[21/02/2012] News

Nucleare giapponese: in funzione solo 2 reattori su 54. A fine aprile zero energia nucleare

Oggi il Giappone ha fermato uno dei suoi ultimi reattori nucleari in attività dopo la tragedia nucleare di Fukushima Daiichi- La Kansai electric power company (Kepco) ha fermato per controlli il reattore numero 3 della centrale nucleare di Takahama, nella prefettura di Fukui. Si tratta di controlli di routine che probabilmente si prolungheranno più del normale, visto che coincidono con gli stress test all'europea voluti dal governo e che molte centrali nucleari hanno rivelato problemi di resistenza a forti terremoti e tsunami.

Con il fermo di Takahama in Giappone restano in funzione solo 2 reattori su 54: il reattore 6 di Kashiwazaki-Kariwa, nella prefettura di Niigata, della Tokyo electric power company (la famigerata e ormai fallita Tepco di Fukushima Daiichi) che sarà fermato il 26 marzo, e il reattore 3 di Tomari, ad Hokkaido, dell'Hokkaido electric power company che sarà fermato alla fine di aprile.

Quindi, in attesa che termino i controlli di routine e gli stress test, e visto che nessun reattore ha ripreso l'attività dopo la fine dei controlli post-Fukushima, per la prima volta da 40 anni il Giappone ad aprile andrà avanti senza energia nucleare, una cosa impensabile prima della tragedia di Fukushima, ma anche la dimostrazione che un Paese che si basava sul nucleare può uscirne entro un anno senza le catastrofiche conseguenze che profetizza la rinascente lobby atomica mondiale. 

Ma il Giappone, fattosi prudente in casa propria, tenta di esportare il nucleare all'estero e sembra esserci riuscito. Il primo ministro di Tokyo, Yoshihiko Noda in visita in Lituania ha detto che il piccolo Paese baltico «Potrà usufruire della la tecnologia avanzata dell'energia nucleare giapponese. Il Giappone consentirà alla Lituania di rafforzare la sua sicurezza nucleare (sic!) condividendo la sua esperienza e gli insegnamenti che ha appreso dall'incidente nell'impianto di Fukushima Daiichi».

Il primo ministro lituano Andrius Kubilius, abituato ai ferrivecchi nucleari sovietici, si è detto favorevole alla richiesta di aiuto atomico di Noda e ad avviare nel più breve tempo possibile negoziati con l'Unione europea su un accordo di partenariato economico. Intervistato dal network radio-televisivo giapponese Nhk, Kubilius ha espresso la speranza di un fare presto un accordo con una società giapponese per costruire una centrale nucleare il Lituania: «Il mio Paese è vicino alla fase finale dei negoziati sull'accordo per consentire all'Hitachi di costruire la centrale».

Secondo il primo ministro lituano un accordo di base con Hitachi potrebbe essere già raggiunto nel primo semestre di quest'anno, per poi passare all'approvazione del Parlamento della Lituania ed ha aggiunto: «Dovremo apprendere gli insegnamenti dall'incidente della centrale nucleare di Fukushima dell'anno scorso» e tanto per dimostrare di aver imparato ha detto entusiasta: «Sono sicuro che la tecnologia nucleare diventerà più sicura». Sicura come la centrale sovietica di Ignalina che la Lituania ha dovuto chiudere il 31 dicembre 2009 perché considerata troppo pericolosa rispetto agli standard Ue e che costerà agli europei una cifra enorme per lo smantellamento.

Ora la Lituania, dopo essersi sbarazzata della centrale russa "tipo Chernobyl" vuole costruirne un'altra "tipo Fukushima" in un'area vicina ad Ignalina, per fornire energia elettrica al Paese ed anche per esportarla all'estero... Il tutto munificamente finanziato dall'Unione europea.

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