[22/02/2012] News

Il dl liberalizzazioni fa sparire l'obbligo della pompa di metano dai nuovi distributori

Natali (Federmetano): ĞUn passo indietro che frena lo sviluppo di questo carburante ecologicoğ

Ci risiamo. La crisi diventa occasione e giustificazione per mandare in frantumi anche quelle piccole conquiste in direzione della sostenibilità che erano state raggiunte a gran fatica. Un poco alla volta infatti le regioni si stanno adoprando per recepire le novità - in materia di carburanti per autotrazioni -  dell'articolo 17 del dl 1/2012, meglio noto come decreto liberalizzazioni.  In questo articolo infatti, che mira a incentivare l'apertura di impianti ‘low cost' nella grande distribuzione, a stimolare l'approvvigionamento multimarca e la vendita di prodotti e servizi collaterali si elimina anche un obbligo che era stato conquistato con grande impegno e che andava in direzione della sostenibilità.

Quale? Si tratta dell'obbligo, per i nuovi distributori, di installare almeno una pompa di ogni carburante, un'iniziativa che mirava soprattutto a completare le rete di distributori di metano per autotrazione, che a causa della sua evoluzione a macchia di leopardo nel nostro paese, ha impedito lo sviluppo di questo carburante, che attualmente è il più ecologico in circolazione ed è completamente svincolato dal prezzo del petrolio.

Eppure proprio mentre il prezzo della benzina continua la sua corsa inarrestabile (pare) verso l'incredibile soglia dei 2 euro al litro, arriva l'ennesima batosta sul metano per autotrazione, motivata con la più classica delle (false) accuse nei confronti della sostenibilità, quella dei lacci e lacciuoli che metterebbe alla crescita: «l'installazione e l'esercizio di  un  impianto  di  distribuzione  di carburanti non viene più subordinato alla presenza contestuale di più tipologie di carburanti, ivi incluso il metano per autotrazione, se tale ultimo obbligo comporta ostacoli tecnici o oneri economici eccessivi e non proporzionali alle finalità delle obbligo».

Più che arrabbiato è rassegnato Dante Natali, presidente di Federmetano: «L'eliminazione dell'obbligo che molte regioni avevano già recepito all'introduzione di un carburante ecologico come il metano sui nuovi distributori è un passo indietro verso il miglioramento dei servizi rivolti all'utente. Posso capire che in certe situazioni laddove il gasdotto è magari molto distante ci fossero difficoltà di allacciamento, ma in questo modo temiamo le zone dove la rete di distribuzione del metano è ancora scarsa non vedranno accelerazione che speravamo di riscontrare».

E il metano resterà  una nicchia. Anche perché se non c'è una rete di distribuzione efficiente le case automobilistiche hanno meno stimoli ad investire sui modelli alimentati a metano  (non a caso alcuni veicoli a metano sono commercializzati in Germania ma non in Italia) e se a questo si aggiunge che dal 2009 sono stati eliminati anche gli incentivi all'acquisto delle auto ecologiche, il risultato è una manciata di modelli a listino, in cui Fiat continua a farla da padrona, timidamente seguita dalla Volkswagen, mentre altre case hanno addirittura messo fuori produzione modelli che già erano a metano (vedi Citroen).

«Il grandissimo errore l'Italia l'ha fatto perà nel 2008 - spiega ancora Dante Natali - quando l'allora decreto sulle liberalizzazioni considerò il metano alla stregua di tutti gli altri carburanti, ma mentre per la benzina il problema è una rete sovraffollata che non ha uguali in Europa, per il metano il problema è contrario.  Non abbiamo saputo e voluto programmare la rete di distribuzione del metano per autotrazione e ora ci troviamo comuni di 30mila abitanti come  Cento, in provincia di Ferrara, dove ci sono 5 impianti, e intere regioni, come la Calabria, dove gli impianti sono appena 7».

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