[21/02/2012] News

Spagna via libera alla centrale nucleare di Garoņa fino al 2019. Doveva chiudere nel 2009

Il Consejo de seguridad nuclear (Csn) della Spagna ha detto al governo spagnolo di centro-destra (che non aspettava altro) che non ci sono problemi di sicurezza per prolungare la vita del reattore nucleare di Santa Maria de Garoña oltre il 2013.

Nel 2009 il governo Zapatero aveva approvato solo una proroga di 4 anni alla scadenza della lienza concessa alla Nuclenor che gestisce il reattore ad acqua bollente da 446 MWe, considerato dagli ambientalisti uno dei più pericolosi d'Europa. Eppure già allora, anche se il governo di centro-sinistra puntava ad uscire gradualmente dal nucleare, il Csn aveva detto che la centrale di Garoña avrebbe potuto operare in modo sicuro 2019. Appena arrivato al potere il governo del Partito popolare ha annullato il decreto di Zapatero che avrebbe costretto a chiudere la centrale nel 2013. Dopo il governo ha chiesto al Csn di riesaminare la situazione, oltre a prendere in considerazione «Eventuali miglioramenti tecnici che potrebbero essere necessari per l'impianto per operare oltre il 2013». Il Csn ha inviato il suo rapporto al ministero dell'industria che deve prendere le decisioni finali sulle operazioni nelle centrali nucleari spagnole.

Il gioco è fatto ed al Csn è bastato tirar fuori la serie di miglioramenti individuati nel 2009, due anni prima del disastro di Fukushima Daiichi che sembra aver cambiato l'approccio al nucleare per tutti meno che per i conservatori spagnoli, e ribadito che Garoña potrà funzionare in tutta sicurezza fino al 2019, cioè 10 anni in più della sua durata di vita prevista. I miglioramenti potranno essere apportati con calma nei prossimi 4 anni, anche se ,o stesso Csn sottolinea nel nuovo rapporto che «Varie condizioni di sicurezza nucleare e di radioprotezione devono essere soddisfatte perché l'impianto possa operare fino al 2019».

Nuclenor deve comunque chiedere una proroga per operare a Garoña fino al 2019 ed il Csn gli ha dato fino al settembre 2012 per presentare i documenti giustificativi necessari.
Tutto questo accade a pochi giorni dalla grande manifestazione di Villar de Cañas, dove migliaia di persone hanno ribadito che «Non c'è né consenso sociale, né politico, né imprenditoriale per l'installazione del "cementerio nuclear"», il cimitero nucleare, come in spagna si chiama lo stoccaggio sotterraneo per le scorie nucleari . Un progetto che secondo i manifestanti «E' solo a beneficio dell'industria nucleare che cerca di liberarsi del combustibile nucleare esausto che ha prodotto e che è ospitato nelle centrali nucleari. Vogliono disfarsi di queste scorie nucleari per allungare la vita delle centrali nucleari, scaricando il problema sui cittadini».

Secondo Greenpeace España «quello che è in gioco e quel che il conflitto del "cementerio nuclear" pone in rilievo, una volta di più. È la lotta contro il vecchio modello di produzione elettrica, basato su energie sporche come il nucleare ed il carbone, difeso dalle grandi imprese elettriche e basato sul controllo, la centralizzazione ed il monopolio della produzione e vendita di elettricità, rispetto ad un nuovo modello incipiente di produzione d nei luoghi di consumo, decentralizzato, più efficiente, economico e con maggiore produzione di posti di lavoro locali, che però sfuggirebbe al controllo delle grandi imprese elettriche a g favore di nuovi protagonisti specializzati in energie rinnovabili ed efficienza energetica».

Ma secondo gli ambientalisti e i comitati locali che si battono contro nuovi e vecchi impianti nucleari, «Se il governo non modifica la sua politica pro-nucleare ed anti-rinnovabili, imparando da Fukushima saremo esposti al rischio di incidente nucleare e resteremo incatenati ad un modello energetico socialmente ingiusto, pericoloso, dipendente dall'estero ed incapace di frenare il cambiamento climatico e di creare posti di lavoro sostenibili e qualità nei nostri paesi e città».

Torna all'archivio