[21/02/2012] News

I finti "verdi" resuscitati da Putin. Perché in Russia non c'è un vero partito ambientalista

La scorsa settimana a Mosca ha fatto la sua ri-comparsa un movimento "Green" che il co-presidente dell'associazione ambientalista russa Ecodefence, Vladimir Slivyak, ha definito «Un soffio di maleodorante polvere politica».

Si tratta infatti di un'organizzazione che si autoproclama ecologica ma che gli ambientalisti russi considerano come un partito Frankenstein dell'oligarchia putiniana. Infatti "Green" russi sono in attesa della registrazione come partito da parte del primo ministro Vladimir Putin per poter appoggiare la rielezione a presidente di Vladimir Putin. I "verdi" russi vengono riportati in vita dal potere ad ogni elezione fin dagli anni '90, dopo la fine dell'Urss.

Slivyak spiega che «I "verdi", noti anche come Kedr o Cedar, hanno addirittura tentato di farsi eleggere nel parlamento nazionale, la Duma di Stato, ma con poco successo. Quel che è rimasto immutato nel corso degli anni è il fatto che questi presunti ecologisti non hanno niente a che fare con il vero movimento ecologista in Russia. E uno dei motivi è perché, su qualsiasi altro punto in Russia gli ecologisti possono essere in disaccordo tra loro, ma nessun ambientalista onesto che si rispetti in Russia sosterrà Vladimir Putin, uno che nei suoi 12 anni di potere ha inflitto un danno colossale al sistema statale i protezione ambientale ed al movimento ambientalista russo, portando davvero entrambi al limite della sopravvivenza».

I "Green" sono considerati solo dei complici delle politiche anti-ecologiche di Putin e di averlo assecondato prima come presidente e poi come premier. Slivyak stila un elenco delle imprese "ecologiche "di Putin: «L'adozione delle leggi che permettono l'importazione di combustibile nucleare esaurito in Russia, un passo che potrebbe veder trasformare la Russia in un territorio internazionale di dumping per le scorie nucleari all'estero; l'abolizione dell'agenzia indipendente statale per la tutela dell'ambiente, l'eliminazione di valutazioni di impatto ambientale che potrebbero bloccare i progetti pericolosi e, almeno in qualche modo evitare che le risorse naturali siano devastate dagli interessi dell'industria e del governo, con il risultato di una ventina di progetti industriali dannosi per l'ambiente, che sono stati ammessi in maniera incontrollata in tutta la Russia... E non dimentichiamo la campagna "spymania" che ha bersagliato molti ambientalisti con molestie dello Stato che vanno dal piano dell'intimidazione al falso procedimento penale, così come ad un drastico di vite legislativo per soffocare la vita delle organizzazioni ecologiste non governative. Cosa vi uole questo regime dai veri ambientalisti? E, dall'altra parte, cosa desidera questo regime da quelli falsi?».

A meno di due settimane delle elezioni, che probabilmente vedranno rieletto Putin nonostante le vrandi manifestazioni antigovernative iniziate a dicembre ed alle quali hanno partecipato centinaia di migliaia di russi, probabilmente l'oligarchia putiniane cercherà di confondere le carte mascherandosi dietro vari colori, anche di quel verde che proprio non le si addice.

«Compreso - dice Slivyak - come sarebbe anche coerente con la storia russa, la riesumazione di qualche cadavere della vecchia politica per evocare inesistenti sostegni dagli elettori ."Verdi" disincantati che non hanno nulla a che fare con i verdi reali. Potrebbero vederlo come il momento opportuno per venire a bussare per un pezzo della torta del finanziamento della campagna elettorale: la loro attività dipende molto da quando il governo si ricorda di gettare qualche briciola dal budget promozionale dei candidati. Ed è evidente che nel campo del candidato (Putin) avrebbero comprensibilmente interesse a fornire sostegno, almeno parziale, ad un partito "ecologico" che pretende di parlare a nome dell'opinione pubblica. L'opinione pubblica russa vorrebbe solo che i politici russi prestassero attenzione alle preoccupazioni ecologiche».

Nonostante il saccheggio dell'ambiente putiniano i sondaggi dimostrano che I russi sono sempre più attenti e preoccupati per il loro ambiente e vorrebbero un movimento politico che ascolti le loro preoccupazioni, una vero partito verde con un ampio sostegno popolare. Ma nessuna delle organizzazioni politiche esistenti ha il peso sufficiente per convincere gli elettori di perseguire davvero interessi ambientali e che valga la pena votarlo.

«Un partito che possa conquistare una tale fiducia non è ancora stato creato in Russia - scrive Slivyak - Questo è un problema per i veri e propri ambientalisti: le piccole e grandi Ong che lavorano nelle regioni russe per contrastare lo sviluppo sfrenato, arrestare l'abbattimento di parchi cittadini, porre fine alla diffusione di rifiuti radioattivi e all'inquinamento industriale, o che picchettano contro la costruzione di un altro pericoloso sito o di una centrale nucleare, non sono completamente disinteressati».

Gli sforzi e le risorse per creare un tale partito sono oggetto di diverse discussioni in corso tra le fila degli ecologisti russi: l'idea è sicuramente nell'aria. Due motivi ostacolino gli sforzi, gli stessi che non hanno permesso che i tentativi in buona fede i tentativi di creare una vero partito ecologico con forti prospettive politiche decollassero negli anni ‘90. Primo, la dura verità è che un progetto politico che avrebbe attirato le risorse necessarie e le persone, creato abbastanza fiducia nell'opinione pubblica per garantire una vita politica longeva, e in generale n on essere più servile con i poteri costituiti, ha bisogno di una bella cifra di partenza, di soldi.

Gli ambientalisti russi fanno fatica a trovare una fonte di finanziamento. E lavorare come galoppino dell'attuale sistema politico equivale a uccidere il futuro politico un partito nascente più veloce di quanto si possa gridare "esaurito!" La reputazione di ogni forza politica che finanzia le proprie attività in questo modo è buono solo da morto. L'altro problema è che un vero partito politico non può sopravvivere senza una rete ampia e ben oliata di sezioni locali, non quelle che sarebbero state frettolosamente messe insieme due settimane prima delle elezioni, ma quelli la cui spina dorsale sia chi ci crede davvero, le persone che comprendono le idee per cui lavorano e che hanno la creatività e la resistenza per portarle a compimento.

Tale rete oggi non esiste, ma non per una mancanza di numeri o di dedizione. Lo spirito di indipendenza e fedeltà alle proprie origini di base sono il motivo delle tante organizzazioni ecologiste agguerriti in Russia che sono tradizionalmente bande partigiane resistenti che evitano il circo dell'ambizione politica. Il movimento ecologico russo non è mai timido nel dire come la pensa su questa o quella decisione o su una dichiarazione fatta dai leader politici del Paese, ma rimane lontano dal grande gioco politico. Questo aiuta a spiegare anche il suo buon rapporto con la popolazione. Unire tutte le numerose e variegate Ong ambientaliste della Russia sotto la bandiera di una struttura politica sarebbe una sfida, anche se certamente non è un'impresa impossibile. Questo è esattamente il motivo per cui le classi dirigenti hanno una tale paura del crescente movimento civile in Russia: non possono essere cooptati».

Ma quello che si è riaffacciato a Mosca non ha nulla a che vedere con l'ambientalismo: si tratta di un movimento politico controllato dall'alto, un "defunto verde" risuscitato per raccogliersi dietro a Putin nella sua corsa per la presidenza, un tentativo di incassare voti giocando anche la carta ambientale e nel contempo vanificare tutti gli sforzi per creare un partito verde vero ed indipendente.
La Russia, con il suo immenso territorio e problemi ambientali altrettanto giganteschi non ha mai avuto, prima con il socialismo reale del progresso illimitato e poi con lo Stato-mercato-energetico, una vera politica ambientale e gli ultimi 12 anni di potere putiniano hanno solo peggiorato le cose. «Questa non è una situazione in cui l'attuale regime poteva contare sul sostegno del reale movimento ecologico - conclude Slivyak - Nessuna meraviglia che ricorra a resuscitare il cadavere politico del Kedr/Cpr».

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