specie la mini-falena minatrice che ha invaso i vigneti di Veneto e Trentino

La rivista ZooKeys publica la ricerca "Antispila oinophylla new species (Lepidoptera, Heliozelidae), a new North American grapevine leafminer invading Italian vineyards: taxonomy, DNA barcodes and life cycle", che rivela la presenza di un nuovo insetto invasivo che infesta e mangia le foglie dei vigneti italiani e che potrebbe causare notevoli danni economici.

Allo studio hanno lavorato Mario Baldessari e Gino Angeli della Fondazione Edmun Mach Istituto agrario San Michele all'Adige (Tn) e Vicenzo Girolami, Carlo Duso e Luca Mazzon del Dipartimento di Agronomia ambientale e Produzioni e vegetali del Università di Padova, insieme ad Erik J. van Nieukerken e Camiel Doorenweerd  del Netherlands Centre for Biodiversity e David L. Wagner del  Department Ecology & Evolutionary Biology, University of Connecticut, i quali, analizzando il codice a barre del Dna dell'insetto, hanno rilevato che è identico a quello delle popolazioni di Antispila oinophylla del Nord America, una specie precedentemente non rilevata.

Nel 2005 un "minatore fogliare" sconosciuto fu trovato nei vigneti dell'Italia settentrionale, spesso in grandi numeri, ma gli entomologi non riuscivano ad individuare questa specie invasiva: è partita così la ricerca italiana olandese-statunitense che  ha scoperto che "l'alieno" delle vigne appartiene alla famiglia delle Heliozelidae, che non è era stata molto studiata in America. «Abbiamo prima utilizzato la letteratura scientifica per scoprire cosa fosse già noto, che era spaventosamente poco per questo gruppo di falene -  spiega van Nieukerke. Abbiamo capito che questa falena, pur essendo abbastanza comune in Nord America, non aveva un nome. Quando abbiamo analizzato i codici a barre del Dna, abbiamo trovato specie più numerose di quello che già sapevamo collegate alle viti da uva e piante selvatiche in Nord America. Con qualche difficoltà potevano essere collegate a quattro tipi noti di specie che sono stati rilevati sulla base del loro Dna». 

Poi i ricercatori hanno continuato con l'analisi della specie presente nei vigneti italiani, che con poche altre era rimasta senza nome. La nuova specie è l'Antispila oinophylla (letteralmente: la falena della vite con macchie opposte) che si trova nella parte orientale del Nord America, dalla Georgia all'Ontario e che era stata precedentemente confusa con un'altra specie nordamericana, la Antispila ampelopsifioliella che si nutre di vite americana. Le larve della "nuova" specie si cibano di diverse specie di uva selvatica, mangiano le foglie della vite, producendo le cosiddette miniere fogliari ed alla fine fanno un bozzolo dal quale nasce la farfalla che ha un'apertura alare di solo 5 - 6 mm, 3 mm a riposo. L'insetto è nero lucente con macchie argentee dai riflessi dorati: banda trasversale basale, fascia mediana divisa in due macchie subtriangolari e macchia circolare al centro dell'area distale nero con macchie argentate lucide sulle ali e la testa. Le larve sono appiattite e di colore giallo, chiaro nelle prime età e più scuro nelle larve mature. Il fodero larvale è subellittico e biancastro, a volte  bruno chiaro.

Individui di Antispila sono stati rilevati, per la prima volta in Europa, nel 2007 e nel 2008 in diverse aree del Trentino e del Veneto. Si tratta di minatori fogliari che possono determinare forti infestazioni. Sull'Informatore Agrario nel 2009 si leggeva che «il genere Antispila appartiene alla famiglia Heliozelidae che consta di circa 130 specie diurne conosciute in tutte le  regioni zoogeografiche, ma diffuse soprattutto in Nord America e in Australia. Le larve degli Heliozelidae scavano mine nelle foglie di varie specie arboree e arbustive e, alla fine dell'attività trofica, formano un caratteristico fodero ovale entro cui incrisalidano». Delle 45 specie di Antispila note, 15 si sviluppano a spese di Vitaceae. Di queste sono note 10 specie legate al genere Vitis di cui 4 in Nord America, 4 in Giappone e 2 in India.

In Italia, dal 2006 insetti che sembravano appartenenti a specie di Antispila sono stati trovati nei vigneti del Veneto e del Trentino, negli ultimi anni in grandi quantità. Gli autori italiani della ricerca hanno studiato nei minimi dettagli la distribuzione e la storia della vita dell'animale. Nel 2007, la presenza dell'insetto minatore è stata riscontrata in buona parte della Valsugana, da Bassano del Grappa (Vicenza) a Levico Terme (Trento). Nel 2008, la specie è stata rinvenuta più a nord, vicino a Civezzano (Trento) ma non nei distretti viticoli della vicina Val d'Adige. Nel corso delle indagini effettuate nel Veneto, nel 2008, sono stati riscontrati focolai nelle provincie di Vicenza, Treviso e Belluno ma non in quelle di Padova e Verona. In numerosi vigneti la specie di Antispila è stata rinvenuta assieme a P. vitegenella, raramente con  H. rivillei.

L'insetto minatore sembra avere buon gusto: ama le foglie di Chardonnay, Cabernet Sauvignon e Moscato. In una precedente indagine ("Antispila sp. minatore fogliare segnalato in Italia su vite") pubblicata sull'Informatore Agrario da Baldessari, Angeli, Girolami, Duso e Mazzon si leggeva che «focolai locali possono potenzialmente causare danni economici. In Trentino sono state registrate forti infestazioni (in media 4-5 mine per foglia con valori massimi di 15-20 mine su alcune foglie, foto 2) in due vigneti non trattati con insetticidi situati nei pressi di Borgo Valsugana. Nel Veneto, sono state rilevate infestazioni di una certa intensità (in media 1-2 mine per foglia con valori massimi di 7-8 mine su alcune foglie) in vigneti non trattati (soprattutto nell'area di Feltre - Belluno) ma specialmente in vigneti trattati con insetticidi situati tra Feltre e Valdobbiadene (Treviso)». Le vespe parassite sembrano essere il miglior rimedio per contenere la popolazione di questi dannosi invasori americani.

Non si sa come questa nuova specie abbia  raggiunto l'Europa. I piccoli bozzoli con larve o pupe possono essere attaccati ad ogni tipo di materiale vegetale, legname, pali, ma anche rifiuti e in questo modo possono essere facilmente trasportati e sopravvivere a lungo tempo a basse temperature. Anche gli adulti potrebbero essere trasportati con aerei o navi.  Il team di ricerca internazionale fa notare che «invasioni di questo tipo stanno diventando sempre più comuni». Sono quindi necessarie una corretta conoscenza della tassonomia, degli stili di vita, della distribuzione e dei nemici naturali delle specie invasive per poterle combattere. «La conoscenza tassonomica è, purtroppo, spesso insufficiente - dicono gli autori dello studio pubblicato su ZooKeys - quindi per questo tipo di insetti occorre uno studio tassonomico prima che diventino un problema».

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