[22/02/2012] News

A Corfù il primo circolo estero di Legambiente: «Dietro la crisi greca un insostenibile modello di consumo»

Che Legambiente guardasse all'estero ed in particolare al Mediterraneo per espandere la sua azione lo si era capito bene al congresso nazionale del Cigno Verde del dicembre 2011 a Bari, dove erano intervenuti esponenti della primavera araba e di movimenti ambientalisti del Mediterraneo che avevano fatto intravedere la possibilità di una stretta collaborazione con Legambiente. A Bari era intervenuto anche un ricercatore dell'Environmental protection society di Corfù che aveva annunciato la prossima fondazione di un circolo di Legambiente in Grecia. Una promessa mantenuta visto che oggi un'assemblea nell'isola greca ha fondato il nuovo circolo dopo un'iniziativa pubblica di presentazione alla quale ha partecipato Maurizio Gubbiotti della segreteria nazionale di Legambiente.

Che il Cigno Verde abbia deciso di iniziare la sua avventura internazionale in un Paese in piena bufera economica e politica, dove il sentimento dominante sembra essere la disperazione, è già un'enorme sfida che però il neonato circolo vuole raccogliere: «Dietro la crisi durissima che oggi ha colpito la Grecia c'è anche l'insostenibilità del modello di consumo che ha creato falsi miti e falsi valori. Questo modello va rimesso in discussione, insieme all'Europa così com'è. Bisogna puntare su valori veri: occorre maggiore umanità, lavoro dignitoso, salute e istruzione. Un'agricoltura più vicina alle persone e rispettosa dell'ambiente, per esempio, rientra tra le sfide da cogliere», dicono i legambientini greci che assicurano che «Il circolo di Legambiente Corfù lavorerà per un'Europa dei popoli, della cultura e della scienza, per un progetto federativo democratico dove i cittadini abbiano il potere di decidere».

Secondo Gubbiotti «Una riflessione sulla situazione greca è necessaria. E' vero che sono stati falsificati i conti del bilancio pubblico, ma è vero anche che se il sostegno europeo fosse arrivato all'inizio della crisi della finanza pubblica sarebbe stato di gran lunga inferiore a quanto è necessario adesso».

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