[22/02/2012] News toscana

Water front di Portoferraio, nuove osservazioni di Legambiente e "Indigeni"

Legambiente Arcipelago Toscano e il Gruppo Indigeni di San Giovanni hanno recentemente trasmesso al Comune di Portoferraio le proprie osservazioni sulla Variante al regolamento urbanistico e Piano regolatore portuale.

Le osservazioni alla deliberazione del Consiglio comunale n. 118 del 30/11/2011, che ha adottato le Norme tecniche di attuazione (Nta) e il Rapporto ambientale redatto all'interno del Processo di Valutazione ambientale strategica (Vas) riguardano la coerenza tra questi documenti e le normative generali.

Le osservazioni riguardano in particolare:  l'inadeguata motivazione nel piano strutturale approvato e nel processo di Valutazione ambientale strategica della necessità di realizzare un porto turistico a San Giovanni, la necessità di recepire il divieto derivante dalla Legge finanziaria della Regione Toscana del 2012 di realizzare infrastrutture nelle aree a pericolosità idraulica molto elevata (Pime), cioè in tutta la piana di San Giovanni, le inadeguate misure di tutela per l'area considerata di grande valore naturalistico della Saline di San Giovanni.

Nelle osservazioni si legge: «San Giovanni è un'area a "pericolosità idraulica molto elevata" e con acquiferi di grande importanza ed altamente vulnerabili, tanto da essere ricca di pozzi la cui acqua viene usata anche per uso domestico, così come ben evidenziano  le cartografie allegate al Piano del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. Un porto turistico e le altre strutture a terra per rendere economicamente sostenibile la realizzazione di una tale opera stravolgerebbero e distruggerebbero irrimediabilmente tutto questo, mettendo in pericolo la stessa risorsa idrica in una zona che viene definita: "vulnerabile alla maggior parte degli inquinanti in varie condizioni di rilascio nell'ambiente, impatto sull'acquifero praticamente immediato».

Indigeni sottolinea: «Come è noto la procedura di Vas ha lo scopo di evidenziare la congruità delle scelte pianificatorie rispetto agli obiettivi di sostenibilità dello strumento urbanistico e le possibili sinergie con altri strumenti di pianificazione sovraordinata e di settore, nonché la partecipazione della collettività, nella forma individuata, alle scelte di governo del territorio. Sulla base di questa considerazione si resta in attesa dell'avvio formale del processo di Valutazione ambientale strategica della variante gestionale al Regolamento urbanistico vigente introdotta  dall'Amministrazione comunale nell'incontro che si è tenuto presso la saletta della Gran Guardia venerdì 27 gennaio scorso».

Legambiente continua ad essere molto preoccupata per la tutela della "area umida straordinariamente importante anche dal punto di vista paesaggistico di San Giovanni" . Ha chiesto alle autorità competenti di inserire le aree delle Saline, le Grotte e le Prade tra quelle area del sistema europeo Natura 2000 (Sic e Zps) ed al Comune di Portoferraio di sostenere formalmente tale richiesta e di considerare tutti gli effetti quelle aree come se fossero già soggette alle tutela del sistema Natura 2000. In un precedente contributo scriveva: «Per l'effettiva tutela dell'oasi naturalistica di San Giovanni si propone al Comune di Portoferraio di richiedere alle autorità competenti l'inclusione dell'area di laguna costiera nell'elenco delle aree Ramsar, Sir, Sic e Zps, collegandola al Sir già esistente di Schiopparello-Le Prade-Mola ed estendendo la proposta Oasi di Schipparello, di adottare un regolamento di gestione e di sottoporre qualsiasi trasformazione nell'area a specifica valutazione d'incidenza, in vista di un'inclusione nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano».

Secondo gli ambientalisti «San Giovanni è l'area nella quale si misura davvero la sostenibilità, ambientale ed economica dell'intero "Waterfront" di Portoferraio, anche pensando alla crisi economica ed alle nuove normative sopravvenute che mettono in forte difficoltà il comparto della nautica e renderebbero non concorrenti, ma antieconomici ed alla fine fallimentari due porti turistici praticamente contigui. Legambiente ed Indigeni chiedono che si ritorni all'idea originaria di un approdo destinato davvero ai residenti di Portoferraio e gestito senza fini di lucro da una associazione di portoferraiesi. A San Giovanni si può realizzare un approdo per le imbarcazioni dei residenti rispettando i principi di tutela del paesaggio e dell'ambiente del Golfo di Portoferraio. Per questo occorre impedire la realizzazione di nuove opere a mare e a terra (fatto salvo il riaffioramento della attuale diga foranea e una sua possibile modesta estensione ad ovest), e ottimizzare l'utilizzo dei volumi esistenti nelle aree già urbanizzate»

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