[24/02/2012] News

Scienza: libertà per i ricercatori canadesi

Il bavaglio del governo eco-scettico all'informazione scientifica

Il 17 febbraio l'Association des communicateurs scientifiques du Québec (Acs) e la Canadian science writers' association (Cswa) hanno approfittato del congresso annuale dell'American association for the advancement of science (Aaas) che si è tenuto a Vancouver per organizzare una conferenza intitolata "Démuseler les scientifiques du gouvernement: comment rétablir le dialogue?" (Togliere il bavaglio agli scienziati del governo: come ristabilire il dialogo?) che ha discusso anche di come migliorare l'accesso alle informazioni scientifiche prodotte dai ricercatori del governo federale canadese.

Il presidente dell'Acs, Mathieu‐Robert Sauvé, ha sottolineato che «La libertà di espressione  è un valore fondamentale della democrazia e questo vale per i ricercatori. Lo stesso metodo scientifico si basa sulla libera trasmissione delle conoscenze. E' inaccettabile vedere un governo che ingerirsi nella diffusione delle scoperte scientifiche». Margaret Munro, una scrittrice scientifica di Postmedia News, ha detto che «Il  pubblico canadese non sa tutto quel che potrebbe sapere sulla scienza e il cambiamento climatico. Più è controversa la storia meno è possibile parlarne con gli scienziati». Invece, secondo le e-mail ottenute in base alla "information legislation", i lobbisti dell'industria petrolifera e gasiera sembrano avere un accesso diretto agli scienziati. Documenti interni del governo riportano un declino dell'80% della copertura dei media canadesi d sul cambiamento climatico dopo il 2007, quando il governo conservatore di Stephen Harper ha messo in atto le sue politiche restrittive.

Dal 2008 in Canada c'è una situazione paradossale per un Paese che tutti ritengono come uno dei più liberi e democratici del mondo: la maggioranza dei ricercatori che lavorano per istituzioni legate al governo canadese o in progetti finanziati dal governo devono ottenere un'autorizzazione dal Service de communication ministériel prima di poter rispondere alle domande dei giornalisti  o far approvare le loro risposte, rendendo così il lavoro dei media scientifici sempre più difficile. Una politica di stretto controllo dell'informazione voluta dal governo eco-scettico di Ottawa e che è stata ampiamente denunciata in questi ultimi anni, sia dai giornalisti che dalla comunità scientifica canadese e statunitense. Gli scienziati canadesi ed i loro lavori stanno letteralmente scomparendo dai media. Nel 2008, Environnement Canada ha ingiunto ai suoi ricercatori di passare tutte le domande dei media ad Ottawa, dove il département de communication  decide se gli scienziati siano autorizzati a procedere con l'interviste o le pubblicazioni di articoli e "fornisce" risposte ad hoc per I media. Articoli pubblicati da Cbc, Postmedia news, Nature ed altri giornali hanno rivelato come questa politica censoria si sia estesa ad altri ministeri. La Columbia Journalism Review dice che la situazione canadese sembra relativamente simile a quella Usa delle politiche restrittive approvate dall'amministrazione di George W. Bush e rimaste con Barack Obama.  «Quando il governo imbavaglia gli scienziati per motivi politici, taglia i principi fondamentali della buona scienza - ha detto Stephen Hwang, professore di medicina generale interna all'università di Toronto - La discussione aperta delle idee è fondamentale per la scienza, così come una stampa libera è essenziale per la democrazia»,

Dopo la conferenza dell'Aaas di Vancouver  un folto gruppo di scienziati e giornalisti scientifici ha scritto una lettera aperta al primo ministro canadese Stephen Harper, ecco il testo:

Sono ormai quattro anni che, in tutto il Canada, dei giornalisti e degli scienziati denunciano le pratiche inquietanti del governo federale in materia di comunicazione scientifica. Alle lettere aperte  sono succeduti degli editoriali e delle conferenze pubbliche. Tuttavia, i casi di imbavagliamento degli scienziati pubblici si moltiplicano.

Ancora questo autunno, Environnement Canada ha impedito al Dottor David Tarasick di parlare ai giornalisti dei suoi lavori sulla cappa di ozono  pubblicati sulla rivista Nature. Poco tempo prima, il Bureau du Conseil privé ha vietato a Kristina Miller, ricercatrice di Pêches et Océans  Canada, di concedere delle interviste sui suoi studi precedentemente apparsi sul giornale  Science riguardanti le cause del declino del salmone rosso in British Columbia.

Malgrado le promesse di trasparenza formulate dal vostro governo maggioritario, gli scienziati federali non hanno ancora il diritto di rivolgersi ai giornalisti senza il consenso degli agenti delle relazioni con i media. I tempi per ottenere delle interviste sono spesso troppo lunghi ed incompatibili con l'agenda dei media. I giornalisti  si vedono  regolarmente rifiutare delle interviste senza ragioni giustificate. Nelle sale stampa, il malcontento a volte cede il posto allo scoraggiamento. Sempre più, i giornalisti rinunciano semplicemente a cercare di parlare con gli scienziati federali, mentre questi subiscono delle pressioni politiche in un'atmosfera dominata dal messaggio politico.

Inizio di una campagna

Dopo diversi anni di denunce infruttuose, le nostre associazioni, che rappresentano la comunità internazionale dei giornalisti scientifici e dei ricercatori canadesi, annunciano con la presente l'inizio di una campagna nel corso della quale uniranno le loro forze per ottenere il libero accesso agli scienziati federali. Questa campagna metterà in opera i mezzi necessari per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla questione ed incitare il governo ad abbattere il muro che separa gli scienziati dai giornalisti e dai cittadini.

Chiediamo al governo che riveda ampiamente la sua politica di comunicazione che colpisce i ricercatori governativi e che adotti una politica trasparente ed adeguata. Potrebbe somigliare a quella istituita recentemente dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa)  negli Stati Uniti, la quale incoraggia gli scienziati a parlare ai media senza intermediari. Questo incita anche gli scienziati ad esprimere le loro opinioni personali, a condizione di precisare che il loro giudizio viene dato a titolo personale e non a nome del datore di lavoro.

Conoscere meglio la scienza

Numerosi  scienziati federali sono, oltre il loro status di impiegati del governo, degli esperti mondialmente riconosciuti in climatologia in agricoltura, in ambiente, in soluzioni energetiche, in malattie infettive, in nanotecnologia ed in medicina. Le ricerche essenziali che effettuano rappresentano spese di miliardi di dollari per i contribuenti.

I canadesi hanno il diritto di conoscere meglio la scienza che finanziano e di accedere liberamente alle applicazioni degli scienziati pubblici. I chiarimenti di questi scienziati di livello mondiale sono essenziali alla comprensione dei problemi moderni, al dibattito democratico e alla presa di decisioni chiare che riguardano sia la salute pubblica che la protezione dell'ambiente o lo sviluppo economico.

Signor Primo Ministro, noi chiediamo il ritiro del bavaglio agli scienziati  federali perché noi crediamo ad un giornalismo migliore. Noi crediamo in un giornalismo che informi meglio l'opinione pubblica e che, conseguentemente, aumenti le chance dei canadesi trarre il massimo dei benefici dalla ricerca che finanziano.

Association des communicateurs scientifiques du Québec (Acs)  Mathieu Robert-Sauvé, Presidente

Association science et bien commun (Asbc) Florence Pilon, Presidente

Canadian Journalists for Free Expression (Cjfe)  Arnold Amber, Presidente

Canadian Science Writers' Association (Cswa) Peter McMahon, Presidente

The Professional Institute of the Public Service of Canada (Pipsc) Gary Corbett, Presidente

World Federation of Science Journalists (Wfsj) Jean-Marc Fleury, Direttore Esecutivo

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