[23/02/2012] News toscana

Produzione e fruibilità della cultura per la sostenibilità: Firenze può esserne un crocevia

Il turismo culturale, a Firenze, tira. Anche in tempo di crisi. Secondo i dati della soprintendente per il Polo museale fiorentino, Cristina Acidini, nel 2011 gli arrivi nel capoluogo toscano sono cresciuti del 5,4%. Al contempo, i cinque milioni e più di visitatori dei musei ricompresi nel Polo hanno fatto guadagnare ad alcuni di essi cifre record;  la Galleria degli Uffizi, ad esempio, con 1.766.435 ingressi ha guadagnato ben un +7% rispetto al 2010. Nel complesso, i trentuno istituti museali riuniti all'interno del Polo (700 dipendenti e un ammontare delle entrate annuali che arriva a venti milioni di euro) nel 2011 hanno potuto vantare una crescita dei propri visitatori pari al 5,34% rispetto all'anno precedente.

Sono dati di un'industria oltremodo importante per la città toscana, ma che rischiano di intrappolare Firenze nella gabbia dell'etichetta di "centro turistico". La stessa definizione confermata dalla Commissione europea all'interno di aggiornamento al 2010 dello studio "State of the cities". Sulle pagine del Corriere fiorentino, l'assessore Cristina Giachi precisa però come in un altro studio, redatto nel 2011 dalla Commissione europea per le politiche regionali, la stessa città toscana compaia come ‹‹caso dal punto di vista delle capacità di attivare la sinergia pubblico privato nel promuovere l'identità di Firenze come distretto dei beni culturali soprattutto dal punto di vista di attrarre risorse ed energie intellettuali da tutto il mondo. In questo stesso rapporto della Commissione europea siamo ricordati nel novero delle dieci città che meglio stanno proponendo politiche urbane in grado di collocarci tra le "città di domani" in Europa››.

Lo stesso rapporto, liberamente disponibile al link in fondo pagina, evidenzia però come l'afflusso di turisti (al 70% stranieri), a Firenze abbia mostrato ‹‹un netto declino negli ultimi anni. Il numero giornaliero dei turisti è diminuito del 6,7% tra il 2007 e il 2009. Inoltre, la durata delle visite è piuttosto limitato, con una media di 2,5 giorni, giusto il tempo di visitare le principali attrazioni della città››. Con le dovute cautele per sistemi di rilevazione dati certamente diversi tra loro, questi ultimi numeri sembrano frenare l'entusiasmo per i pur ottimi risultati sottolineati dal Polo museale fiorentino; volendo fare una sintesi, sembrerebbe che Firenze stia recuperando gran carriera il terreno perso negli ultimi anni, quando la crisi ha morso il settore con maggior violenza. Il che, comunque, non è certo impresa da poco.

"Firenze la bella", gioiello artistico e culturale che spicca nel già eccellente contesto italiano, riesce così a continuare a camminare mettendosi in spalla ai giganti che hanno vissuto nel suo passato, e che hanno lasciato nel loro percorso un'invidiabile traccia. Sempre sulle pagine del Corriere fiorentino, il vicesindaco di Firenze, Dario Nardella, sembra rispondere al pezzo sul Sole24Ore firmato dal presidente di Confindustria cultura, Marco Polillo, il quale afferma che «il futuro è nella capacità di spezzare l'assedio ponendo al centro la produzione culturale, sapendo che negli studi matura il rispetto per quei beni ma anche il desiderio di rendere pienamente partecipi gli altri (non più orde, ma lettori, spettatori, ascoltatori, allievi...) delle proprie scoperte e delle proprie passioni». Nardella, infatti, sottolinea come a Firenze ci siano «centri di produzione culturale, dalla New York University alla Sorbonne, il premio Nobel per la fisica Theodor Haensch, conteso dalle università di mezzo mondo, ha scelto il Polo scientifico di Sesto Fiorentino».

È necessario però imparare a rendere fruibile tale cultura anche al vasto pubblico, specialmente in un momento in cui continua a esserci domanda, come sembra mostrare l'incremento di visitatori culturali nel capoluogo. Tale fruizione non può essere incentrata soltanto nella riproposizione e nella valorizzazione dei fasti del passato - sebbene sarebbe un vero e proprio delitto abdicare a questo compito - ma deve anzi poter valorizzare una contemporanea elaborazione di valori e concreti modelli di comportamento, certo anche riallacciandosi a quanto ci è stato lasciato in dono dagli anni e dai secoli passati.

Ebbene, tornando a prendere spunto dalle riflessioni di Polillo, questi afferma quella che chiama una «perfetta illustrazione di cosa significhi che con la cultura "si mangia": il nutrimento non è solo economico, ma civile, è linfa per la crescita del Paese e ciascun cittadino è veicolo di inclusione oltre che di sviluppo». E Firenze, che di un Rinascimento è già stata protagonista, ha tutte le potenzialità per rilanciarsi, puntando sulla produzione e la fruibilità di quello che non potrà che essere il modello per il presente e il futuro ormai prossimo: il modello della sostenibilità, nella sua triplice divisione di modello sociale, economico ed ecologico.

http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/studies/pdf/citiesoftomorrow/citiesoftomorrow_case.pdf

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